Economia

Confindustria, Congiuntura flash: economia italiana in rallentamento e industria in crisi. Tiene il turismo

Redazione
 
La Congiuntura flash di Confindustria per dicembre fotografa un'economia italiana sospesa tra stagnazione e ripartenza, con segnali contrastanti provenienti dai principali settori produttivi e di consumo. Mentre la discesa dei tassi d'interesse prosegue, non basta a risollevare una situazione ancora gravata da debolezze strutturali e ostacoli congiunturali. Il quarto trimestre 2024 si presenta con un quadro di elevata incertezza per il PIL. Dopo lo stop registrato nel terzo trimestre, i segnali restano ambivalenti. Da un lato, fattori positivi come il trend di crescita del turismo e dei servizi, il proseguimento della discesa dei tassi d'interesse, l’inflazione ridotta e l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) alimentano aspettative di miglioramento.

Dall'altro, la bassa fiducia delle imprese e delle famiglie, la crisi dell’industria, l’export debole e una Eurozona fiacca rappresentano freni significativi alla ripresa. Dopo i tagli dei tassi ufficiali da parte della BCE e della FED, i mercati attendono ulteriori riduzioni. In Europa, tuttavia, emergono segnali di instabilità: il tasso sovrano francese è in salita a causa dell’instabilità politica e dell’aumento del debito pubblico. Lo spread sul Bund tedesco è cresciuto a +0,75 a dicembre rispetto a +0,65 di settembre, superando quello spagnolo (+0,64) che si restringe, come anche in Italia (+1,02 da +1,27) e Grecia (+1,26 da +1,50). A novembre, l'inflazione italiana è risalita al +1,4% annuo, avvicinandosi al livello core del +1,9%. Nella zona Euro, l’inflazione totale si attesta al +2,3%, poco sotto la core del +2,7%, con una frenata quasi esaurita dei prezzi energetici (-1,9%).

Tuttavia, il prezzo del gas in Europa è aumentato a 44 euro/mwh a novembre (+2,7% annuo) e si prospetta un ulteriore rialzo a dicembre, mentre il petrolio, pur in calo annuo (-10,4%), rimane un fattore di rischio.
L’industria italiana registra dati negativi persistenti. La produzione industriale di ottobre è rimasta invariata rispetto al mese precedente, ma con un calo tendenziale del -3,6%. I settori più colpiti sono l’automotive (-34,5%), gli articoli in pelle (-17,2%) e i prodotti raffinati petroliferi (-15,8%). Sebbene il fatturato abbia mostrato un rimbalzo positivo in ottobre, la fiducia delle imprese rimane debole e il PMI manifatturiero è sceso ulteriormente (44,5 da 46,9). Gli investimenti delle imprese continuano a calare: la fiducia (IESI) è scesa a 93,1 a novembre, mentre gli ordini di beni sono rimasti bassi, anticipando una debolezza degli investimenti anche nel quarto trimestre. Sul fronte dei consumi, dopo una crescita sorprendente nel terzo trimestre (+1,4%), le prospettive per il quarto trimestre appaiono più deboli: la fiducia delle famiglie è calata, le immatricolazioni di auto sono scese per il sesto mese consecutivo (-0,8%) e le vendite al dettaglio hanno subito una flessione del -0,8% a ottobre.

Il commercio estero italiano resta debole. Dopo tre trimestri consecutivi di calo, l’export ha registrato una flessione nelle vendite extra-UE a ottobre (-3,5%). Le esportazioni verso gli USA sono rallentate e quelle verso la Cina sono crollate (-21,3% annuo nei primi dieci mesi). Gli ordini manifatturieri esteri segnalano prospettive incerte a causa della debolezza della domanda europea e delle nuove misure protezionistiche negli USA. Nell’Eurozona, gli indicatori di fiducia segnalano una lieve contrazione economica nel quarto trimestre (-0,2%), con un calo della manifattura (PMI a 45,2) e dei servizi (48,3). Negli Stati Uniti, l’attività industriale rimane debole, mentre i consumi continuano a sostenere la crescita grazie a una dinamica occupazionale positiva (+227 mila posti a ottobre). In Cina, invece, la produzione industriale accelera, sostenuta da nuovi ordini e politiche governative più accomodanti per rilanciare la domanda interna.

Infine il turismo, che continua a rappresentare un pilastro fondamentale per l’economia italiana. Nel 2024, la spesa turistica totale è stimata in crescita a 110 miliardi di euro (+1,9% rispetto al 2023), trainata dalla componente estera. Ogni 100 miliardi di euro spesi nel turismo generano 255 miliardi di PIL, coinvolgendo non solo alloggio e ristorazione, ma anche settori manifatturieri correlati. L’Italia guadagna posizioni nelle classifiche mondiali del turismo internazionale, superando la Cina e il Regno Unito in termini di arrivi e spesa dei turisti. La capacità ricettiva è molto utilizzata, con un’occupazione media del 51,5% nel 2023, superiore ai livelli pre-pandemia, e una crescente domanda per il turismo di lusso.

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