La Corea del Sud ha deciso di voltare pagina, eleggendo, alla presidenza della repubblica, Lee Jae-myung candidato del Partito Democratico di sinistra, chiamandolo a subentrare a Yoon Suk-yeol, di destra, rimosso dall'incarico dopo il fallito tentativo di imporre la legge marziale nel dicembre 2024.
Corea del Sud: cosa significa la vittoria di Lee Jae-myung per il mondo e per il Paese?
"Il primo compito - ha detto dei suoi programmi il nuovo presidente nell'indirizzo di saluto al Parlamento - è sconfiggere con risolutezza l'insurrezione e garantire che non ci sia mai più un altro colpo di stato militare contro il popolo, con armi da fuoco e spade".
Lee, con la conferma da parte della Commissione Elettorale, assumerà, con effetto immediato, anche il comando delle forze armate.
Dopo tre anni di politica estera conservatrice e filoamericana, la Corea del Sud sta affrontando una svolta a sinistra, vista con scetticismo da alcuni esponenti del partito del presidente americano Donald Trump . Mentre la politica economica continuerà a puntare verso una chiara promozione dell'industria high-tech sotto la presidenza di Lee, il nuovo presidente intende stabilire nuove priorità in politica estera che potrebbero cambiare la situazione geopolitica in Asia.
Lee si trova ad affrontare la sfida di unire una società profondamente instabile e polarizzata. Inoltre, l'economia orientata all'export risente delle imprevedibili politiche tariffarie degli Stati Uniti , che sono in realtà un importante partner commerciale e uno stretto alleato in materia di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la Corea del Nord comunista .
Il governo della Corea del Sud, sotto la guida del presidente ad interim, ha fatto pochi progressi nel tentativo di mitigare i dazi punitivi annunciati dall'Amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, che riguardano alcune delle industrie più importanti del Paese, tra cui il settore automobilistico e quello siderurgico. Ieri la Casa Bianca ha definito le elezioni in Corea del Sud eque, ma ha espresso preoccupazione per l'influenza cinese.
"L'alleanza tra Stati Uniti e Repubblica di Corea rimane salda. Sebbene in Corea del Sud si siano tenute elezioni libere e regolari, gli Stati Uniti rimangono preoccupati per l'interferenza e l'influenza cinese nelle democrazie di tutto il mondo", ha dichiarato un portavoce della Casa Bianca.
Quindi, uscendo fuori dal paludato linguaggio della diplomazia, l'Amministrazione Trump resta scettica sul futuro delle relazioni con Seul. Il predecessore conservatore di Lee, Yoon, aveva, per la gioia del Giappone e degli Stati Uniti, posizionato il Paese più fortemente al fianco dell'America come attore globale, riducendo così la tradizionale fissazione sulla minaccia nucleare della Corea del Nord.
Lee, d'altro canto, è stato a lungo considerato un rappresentante della vecchia scuola democratica, favorevole anche a un dialogo più stretto con Cina, Corea del Nord e Russia. Così facendo, ha alimentato il timore che la Corea del Sud potesse bloccare il riavvicinamento con il Giappone, auspicato dagli Stati Uniti, a causa di controversie storiche.
Lee ha cercato di scrollarsi di dosso questa reputazione durante la campagna elettorale. "La nostra alleanza con gli Stati Uniti è importante e dobbiamo collaborare con gli Stati Uniti e il Giappone", ha affermato. Tuttavia, questo non è un motivo per litigare con altri Paesi. "Non dovremmo anche impegnarci per mantenere i nostri rapporti con Russia e Cina e continuare a vendere loro prodotti?"
Ciò suggerisce che, a differenza di Yoon, sarà meno favorevole all'Ucraina nella sua guerra contro la Russia e più concentrato sulla riconciliazione con la Cina, rivale degli Stati Uniti. La posizione di Lee su Taiwan, minacciata dalla Cina, potrebbe essere particolarmente problematica. Ha dichiarato: "Non abbiamo bisogno di intrometterci profondamente nella disputa tra Taiwan e Cina".