Confartigianato e CNA hanno sollecitato ulteriori interventi di proroga durante le audizioni in Senato. Tra le proposte principali figura il rinvio al 2026 dell’obbligo assicurativo contro i rischi catastrofali. Le associazioni evidenziano che la scadenza al 31 marzo 2025 non consente al mercato di adeguarsi, né sul versante dell’offerta né su quello della domanda.
Hanno inoltre chiesto la proroga al 30 giugno 2025 della cassa integrazione straordinaria per il settore moda, colpito da una crisi strutturale, e la sospensione dei versamenti tributari per tutto il prossimo anno. Tra le ulteriori istanze figurano l’estensione dei termini per l’introduzione del foglio di servizio elettronico per gli NCC e il rinvio a giugno 2025 del primo adempimento legato al Rentri, il registro elettronico per la tracciabilità dei rifiuti.
Confartigianato e CNA: chiesta proroga al 2026 per l’obbligo assicurativo
Confcommercio, inoltre, ha richiesto una proroga al 31 dicembre 2025 per l’obbligo di assicurazione delle imprese contro gli eventi catastrofali, rispetto alla scadenza prevista dal decreto Milleproroghe al 31 marzo dello stesso anno. La proposta è stata avanzata nel corso di un’audizione presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato.
"La proroga di solo tre mesi non è sufficiente" ha detto la vice presidente di Confcommercio Nazionale, Loretta Credaro, ricordando che "non è stato ancora emanato un decreto interministeriale che indicherà le modalità attuative, operative", tanto che "nessuna compagnia sul mercato è ancora a norma da questo punto di vista perché non ci sono ancora linee guida". "Sono diverse le problematiche ancora da definire - ha aggiunto Credaro -come la tassazione sui premi e la garanzia del principio mutualistico per evitare premi eccessivamente elevati su alcuni territori".
Parallelamente, Confcommercio ha chiesto di posticipare al 1° gennaio 2026 l’entrata in vigore delle modifiche contenute nel comma 858 della Legge di Bilancio 2025. Tale normativa estende agli operatori economici privati percettori di contributi pubblici “di entità significativa” le misure di contenimento della spesa già previste per gli enti pubblici. Secondo Credaro, è necessario un tempo congruo per consentire alle imprese di adeguarsi e chiarire i confini applicativi delle nuove norme. Ha inoltre evidenziato l’inadeguatezza del triennio 2021-2023 come riferimento, data l’eccezionalità del periodo pandemico, e ha avvertito che le nuove disposizioni potrebbero rivelarsi controproducenti.
Il decreto Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 10 dicembre, introduce numerosi slittamenti di termini e misure per settori strategici. In particolare, tra le proroghe di maggiore interesse per le imprese si segnala il rinvio al 31 marzo 2025 dell’obbligo di assicurazione anti-catastrofi, accanto all’estensione fino al 31 dicembre 2025 della possibilità di stipulare contratti a termine con causali meno rigide.
Rilevante anche la proroga dello scudo erariale per i pubblici amministratori fino al 30 aprile 2025, introdotto inizialmente per mitigare la “paura della firma” durante l’emergenza pandemica. Sul fronte sanitario, viene esteso fino alla fine del 2025 lo scudo penale per i medici, limitando la responsabilità penale ai casi di dolo o colpa grave in situazioni di carenza di personale.
Per il settore turistico sono previsti contributi prorogati fino al 31 marzo 2025 per le imprese situate nei Comuni della dorsale appenninica colpiti dalla scarsità di neve, mentre restano attive per un ulteriore anno le agevolazioni fiscali e le procedure semplificate per impianti energetici sostenibili nelle strutture ricettive.
In materia fiscale, il decreto prevede il rinvio al 2026 dell’applicazione del nuovo regime di esenzione Iva per gli enti associativi, mentre nel settore sportivo è slittata di un anno l’introduzione di un organo consultivo negli statuti delle società sportive professionistiche.
Infine, una misura a sorpresa riguarda l’annullamento delle sanzioni da 100 euro per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale contro il Covid-19. Tuttavia, la cancellazione vale solo per chi non ha ancora effettuato il pagamento, escludendo rimborsi per chi ha già versato la somma.