Il Giappone ha registrato un deficit commerciale di 2,76 trilioni di yen (18,2 miliardi di dollari) a gennaio, il più alto degli ultimi due anni, secondo i dati pubblicati oggi dal Ministero delle Finanze.
Il deficit commerciale del Giappone ai massimi da due anni
A gennaio, per il quarto mese consecutivo, le esportazioni giapponesi sono aumentate, sotto la spinta delle spedizioni di autovetture negli Stati Uniti. Il rapporto commerciale è arrivato dopo che i dati sul PIL giapponese pubblicati lunedì hanno mostrato che l'economia è cresciuta più rapidamente del previsto nel trimestre ottobre-dicembre, rafforzando le argomentazioni affinché la banca centrale continui ad aumentare i tassi di interesse.
Martedì Trump ha dichiarato che intende imporre tariffe sulle auto "attorno al 25%" e che potrebbero entrare in vigore già a partire dal 2 aprile, dichiarazioni che hanno suscitato preoccupazione da parte di Tokyo. Affermazioni che hanno aumentato i timori delle case giapponesi e di cui s'è fatto portavoce il capo di gabinetto dell'esecutivo, Yoshimasa Hayashi, secondo il quale "il governo ha sollevato la questione dei dazi sulle auto con gli Stati Uniti sulla base dell'importanza dell'industria automobilistica".
Il Giappone è un'economia che fa affidamento sulle esportazioni e gli Stati Uniti rappresentano la sua principale destinazione per le esportazioni, con un valore di 21 trilioni di yen (138 miliardi di dollari) di beni, di cui circa il 28% è costituito dalle automobili.
Per gli analisti, è probabile che tariffe elevate obblighino le case automobilistiche, come Toyota e Honda, a riorganizzare la loro produzione globale. Attualmente, negli Stati Uniti la tariffa sulle autovetture è del 2,5%, mentre sui pick-up importati, altamente redditizi, viene applicata una tariffa del 25%.
Le tariffe reciproche pianificate su una gamma più ampia di prodotti potrebbero anche avere ripercussioni sul Giappone. Mentre la tariffa media applicata in Giappone è tra le più basse al mondo, le barriere non tariffarie, come le normative sulla sicurezza, potrebbero essere sottoposte a un esame più approfondito.
Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono salite dell'8,1% grazie alle vendite di auto in rialzo, nonché a uno yen più debole che ha aumentato il valore delle esportazioni. Quelle verso la Cina sono scese del 6,2% rispetto all'anno precedente, trascinate verso il basso da un calo nelle spedizioni di apparecchiature per la produzione di chip. A gennaio le importazioni sono cresciute del 16,7% rispetto all'anno precedente, rispetto alle previsioni di mercato che indicavano un aumento del 9,7%.