Esteri

Cina, la banca centrale non interviene sui tassi di prestito a medio termine: lo yuan sotto pressione

Redazione
 
Confermando le previsioni degli analisti, resta stabile in Cina il tasso di prestito a medio termine per un valore di 900 miliardi di yuan (equivalenti a 124,26 miliardi di dollari) concessi dalla Banca Popolare Cinese in un anno ad alcuni istituti finanziari. A preoccupare è l'andamento dello yuan, sotto pressione dopo l'elezione di Donald Trump a 47/mo presidente degli Stati Uniti.
Lo yuan offshore ha perso poco più del 2% dalle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre.

Lo yuan cinese offshore ha perso circa il 3,3% rispetto al dollaro dal 24 settembre, quando Pechino ha avviato il primo round di annunci di stimoli volti a sostenere la sua economia in rallentamento. Lunedì lo yuan offshore è stato scambiato l’ultima volta a 7,2472.
La scorsa settimana, la Banca Popolare Cinese ha mantenuto invariati i tassi di interesse primario sui prestiti a 1 e 5 anni, rispettivamente al 3,1% e al 3,6%. L’LPR a un anno riguarda i prestiti alle aziende e alla maggior parte dei prestiti alle famiglie in Cina, mentre l’LPR a 5 anni funge da parametro di riferimento per i tassi dei mutui.

Un ulteriore taglio del coefficiente di riserva obbligatoria per i prestatori commerciali è più probabile nei prossimi mesi, mirando a bilanciare il duplice obiettivo di rivitalizzare l’economia e stabilizzare il tasso di cambio.
Il governatore della PBOC, Pan Gongsheng, aveva dichiarato in una riunione tenutasi a novembre che le autorità intendevano mantenere una politica monetaria di sostegno e aveva indicato che il tasso di riserva obbligatoria sarebbe stato abbassato di 25-50 punti base entro la fine dell’anno, a seconda delle condizioni di liquidità.
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