Continuano i bombardamenti israeliani su obiettivi nella Striscia di Gaza, nelle zone controllate da Hamas, e che, secondo il ministero della Salute dell'enclave, nella notte tra lunedì e martedì hanno provocato la morte di più di 400 persone. Gli attacchi sono proseguiti, secondo fonti locali, anche nella notte, causando un numero imprecisato di morti e feriti.
Continuano i bombardamenti israeliani sulla Striscia, mentre Netanyahu dice che è solo l'inizio
Che non si tratti di una azione militarmente limitata nel tempo e negli obiettivi lo confermano anche le dichiarazioni del primo ministro d'Israele, Benjamin Netanyahu. ''Quello che è successo a Gaza è solo l'inizio", dicendo che "i negoziati si svolgeranno ora solo sotto il fuoco nemico'' e che la pressione militare è essenziale in questo momento.
Israele ha affermato che gli attacchi aerei sono stati effettuati "in pieno coordinamento" con gli Stati Uniti. Cosa confermata dalla portavoce della White House, Karoline Leavitt, secondo cui "l'amministrazione Trump e la Casa Bianca sono state consultate dagli israeliani in merito ai loro attacchi a Gaza".
Gli attacchi a Gaza sono stati stigmatizzati dalla comunità internazionale, con Francia, Qatar, Russia, Egitto, Giordania e Turchia che hanno condannato fermamente i bombardamenti israeliani, mentre la Cina si è detta "preoccupata" .
Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Gutteres ha lanciato "un appello urgente affinché il cessate il fuoco venga rispettato" .
Hamas ha intanto annunciato che il leader del suo governo, Essam Al-Dalis, è stato ucciso negli attacchi insieme a diversi altri leader del movimento. Da parte sua, un funzionario della Jihad islamica ha annunciato la morte del portavoce del suo braccio armato, Naji Abu Saif.
I membri dell'Hostage Families Forum - l'associazione delle famiglie degli ostaggi in mano ad Hamas dall'attacco del 7 ottobre - hanno manifestato davanti alla sede del parlamento israeliano per protestare contro i nuovi bombardamenti, affermando che "il governo israeliano ha deciso di abbandonare gli ostaggi".
Che il clima politico in Israele sia condizionato dal conflitto lo conferma il fatto che è tornato a fare parte del governo l'esponente dell'estrema destra, Itamar Ben Gvir, che ne era uscito in segno di protesta contro l'accordo con Hamas.
Intanto i ribelli yemeniti Houti hanno confermato di aver lanciato un missile contro Israele, poco dopo che l'esercito israeliano aveva annunciato l'attacco e le sirene d'allarme avevano iniziato a suonare nelle città del sud del Paese. "Abbiamo preso di mira la base aerea di Nevatim, nella Palestina meridionale occupata, con un missile balistico ipersonico Palestine 2", ha affermato un portavoce delle forze armate yemenite, Yahya Saree. "Ha colpito con successo il suo obiettivo", ha affermato, mentre l'esercito israeliano ha affermato che il missile è stato "intercettato" prima di entrare in territorio israeliano.
Si tratta del primo attacco proveniente dallo Yemen da quando è entrata in vigore la tregua a Gaza, il 19 gennaio. Gli Houthi hanno anche minacciato di "ampliare i poligoni di tiro" nelle prossime ore e nei prossimi giorni "a meno che l'aggressione a Gaza non finisca".