L’analisi congiunta del Centro Studi Confimprese e di Global Strategy restituisce l’immagine di un mercato retail italiano in evoluzione, resiliente e dinamico, nonostante un contesto macroeconomico incerto e l’avvio piatto del 2025 sul fronte dei consumi, aggravato dallo shock dei dazi americani.
Confimprese, Resca: "Retail resiliente: confermate 5.580 nuove aperture in Italia"
L’indagine semestrale, condotta su una base associativa distribuita in modo omogeneo tra i settori della ristorazione, dell’abbigliamento-accessori e del retail non alimentare (casa-arredo, elettronica, telefonia e cura della persona), evidenzia come oltre il 90% delle imprese preveda nuove aperture di punti vendita sul territorio nazionale, mentre solo il 50% ha in programma chiusure, con un saldo netto che replica i numeri del 2024: 5.580 nuove aperture, al netto delle cessazioni, e una ricaduta occupazionale superiore a 33mila nuove assunzioni, a fronte di una carenza stimata di almeno 3.500 assistant store manager.
«Stiamo vivendo una situazione conservativa e molto grave – dichiara Mario Resca, presidente Confimprese (in foto), che rappresenta 490 brand, 90mila punti vendita e 800mila addetti –. Le aziende devono rivedere i propri piani di sviluppo definiti l’anno precedente. Fino a dieci giorni fa dominava un cauto ottimismo. Oggi prevale lo sconcerto, in seguito alle politiche protezionistiche e autarchiche degli Stati Uniti, che costringono molte imprese a ricalibrare i programmi: le 5.580 nuove aperture stimate per il 2025 ricalcano esattamente quelle del 2024». Il franchising si conferma la formula distributiva più performante, con un incremento delle aperture pari al +5,6% rispetto all’anno precedente, mentre i negozi diretti crescono del +4,9%. Tre aziende su quattro investiranno inoltre nel rinnovamento dei punti vendita esistenti.
Nonostante i consumi non siano ancora decollati nel primo bimestre del 2025 e il contesto internazionale sia dominato da una forte instabilità, il retail organizzato mostra una capacità di tenuta superiore rispetto al commercio tradizionale, che continua invece a soffrire. Secondo Resca, «la forza del brand, la capacità di operare economie di scala e un rapporto con il consumatore costantemente rivisitato costituiscono gli elementi cardine che permettono al retail organizzato di difendersi con più efficacia». Il 50% dei retailer intervistati ritiene comunque che la strategia di nuove aperture nazionali sia condizionata dal rallentamento dei consumi interni, iniziato nel bimestre finale del 2024.
I numeri dei tre principali comparti confermano la tendenza espansiva: l’abbigliamento-accessori si posiziona in testa con 2.282 nuove aperture, seguito dal retail non alimentare con 2.020 nuovi punti vendita e dalla ristorazione con 1.278. Da sottolineare come la quasi totalità delle aziende attive nell’abbigliamento-accessori preveda sia nuove aperture sia il rinnovamento degli spazi esistenti, a riprova dell’attenzione costante al miglioramento qualitativo della rete e alla centralità dell’esperienza cliente. Il 75% degli operatori del comparto indica come il calo dei consumi abbia un impatto diretto sulla strategia di espansione, un dato che scende al 45% nella ristorazione e al 40% nel retail non alimentare.
Il sentiment degli operatori si orienta verso una cautela strategica, con un’adozione crescente di modelli omnicanale avanzati, capaci di garantire continuità tra online e offline. L’ottimizzazione delle esperienze mobile e l’integrazione dell’intelligenza artificiale per personalizzare l’offerta rappresentano leve cruciali nella nuova architettura distributiva. L’effetto sull’occupazione è netto: le aziende prevedono un incremento del personale pari al +6,3%, differenziato in base al mix di formati e attività. La crescita è trainata in particolare dalla ristorazione, seguita dall’abbigliamento-accessori e infine dal retail non alimentare.
Tra i progetti di espansione spiccano nel food retail Penta Group (La Yogurteria) con 22 nuove aperture, Cigierre e 12Oz con 15, Gioia con 13, Rivareno con 8. Nell’abbigliamento Teddy prevede l’apertura di 95 punti vendita, Golden Point 25, Morellato 15. Nel retail non alimentare Wind Tre programma 27 nuove aperture, Vodafone 10, Tim 4, La Casa de las Carcasas 20, Nau! 18, Corani & Partners (Jean Louis David e Franck Provost) 14, Facile.it 10.
Per quanto riguarda i canali distributivi prescelti, i centri commerciali si confermano la destinazione preferita dal 68% delle imprese, seguiti dalle high street con il 42% e dai negozi di prossimità nelle città di provincia con il 29%. Questi stessi canali sono anche i più coinvolti dalle chiusure, ma il saldo complessivo rimane ampiamente positivo. I centri commerciali attraggono in particolare la ristorazione, mentre il retail non alimentare si distribuisce in modo più equilibrato.
Le motivazioni alla base delle chiusure sono per oltre un terzo riconducibili al calo dei ricavi, in particolare al fatturato per metro quadro inferiore alla media e all’incremento dei costi legati alle location. La contrazione più marcata delle chiusure si registra nell’abbigliamento-accessori con un -3,4%, seguito dal retail non alimentare con -3,2% e dalla ristorazione con -1,8%, che beneficia di una ripresa dei consumi fuori casa dopo un ultimo trimestre 2024 in rallentamento (+2,1%) e un inizio 2025 ancora debole (-1,8%).
Tra le priorità strategiche per l’anno in corso, oltre al consolidamento della rete, emerge con forza il tema del refitting: il 73% delle imprese del retail non alimentare e oltre il 50% della ristorazione prevede interventi di rinnovamento, con l’obiettivo di allineare i punti vendita ai più attuali concept store e mantenere l’attrattività delle location. L’investimento sulla qualità degli spazi si conferma dunque un asset fondamentale per sostenere la crescita in un mercato che richiede visione, flessibilità e capacità di adattamento.