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Edifici scolastici, l’allarme Legambiente: solo il 47% ha l’agibilità e il 45% il collaudo statico

Redazione
 
Edifici scolastici, l’allarme Legambiente: solo il 47% ha l’agibilità e il 45% il collaudo statico

Ogni settembre, con il ritorno sui banchi di milioni di studenti, riemerge un nodo irrisolto della scuola italiana: quello degli edifici. Strutture vecchie, insicure, poco efficienti e distribuite in modo diseguale lungo la penisola raccontano di un Paese che da 25 anni non riesce a garantire un sistema scolastico equo e moderno.

 

Edifici scolastici, l’allarme Legambiente: solo il 47% ha l’agibilità

 

A ricordarlo è l’ultimo rapporto “Ecosistema Scuola” di Legambiente, giunto alla venticinquesima edizione, che fotografa la condizione di oltre settemila edifici tra infanzia, primaria e secondaria di primo grado in 97 capoluoghi italiani. Il quadro è allarmante: meno della metà degli istituti dispone del certificato di agibilità e del collaudo statico, solo un edificio su dieci nelle aree sismiche è stato progettato o adeguato alle norme antisismiche, mentre oltre la metà non ha mai beneficiato di verifiche di vulnerabilità.

 

A preoccupare, sottolinea l’associazione, è soprattutto la sicurezza dei solai, ancora oggi la principale causa di incidenti scolastici. Negli ultimi cinque anni solo il 31% degli edifici ha ricevuto indagini diagnostiche e appena il 10% ha visto interventi di messa in sicurezza.

 

Accanto al tema della sicurezza strutturale si aggiunge quello della sostenibilità. Le scuole italiane risultano indietro anche sul fronte energetico: appena il 16% ha avuto interventi di efficientamento e solo il 6,5% rientra in classe A, mentre due terzi degli edifici si collocano tra le ultime tre classi. L’adozione di impianti da fonti rinnovabili resta marginale, ferma al 21% e con divari marcati tra Nord e Sud.

 

Il rapporto mette in luce anche gravi disparità territoriali nei servizi. Il tempo pieno riguarda poco più di un terzo delle classi e precipita al 16% nelle Isole, dove anche la mensa scolastica è presente in meno di quattro edifici su dieci. Le palestre esistono in metà delle scuole, ma nel Mezzogiorno spesso restano chiuse fuori dall’orario scolastico. Le carenze sono aggravate da risorse economiche insufficienti e mal distribuite. Nel 2024 i fondi per la manutenzione straordinaria sono calati a una media di 39mila euro per edificio, con una spesa effettiva ancora più bassa, attorno ai 29mila.

Il Nord riesce a investire di più, mentre Sud e Isole arrancano con poche migliaia di euro, segno di una capacità di programmazione molto diseguale. Anche la manutenzione ordinaria, fondamentale per la gestione quotidiana, resta sottofinanziata con appena ottomila euro a edificio. «Per garantire edifici sicuri, sostenibili e adeguati ai bisogni educativi la scuola pubblica ha bisogno di investimenti regolari e consistenti», avverte Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola di Legambiente.

«I fondi ci sono, ma frammentati e dispersi, ostacolano la pianificazione strategica e la trasparenza. Serve un piano nazionale di manutenzione, con risorse certe, procedure semplificate e criteri di riparto equi, capace di affrontare i casi più critici». Guardando ai 25 anni analizzati dal rapporto emerge una costante mancanza di strategia.

Le manutenzioni straordinarie hanno interessato dal 40 al 60% degli edifici, ma in modo disomogeneo e spesso legato a emergenze come la pandemia. Gli interventi urgenti, dopo un calo negli anni Duemila, sono tornati a crescere fino a toccare il 40% nel 2024. Anche i servizi sono peggiorati: lo scuolabus, che all’inizio del secolo raggiungeva quasi il 40% delle scuole, oggi si ferma poco sopra il 20%.

Qualche segnale positivo arriva dal fronte delle rinnovabili, praticamente assenti vent’anni fa e oggi installate nel 20% delle scuole, anche se a questo ritmo ci vorrebbero settant’anni per raggiungere la totalità degli edifici. Più complesso il capitolo amianto: dal 16% del 2004 si era scesi al 4% nel 2020, ma ora si registra una risalita al 10%, dovuta probabilmente a controlli più capillari e a una maggiore trasparenza da parte dei Comuni. 

«La manutenzione straordinaria non basta a contenere l’aumento delle urgenze», osserva Elena Ferrario, presidente di Legambiente Scuola e Formazione«Serve una programmazione di lungo periodo e un impegno costante anche sulla manutenzione ordinaria, che dovrebbe essere il pilastro della prevenzione e della sicurezza. È altrettanto importante garantire i servizi scolastici e accelerare l’installazione delle rinnovabili».

Di fronte a questo scenario, Legambiente avanza otto proposte al governo, che vanno dal potenziamento dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica a un piano nazionale di riqualificazione, dalla definizione di nuovi livelli essenziali di prestazione a interventi urgenti sulla sicurezza antisismica e sulla messa in sicurezza dei solai. Non mancano richiami alla sostenibilità, alla rigenerazione degli spazi scolastici e alla mobilità studentesca.

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