Secondo i dati del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il mercato autovetture in Italia ha registrato a maggio 139.581 immatricolazioni, con una flessione del -6,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nei primi cinque mesi del 2024 il totale delle immatricolazioni raggiunge le 726.311 unità a fronte delle 702.423 del pari periodo 2023, con un incremento che si riduce al +3,4% (-20,4% rispetto al 2019).
«L’ulteriore flessione del mercato delle autovetture nel mese di maggio era previsto a causa della prolungata attesa – oltre sei mesi – dell’ecobonus per l’acquisto di veicoli a basse emissioni, ma non per questo può essere considerato un dato soddisfacente, dal momento che resta elevato il differenziale sia dallo stesso mese dello scorso anno che dallo stesso periodo del 2019, ultimo anno di riferimento reale del mercato, e che il segmento delle elettriche e delle plug-in – principali beneficiarie della misura – ha subito una netta contrazione che allontana gli obiettivi del percorso verso la transizione green e rende difficile ogni previsione sull’effettivo gradimento di questo tipo di alimentazione da parte del mercato». Lo ha dichiarato Massimo Artusi, il Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto, commentando i dati delle immatricolazioni di autovetture nel mese di maggio.
«Da oggi», ha continuato Artusi, «con l’apertura della piattaforma per la prenotazione degli incentivi ecobonus, previsti dal DPCM finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ci sarà sicuramente un recupero delle vendite, che ci auguriamo possa corrispondere agli obiettivi che si pone il Governo, ma non possiamo non ribadire che con misure temporanee come quella oggi al via – che, ricordo, è limitata all’anno in corso – e senza una visione d’insieme e di prospettiva, difficilmente tali obiettivi potranno essere raggiunti e consolidati nel tempo, come richiederebbe una strategia della transizione che voglia essere davvero efficace».
«Accanto a queste misure è necessaria, infatti, una riforma complessiva della fiscalità sull’auto – in particolare in materia di IVA e di tassazione dei benefit – senza la quale le misure incentivanti diventano interventi episodici o a pioggia e comunque destinati prima o poi a interrompersi. Non si possono semplicemente sottrarre risorse dal Fondo Automotive come accaduto con il recente DL Coesione, senza inserire la misura in un contesto complessivo di azioni programmate nel tempo, unico percorso costruttivo in grado di portare davvero benefici concreti al rinnovo del parco circolante, alla decarbonizzazione graduale del settore e al consolidamento del mercato».
«Vedremo nei prossimi giorni quanto il nuovo Ecobonus orienterà il mercato verso i veicoli elettrici. Ma dobbiamo al tempo stesso prendere atto che finora la modalità esclusivamente elettrica per la mobilità, anche se supportata dagli incentivi statali, è rimasta molto distante dalle reali esigenze degli automobilisti, in particolare di quelli privati che soffrono tra l’altro l’eterogena capillarità ed efficienza delle infrastrutture di ricarica sul territorio nazionale. Il mercato», ha concluso Artusi «assorbe meno di quanto previsto in termini di veicoli green e, inoltre, l’annuncio (evidentemente prematuro) di una possibile traslazione delle accise su tali veicoli per recuperare, nel prossimo futuro, il gettito che verrebbe a mancare nel caso di scomparsa dei motori termici, non contribuisce positivamente alla governance della transizione ecologica del settore. Di fronte alla quantità e alla qualità dei problemi che la transizione pone alla filiera dell’automotive, ci auguriamo che il Governo accetti il confronto con le categorie coinvolte, a cominciare da quella dei concessionari che è la più vicina agli interessi dei cittadini, aprendo un tavolo permanente sul tema della fiscalità di settore e che le nuove rappresentanze europee, risultanti dalle prossime elezioni, possano riaprire il dialogo sulle politiche green, allargando il campo a tutte le tecnologie carbon neutral, in un’ottica di equilibrio ambientale, sociale ed economico».
Dall’analisi del mercato emerge, infatti, che a maggio le auto elettriche perdono ancora terreno, con una contrazione del -18,9% e quota al 3,6%, portando il bilancio dei primi cinque mesi dell’anno a -19,8%, con una quota del 2,9%. Analogo andamento negativo per le auto plug-in che flettono nel mese del -32,7% (quota 3,2%) e da inizio anno del -25,8% (quota 3,2%). Tengono le ibride elettriche che registrano un incremento del +7,7% con una rappresentatività che arriva al 40% e le auto a benzina che ottengono un aumento del +4,4% (quota 32,1%); nel cumulato queste alimentazioni crescono rispettivamente del +13,3% (quota 38,8%) e +15,4% (quota 31,3%). Le immatricolazioni di autovetture diesel registrano un decremento consistente pari a -30,8% e una rappresentatività del 14,4%, mentre nel periodo gennaio-maggio il disavanzo si attesta a -21,3% (quota 14,8%). Gpl e metano diminuiscono rispettivamente del -27,3% e -13,9% con quote al 6,6% e 0,1%.
Dal punto di vista dei canali di vendita, i privati accusano una flessione ben peggiore del mercato, pari a -10,9% sullo stesso mese 2023 (quota 51,7%) mentre sui primi cinque mesi dell’anno la crescita si riduce a +4%, con una quota al 54,5%. Le immatricolazioni a società, se non fosse per l’apporto delle auto-immatricolazioni (+38,7%), registrano un avanzo del +23,1% nel mese (quota 17,1%), con un progressivo da inizio anno del +15,6% (quota 15%). Il noleggio registra un calo del -11,3% (quota 31,1%) mentre su base annua l’arretramento è del -3,1% e la rappresentatività al 30,5%.
Negli ultimi tre giorni di maggio è stato immatricolato il 40,3% del totale mercato, mentre le auto-immatricolazioni di case e concessionari (incluso l’uso noleggio), secondo le elaborazioni Federauto sui dati Dataforce, hanno rappresentato circa il 12,6% dei volumi di vendita mensili, con un incremento del +38,7% rispetto a maggio 2023 e circa del +25% dall’inizio dell’anno.