I mercati della regione Asia-Pacifico hanno registrato, oggi, un calo quasi generalizzato, permanendo i timori per il conflitto in Medio Oriente. Bene gli indici giapponesi (il Nikkei 225 è aumentato dell′1,04%; il Topix ha aggiunto lo 0,32%), male quelli della Corea del Sud. Il Kospi è sceso dell′1,81%, mentre il titolo a piccola capitalizzazione Kosdaq ha perso il 2%.
Borse: i mercati asiatici arretrano
In territorio negativo ha chiuso anche l'S&P/ASX 200 dell’Australia, a - 0,21%. Per quanto riguarda gli indici cinesi, l'Hang Seng di Hong Kong è sceso dello 0,72%, mentre il CSI 300 della Cina continentale ha lasciato lo 0,31%. I futures statunitensi sono rimasti pressoché invariati.
Nella notte negli Stati Uniti, l' S&P 500 ha chiuso la sessione vicino alla linea piatta a 6.092,16; il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,31%, chiudendo a 19.973,55; Il Dow Jones Industrial Average è sceso di 106,59 punti, pari allo 0,25%, attestandosi a 42.982,43.
Sul fronte delle valute, quelle asiatiche si sono rafforzate nei confronti del dollaro statunitense. Il dollaro taiwanese si è apprezzato dello 0,8% a 29,151 rispetto al biglietto verde, il livello più forte da giugno 2022.
Lo yen giapponese si è rafforzato dello 0,3% a 144,81 per dollaro USA, e lo yuan offshore ha guadagnato lo 0,15% a 7,1606 nei confronti del dollaro.
Allo stesso modo, il won sudcoreano e dollaro di Singapore hanno guadagnato rispettivamente lo 0,12% e lo 0,18%, attestandosi a 1.357,2 e 1,2757 rispetto al dollaro statunitense.