Economia

Confindustria, Orsini: “Servono nuovi mercati e più investimenti per rilanciare l’Italia”

Redazione
 
Confindustria, Orsini: “Servono nuovi mercati e più investimenti per rilanciare l’Italia”

Intervistato da Monica Maggioni nel corso della trasmissione “In Mezz’ora” su Rai Tre, il presidente di Confindustria Emanuele Orsini evidenzia che “davanti alla crescente instabilità del commercio globale e alle tensioni con gli Stati Uniti sui dazi, l’industria italiana deve accelerare sulla costruzione di nuovi sbocchi internazionali”, indicando la necessità per le imprese italiane “di orientarsi verso nuove geografie commerciali”, e citando Mercosur, India, Emirati Arabi e Arabia Saudita tra le destinazioni prioritarie: «Dobbiamo cominciare a costruire nuovi mercati e correre su aree come il Mercosur, l’India e il Golfo. È fondamentale sostenere gli investimenti per ridurre la dipendenza da mercati oggi instabili», ha dichiarato Orsini, che ha anche lanciato un avvertimento sull’eccessiva esposizione dell’Italia al mercato statunitense in un momento segnato da forte incertezza.

Confindustria, Orsini: “Servono nuovi mercati e più investimenti per rilanciare l’Italia”

Il Made in Italy può giovare dalla diversificazione: gli Stati Uniti, ha ricordato il numero uno degli imprenditori, sono una destinazione chiave per l’export industriale italiano, ma l’attuale contesto di politica commerciale, segnato da tensioni protezionistiche, pone un rischio sistemico.

«La guerra dei dazi non è positiva per l’industria italiana né per il Paese. Genera grande incertezza e può mettere in crisi intere filiere produttive»
, ribadisce Orsini. Secondo i dati di Confindustria, sono circa 24.000 le imprese italiane che esportano verso gli Stati Uniti, tuttavia solo un migliaio di esse concentra il 57% del valore esportato. Se anche solo 300 tra queste grandi aziende dovessero delocalizzare parte della produzione per aggirare i dazi americani, si innescherebbe un effetto a catena che potrebbe coinvolgere fino a 30.000 imprese lungo la filiera, con conseguenze occupazionali significative.

«Parliamo di circa 102.000 lavoratori: sarebbe un impatto devastante per l’economia italiana»
, dice il numero uno di viale dell’Astronomia che ha sottolineato più volte l’urgenza di una risposta sistemica a livello europeo: «Serve una soluzione negoziale tra Unione europea e Stati Uniti. Non possiamo permetterci di perdere un mercato come quello americano», ha insistito Orsini. Tuttavia, ha anche chiarito che la strategia non può limitarsi alla gestione del rischio attuale, ma deve guardare alla costruzione di alternative concrete per l’export italiano. Il quadro generale è reso ancora più complicato da un contesto interno segnato da difficoltà strutturali: «Veniamo da 25 mesi di calo di produttività. Questo rende l’incertezza ancora più pericolosa per le nostre imprese, che già faticano a mantenere i livelli di competitività», ha osservato, rimarcando l’importanza di stimolare investimenti pubblici e privati per invertire la tendenza.

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