Politica
Economia: i toni celebrativi di Giorgia Meloni fanno a cazzotti con i numeri
Redazione
Ci sta che il presidente del consiglio usi toni celebrativi allo scoccare del secondo ''anniversario'' del suo governo, sottolineando quelli che, a giudizio di Giorgia Meloni, sono successi su tutti i fronti. Che, poi, lo faccia con un messaggio via social e non invece rispondendo alle (probabilmente molte e forse qualcuna anche puntuta) domande dei giornalisti è l'ennesima conferma di un rapporto difficile con il mondo dell'informazione, al quale il presidente del consiglio si avvicina quasi sempre scegliendo come interlocutori giornaliste o testate per così dire di area.
Economia: i toni celebrativi di Giorgia Meloni fanno a cazzotti con i numeri
Quindi, dando per scontato che Meloni tessa le proprie lodi, suona come una voce discordante rispetto ai peana della maggioranza sentire nelle stesse ore che le stime del Fondo monetario internazionali siano state revisionate al ribasso per l'anno prossimo, quando sul 2025 erano appuntate tante speranze.
E se anche il centro studi di Confindustria non cade nell'ottimismo che viene sparso a piene mani dagli esponenti del governo e della coalizione che lo esprime evidentemente un pizzico di sano realismo ci vorrebbe.
Se la stima della crescita italiana è stata confermata, per il 2024, a un +0,7%, quella che il Fondo monetario internazionale fa per il 2025 è più prudente, fissandola a un +0,8, una ''tacca'' in meno rispetto alla stima di luglio, allo 0,9%, con il debito pubblico in crescita fino al 136,9% del PIL nel 2024 e al 138,7% l'anno prossimo, quando nel 2023 era stato del 134,6%. Meno cupe le previsioni sul debito che, al 4% quest'anno, dovrebbe scendere al 3,8% nel 2025.
Da parte sua, Confindustria taglia le stime di crescita per il 2024 e il 2025, con un + 0,8 quest'anno, in arretramento di uno 0,1% rispetto alle previsioni dello scorso aprile. Per il prossimo anno la previsione del centro studi di Confindustria è di una crescita dello 0,9%, ma con due decimi di punto in meno rispetto al precedente rapporto.
Deficit in calo al 3,9% del Pil nel 2024 e al 3,1% nel 2025, con un debito che, si legge nel rapporto, ''resta troppo elevato'', toccando il 136,9% nel 2024 e il 138,5% il prossimo anno.
E' interessante leggere, poi, nel rapporto di Confindustria, che la crescita di quest'anno arriva dai servizi, mentre gli altri settori sono tutti in calo.