Economia

Credito al consumo, l’Italia ai vertici europei per volumi e tassi

Redazione
 
Credito al consumo, l’Italia ai vertici europei per volumi e tassi
Nel secondo trimestre del 2025 i finanziamenti personali in Italia hanno lambito quota 174 miliardi di euro, confermando una crescita costante che rafforza il primato nazionale nel credito al consumo. Il dato, in aumento dell’1,7% rispetto ai primi tre mesi dell’anno e del 5,25% su base annua, riflette la tendenza di famiglie e lavoratori a ricorrere sempre più al debito per sostenere la spesa corrente. Parallelamente, si consolida anche la ripresa dei prestiti complessivi alle famiglie, saliti del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Credito al consumo, l’Italia ai vertici europei per volumi e tassi

A evidenziare il quadro è l’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl, condotta su dati Bankitalia e Bce, che mostra come il Taeg medio sui nuovi finanziamenti abbia raggiunto il 10,29% ad agosto, contro l’8,25% della media dell’area euro, il 6,24% della Francia e l’8,35% della Germania. L’Italia si distingue dunque per un costo del credito tra i più alti del continente, nonostante un livello di indebitamento complessivo delle famiglie inferiore alla media europea.

Il nostro Paese guida anche la classifica per la quota di credito al consumo sul totale dei prestiti: 19,1% contro l’11,2% della media eurozona, con un divario netto rispetto a Germania (9,7%) e Francia (12,8%). Sul piano territoriale, gli incrementi più marcati si registrano in Trentino-Alto Adige (+2,06%), Lombardia (+2,01%) ed Emilia-Romagna (+1,93%), mentre la crescita più contenuta riguarda la Sardegna (+1,23%).

Il segmento dei mutui non offre invece segnali di sollievo, ad agosto il Taeg è salito dal 3,61% al 3,67%, in linea con il trend dell’area euro, dove si è registrato un incremento dal 3,57% al 3,62%. Anche Germania e Francia evidenziano lievi rialzi, rispettivamente al 3,76% e 3,63%.

La rischiosità del credito alle famiglie, calcolata in base al tasso di deterioramento dei prestiti, è tornata a crescere: dallo 0,207% di marzo allo 0,224% di giugno 2025, con picchi nel Mezzogiorno, in particolare in Sicilia (0,383%), Calabria (0,381%) e Molise (0,352%).

Un segnale di particolare rilievo è rappresentato dall’esplosione della cessione del quinto dello stipendio, che dal 2011 a oggi ha quasi raddoppiato i volumi, passando da poco più di 10 miliardi a 18,5 miliardi di euro. Solo nell’ultimo anno la crescita è stata dell’1,2%, un trend che solleva interrogativi anche sul piano sociale, poiché molti lavoratori ricorrono a questa forma di prestito per far fronte a spese ordinarie o emergenziali.

“Tassi elevati e volumi in crescita sono ormai caratteristiche strutturali del credito al consumo in Italia - commenta Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl (in foto) -. L’esplosione della cessione del quinto e la diffusione di formule come il “buy now pay later” delineano un quadro che desta preoccupazione. In un Paese in cui, secondo l’Ocse, i salari reali restano 7,5 punti al di sotto del 2021, l’aumento del ricorso al debito può alimentare il rischio di sovraindebitamento, specie per le famiglie a basso reddito”.

Colombani sottolinea anche l’urgenza di recepire la direttiva Ue 2023/2025 sul credito al consumo, la cui attuazione dovrà avvenire entro novembre: “È essenziale - afferma - avviare una rete di debt advice, con servizi di consulenza economica, legale e psicologica per i consumatori in difficoltà. Occorre inoltre investire nell’educazione finanziaria e migliorare la trasparenza informativa, così da rendere i cittadini consapevoli delle proprie scelte”.

Secondo First Cisl, mentre le banche italiane continuano a fissare obiettivi di espansione nel credito al consumo, i prestiti complessivi alle imprese risultano in calo da anni. Una tendenza che fotografa una trasformazione profonda del sistema finanziario e pone il tema del debito privato come nuovo indicatore di fragilità sociale.
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