Un’analisi del Gruppo Immobiliare Toscano Spa sui dati del comparto, evidenzia che nel primo trimestre 2025 le compravendite di case in nuda proprietà sono cresciute del 20% rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente: in base all'andamento delle compravendite negli ultimi due anni, si registra un aumento del 44%, mentre tra il 2023 e il 2024 l'incremento è stato del 63%.
Casa, la crescita della nuda proprietà: tutti i rischi
La maggior parte delle compravendite si concentra nelle grandi città, in primis Roma e Milano. Nel 2024 più del 63% degli immobili è stato venduto tra Roma e Milano, con la Capitale che registra +40%.
Secondo Ilario Antonio Toscano, Presidente del Gruppo, “per quanto riguarda il venditore, è un’opzione che risponde a bisogni concreti, profondi, legati alla gestione del proprio patrimonio e alla serenità personale. Le motivazioni sono principalmente legate alla volontà di tutelare la propria tranquillità ed eventualmente anche quella dei propri cari. Allo stesso tempo, la nuda proprietà rappresenta per chi acquista un investimento di lungo periodo permettendo di pianificare il proprio futuro con lungimiranza e sicurezza”.
La vendita di una casa in nuda proprietà consente al venditore di vendere la proprietà del bene, conservando però il diritto di usufrutto sulla stessa. Il nudo proprietario non ha quindi la possibilità di utilizzare il bene, né di ricavarne profitto, almeno non nell'immediato: il venditore è generalmente una persona avanti con l'età con necessità di disporre di liquidità a breve, mentre il nudo proprietario può completare l'acquisto a un prezzo inferiore a quello di mercato.
Ma c’è anche chi, come rileva una ricerca di Confabitare, avverte sui rischi per chi compra: ad esempio che l’usufruttuario non paghi le spese di condominio o affitti la casa o, se il prezzo troppo basso, che gli eredi invochino la circonvenzione di incapace.
Per superare l’impasse qualche anno fa si era cercato di lanciare, prendendo l’idea dal mondo anglosassone, un’alternativa alla nuda proprietà: il prestito vitalizio ipotecario. Si fa valutare la casa da una banca che concede una somma a titolo di mutuo: se il proprietario paga le rate o se al decesso gli eredi pagano il debito complessivo la casa va in successione, altrimenti ne diventa proprietaria la banca. Tuttavia, dopo il lancio di un paio di prodotti proposti a tassi prossimi alla soglia di usura, questa tipologia di finanziamento è, come prevedibile, sparita dall’orizzonte.