Il cuore dell’Europa, come quello italiano, è stretto nella morsa dell’anticiclone africano che ha sollevato la colonnina di mercurio ben oltre le soglie di tolleranza. Parigi e altri 15 dipartimenti francesi sono stati messi in allerta rossa per il caldo torrido, una condizione definita da Météo France come una “canicule” di portata eccezionale. E l’emergenza proseguirà almeno fino a domani, coinvolgendo la capitale e gran parte delle regioni del centro e del sud-ovest. A titolo precauzionale, il ministero francese dell’Istruzione ha disposto la chiusura totale o parziale di circa 1.350 scuole pubbliche, il triplo rispetto al giorno precedente.
Europa nella morsa del meteo impazzito
La Valle della Maurienne, in Savoia, al confine con l’Italia, è stata travolta da temporali di straordinaria intensità. Il torrente Charmaix, gonfiato da giorni di calura e improvvise piogge, ha raggiunto una piena che non si registrava da 70 anni, causando ingenti danni nella zona di Modane. A seguito dell’evento, è stata interrotta la linea ferroviaria Parigi-Milano, un’arteria fondamentale tra Italia e Francia, con tempi di ripristino ancora incerti: la SNCF, la compagnia ferroviaria francese, teme danni ai binari che potrebbero allungare lo stop per “diversi giorni”.
Nel nostro Paese, la mappa della criticità appare altrettanto complessa. Oggi 17 città italiane – tra cui Milano, Roma, Firenze, Palermo e Verona – sono state contrassegnate con il bollino rosso dal Ministero della Salute: si tratta del livello massimo di allerta, che segnala rischi per la salute non solo per le fasce più fragili, ma per tutta la popolazione. Domani si aggiungerà anche Campobasso. Un’emergenza che non si limita al disagio termico: il caldo estremo, combinato con improvvisi temporali, sta generando fenomeni violenti e imprevedibili. Proprio ieri, due tragedie hanno segnato la giornata.
A Bardonecchia, nel Torinese, Franco Chiaffrino, 70 anni, fruttivendolo in pensione, è annegato travolto dall’esondazione del rio Frejus, che ha invaso strade e ponti con una colata di fango e detriti. A Castel Maggiore, nel Bolognese, un uomo di 47 anni è morto stroncato da un malore mentre lavorava in un cantiere: le condizioni estreme di temperatura non gli hanno lasciato scampo. In entrambi i casi, il caldo ha avuto un ruolo determinante.
La situazione è critica anche sul fronte dei trasporti e della viabilità. In Veneto, una frana si è abbattuta nella notte sulla statale 51 di Alemagna, all’altezza di San Vito di Cadore (Belluno), interrompendo l’accesso a Cortina d’Ampezzo dalla pianura. Il fronte della frana è lungo 100 metri e alto 4, e ha invaso anche il torrente Boite, seppur senza compromettere il funzionamento degli impianti idroelettrici. I vigili del fuoco di Belluno e Verona, con mezzi pesanti, stanno lavorando al ripristino. Coinvolti anche Enel, Anas, carabinieri, polizia e Guardia di Finanza. Cortina è ora raggiungibile solo attraverso itinerari alternativi, passando per Auronzo, la Val Zoldana o la Val Pusteria.
Sul versante opposto delle Alpi, la Lombardia ha emesso un’ordinanza straordinaria: a partire dal 2 luglio, e fino al 15 settembre, sarà vietato lavorare all’aperto nelle ore più calde (12:30-16:00) per tutti i settori esposti – edilizia, agricoltura, cave e florovivaismo – nei giorni in cui il rischio segnalato dalla piattaforma Workclimate sarà “alto”. Un provvedimento analogo è stato disposto anche in Emilia-Romagna, dove l’allerta meteo di oggi (gialla) riguarda non solo il caldo ma anche il maltempo, insieme a Lombardia e Veneto. Nel frattempo, a Bardonecchia si lavora alacremente per ripulire le strade, mentre il sole è tornato a splendere sulla cittadina della Val Susa. Gli svincoli della A32 sono stati riaperti, mentre rimane chiusa la statale invasa da fango e detriti. I treni regionali hanno ripreso a circolare regolarmente e gli sfollati – circa 50, ospitati nel palazzetto dello sport o da parenti – hanno ricevuto il via libera per tornare nelle proprie case. Ma il conto dei danni è ancora tutto da fare.