Cuba si trova ad affrontare, in queste ore, la protesta degli studenti universitari che stanno attuando uno sciopero contro gli aumenti dei prezzi dei servizi Internet annunciati dal governo qualche giorno fa e che giudicano immotivati. Dieci facoltà di cinque università del Paese hanno indetto uno "sciopero generale" affinché ETECSA, l'azienda monopolista delle comunicazioni, revochi la misura che obbliga gli utenti a spendere quasi due mesi di stipendio per connettersi a internet per qualche ora.
Cuba, aumentano i prezzi di accesso a Internet: esplode la protesta degli studenti universitari
Mai, dalle manifestazioni popolari di protesta dell'11 luglio 2021, il malcontento nazionale aveva preso forma in modo così articolato e spontaneo. E il governo, che in precedenza aveva definito i manifestanti "vermi", "membri dell'opposizione" e "flagelli sociali", sembra essere rimasto sorpreso dal fatto che questa volta siano i suoi stessi studenti universitari a opporsi.
Appena poche ore dopo l'annuncio degli aumenti delle tariffe, la Federazione degli Studenti Universitari (FEU) della Facoltà di Matematica e Informatica dell'Università dell'Avana, ha lanciato il primo appello. L'annuncio che ETECSA avrebbe attribuito agli esuli cubani la responsabilità di pagare in dollari le ore di connessione internet dei propri familiari sull'isola ha spinto gli studenti, come mai prima, a proclamare una sorta di sciopero, chiedendo loro di non frequentare le lezioni a partire da ieri.
Ma più che uno sciopero di clienti insoddisfatti, ha commentato qualcuno, è uno sciopero di persone stanche.
Servendosi dei canali social, gli studenti chiedono la revoca del provvedimento e un incontro tra le loro associazioni per un esame della situazione e, quindi, organizzare una risposta.
Gradualmente, altre facoltà di diverse università del Paese hanno rilasciato dichiarazioni in cui esprimono il loro "rifiuto" dell'aumento dei prezzi, che consente ai cubani di acquistare il servizio fino a un limite di 360 CUP (0,97 dollari) in un periodo di 30 giorni.
Più come forma di controllo che come risposta, l'Università dell'Avana ha dichiarato in un comunicato che, nonostante lo sciopero, "niente e nessuno interromperà" il processo didattico "con riunioni completamente estranee allo spirito che ha animato gli scambi con le organizzazioni studentesche e giovanili".
In un Paese in crisi, che ha vissuto il suo più grande esodo degli ultimi anni dal trionfo della rivoluzione, gli studenti sembrano considerare Internet come l'ultimo rifugio che non vorrebbero che gli venisse portato via.
Il governo cubano è sempre stato diffidente nei confronti di internet, che è ormai fulcro di ogni evento importante a Cuba negli ultimi anni.
Grazie a Facebook, una denuncia locale si è trasformata in una protesta di massa nel luglio 2021, quando un utente ha annunciato in diretta che la gente era scesa in piazza a San Antonio de los Baños. La notizia si è diffusa a macchia d'olio e il contagio di una manifestazione a ovest si è concluso con una sonora ripercussione a est. Grazie a Internet, diverse persone sono in carcere, avendo imparato a denunciare virtualmente la repressione, la mancanza di elettricità o di cibo.