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FAO, rapporto SOFI 2025: fame globale scesa all'8,2%, ma l'Africa subisce un peggioramento

Redazione
 
FAO, rapporto SOFI 2025: fame globale scesa all'8,2%, ma l'Africa subisce un peggioramento

Il mondo deve agire con maggiore sollecitudine e inclusività per superare le disuguaglianze nella lotta contro la fame e la malnutrizione globali. È l'appello pressante lanciato da QU Dongyu, Direttore Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), in occasione del lancio del rapporto "Lo Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione nel Mondo (SOFI) 2025". Per la prima volta nella sua storia, la presentazione del rapporto SOFI si è tenuta ad Addis Abeba, capitale etiope, una scelta dal forte valore simbolico.

FAO, rapporto SOFI 2025: fame globale scesa all'8,2%, ma l'Africa subisce un peggioramento

L'Africa, infatti, si conferma il continente più colpito dalla crisi alimentare globale. Il rapporto SOFI 2025 evidenzia un modesto miglioramento nella percentuale di persone che soffrono la fame a livello globale, passata dall'8,5% nel 2023 all'8,2% nel 2024. Tuttavia, questa cifra complessiva nasconde profonde disparità regionali. Mentre Asia e America Latina hanno mostrato progressi incoraggianti, il continente africano continua a registrare un peggioramento significativo.

In Africa, sono ben 307 milioni le persone in condizioni di insicurezza alimentare, pari al 20% della popolazione. Le proiezioni sono allarmanti: entro il 2030, quasi il 60% degli individui a rischio di fame cronica vivrà in Africa. Nonostante i livelli globali di fame siano diminuiti rispetto al picco del 2022, non si sono ancora ripresi completamente dalle crisi sovrapposte degli ultimi anni. "Il recupero deve essere inclusivo, non possiamo accettare un futuro in cui intere regioni vengano lasciate indietro", ha dichiarato Qu Dongyu durante l'evento.

L'evento ha visto la partecipazione di alte personalità, tra cui la Vice Segretaria Generale delle Nazioni Unite Amina J. Mohammed, il Presidente dell’Etiopia Taye Atske-Selassie e il Vice Ministro degli Affari Esteri italiano Edmondo Cirielli. "La conoscenza è potere. Il lancio odierno del rapporto SOFI ci fornisce dati allarmanti e allo stesso tempo il potere di agire", ha affermato la Vice Segretaria Generale dell'ONU, sottolineando come le crisi sovrapposte – conflitti, shock climatici, inflazione e sfollamenti – rivelino la profonda fragilità dei sistemi alimentari, ha lanciato un messaggio chiaro: "la cooperazione deve sostituire il conflitto".

Il Presidente dell’Etiopia ha definito il rapporto SOFI una "chiamata urgente all’azione", aggiungendo che esso aiuta a "informare le politiche per ottenere progressi rapidi e soluzioni durature". Il Vice Ministro Cirielli ha ribadito l'importanza strategica della sicurezza alimentare per l'Italia. "Per l’Italia, la sicurezza alimentare non riguarda solo ciò che mangiamo, ma anche il futuro delle nostre società, il benessere dei nostri sistemi economici e la salute globale", ha dichiarato.

Il rapporto SOFI 2025, frutto della collaborazione tra FAO, Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), UNICEF, Programma Alimentare Mondiale (WFP) e Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dipinge un quadro inquietante. Oggi, 90 milioni di persone in più affrontano la fame rispetto al 2020, e ben 100 milioni in più rispetto al 2015, anno di avvio degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Nel 2024, circa 2,3 miliardi di persone hanno vissuto condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave. Andando oltre la fame, il panorama della malnutrizione è variegato.

Sebbene la crescita ritardata nei bambini sia leggermente diminuita nell'ultimo decennio, l'emaciazione è rimasta stabile. Ancora più preoccupante, l'anemia tra le donne di età compresa tra 15 e 49 anni è aumentata dal 27,6% al 30,7%, con la maggior parte delle regioni che mostrano stagnazione o addirittura peggioramento. Parallelamente, mentre milioni soffrono la fame, molti altri consumano più del necessario. L'obesità tra gli adulti è aumentata dal 12,1% nel 2012 al 15,8% nel 2022, un chiaro esempio del doppio fardello della malnutrizione.

Migliorare la qualità delle diete è fondamentale. Per questo, il rapporto SOFI di quest'anno introduce per la prima volta nuovi indicatori sulla diversità alimentare per bambini e donne, un passo cruciale per monitorare in modo più efficace il Target 2.2 dell’Agenda 2030. I risultati sono sconcertanti: solo un terzo dei bambini tra 6 e 23 mesi e due terzi delle donne tra 15 e 49 anni soddisfano i criteri minimi di diversità alimentare. "Molto di più deve essere fatto per ampliare l’accesso a diete nutrienti e diversificate per tutti, in particolare per donne e bambini", ha sottolineato Qu Dongyu.

Le diete sane devono anche diventare più accessibili, dato che, nel 2024, 2,6 miliardi di persone non potevano ancora permettersi una dieta sana. In questo contesto, il SOFI 2025 dedica un focus speciale all'inflazione alimentare, analizzandone cause, conseguenze e risposte politiche. Dal 2020, l'inflazione dei prezzi alimentari ha costantemente superato quella generale, rivelando le vulnerabilità dei sistemi agroalimentari e sottolineando la necessità urgente di dare priorità alle politiche alimentari nella pianificazione macroeconomica.

"Di fronte alle crisi globali, le politiche protezionistiche o autoreferenziali sono controproducenti. Ciò di cui abbiamo bisogno è un’azione globale coordinata, basata su responsabilità condivisa, solidarietà e dati concreti", ha dichiarato il Direttore Generale della FAO. Il percorso da seguire richiede "urgenza, inclusività e azione", ha concluso Qu Dongyu. "Dobbiamo raggiungere tutte le comunità – rurali e urbane, donne e uomini, bambini e anziani – con soluzioni tempestive, eque ed efficaci. Agiamo ora – non solo con ambizione, ma con determinazione – per raggiungere Fame Zero, senza lasciare indietro nessuno."

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