Economia

Crediti deteriorati, nel 2024 migliora il recupero ma rallentano le cessioni

Redazione
 
Crediti deteriorati, nel 2024 migliora il recupero ma rallentano le cessioni
Nel 2024 il sistema bancario italiano consolida i progressi nella gestione dei crediti deteriorati, con un sensibile miglioramento dei tassi di recupero delle sofferenze, a fronte però di un rallentamento delle cessioni sul mercato. È quanto emerge dalla Nota di stabilità finanziaria e vigilanza n. 48 della Banca d’Italia, che aggiorna al 2024 le stime sui tassi di recupero e analizza l’evoluzione delle strategie di smaltimento degli Npl.

Crediti deteriorati, nel 2024 migliora il recupero ma rallentano le cessioni

Nel corso dell’anno sono state chiuse posizioni a sofferenza per circa 6 miliardi di euro, un valore inferiore rispetto ai 9 miliardi del 2023. La contrazione è legata soprattutto alla diminuzione delle cessioni, scese da 5 a 3 miliardi, in un contesto di progressivo ridimensionamento delle consistenze complessive. Per la prima volta dal 2016, il peso delle posizioni chiuse internamente è risultato equivalente a quello delle cessioni sul mercato, entrambe pari a circa 3 miliardi, segnalando un riequilibrio delle leve gestionali adottate dagli intermediari.

Nonostante il calo dei volumi smaltiti, i risultati in termini di recupero sono in netto miglioramento. Il tasso medio di recupero delle sofferenze chiuse nel 2024 è salito al 41%, con un incremento di cinque punti percentuali rispetto all’anno precedente. Alla crescita hanno contribuito sia le posizioni chiuse in via ordinaria, che hanno registrato un tasso di recupero del 47%, sia quelle cedute, salite al 36%. Un ruolo rilevante è stato svolto dalle posizioni assistite da garanzie pubbliche, caratterizzate da livelli di recupero particolarmente elevati.

Il miglioramento riguarda anche la componente garantita, il tasso medio di recupero delle sofferenze assistite da garanzie reali è aumentato al 44%, sostenuto soprattutto dall’aumento dei recuperi sulle posizioni cedute a terzi. Ancora più marcata la crescita per le posizioni prive di garanzie reali, il cui tasso di recupero è salito dal 28% al 37%, anche in questo caso grazie al contributo delle garanzie pubbliche.

Sul fronte dei prezzi di cessione, nel 2024 le sofferenze sono state vendute in media al 24% dell’esposizione lorda di bilancio, in aumento di oltre due punti percentuali rispetto al 2023. Il prezzo è rimasto stabile per le posizioni assistite da garanzie reali, mentre è cresciuto in modo significativo per quelle non garantite, beneficiando del maggiore valore riconosciuto alle posizioni con garanzia pubblica. Ancora più elevati i prezzi di cessione dei crediti deteriorati diversi dalle sofferenze, che hanno raggiunto in media il 51%.

Dal punto di vista temporale, i dati confermano il mantenimento di tempi di smaltimento contenuti. L’87% delle posizioni entrate in sofferenza nel 2021 è stato chiuso entro tre anni, mentre per quelle classificate nel 2018 la quota di chiusure entro sei anni ha raggiunto il 96%, a dimostrazione di una maggiore efficienza operativa degli intermediari e di un sistema di gestione degli Npl ormai strutturato.

La Banca d’Italia evidenzia, nel complesso, un sistema bancario meno dipendente dalle cessioni massive e più orientato a una gestione attiva dei crediti deteriorati, con risultati tangibili in termini di recupero di valore. Un’evoluzione che rafforza la stabilità finanziaria, pur in una fase di normalizzazione dei volumi di smaltimento.
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