Economia

Biazzo: «Il Lazio deve diventare la regione dell’impresa in 60 giorni»

Redazione
 
Biazzo: «Il Lazio deve diventare la regione dell’impresa in 60 giorni»
Si è svolta ieri, 7 ottobre, al Palazzo dei Congressi dell’Eur, l’Assemblea Generale 2025 di Unindustria, presieduta dal presidente Giuseppe Biazzo (in foto). Oltre 1.200 tra imprenditori, manager e rappresentanti istituzionali hanno partecipato all’incontro, che ha visto gli interventi del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, del presidente di Confindustria Emanuele Orsini, del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.

Biazzo: «Il Lazio deve diventare la regione dell’impresa in 60 giorni»

Nel corso della sua relazione, Biazzo ha tracciato una visione chiara per il futuro del Lazio, fondata su una strategia industriale in grado di coniugare crescita, innovazione e semplificazione. «Non ci basta essere seconda regione d’Italia per Pil - ha affermato -. L’economia del Lazio cresce in linea con la media nazionale, ma il valore aggiunto dell’industria manifatturiera si è ridotto. Per questo proponiamo una matrice di interventi per riequilibrare il peso tra manifattura e servizi avanzati. Aziende più grandi producono più valore, pagano stipendi migliori, investono in innovazione e competono sui mercati globali».

Durante l’Assemblea, il presidente di Unindustria ha lanciato un messaggio diretto alle istituzioni: «Nessun procedimento autorizzativo dovrebbe durare più di due mesi. Il Lazio deve diventare la regione dell’impresa in 60 giorni». Una proposta che si inserisce nella più ampia visione di un Piano Industriale del Lazio, frutto della collaborazione con la Regione, pensato per accrescere l’attrattività degli investimenti, semplificare la burocrazia e potenziare infrastrutture e reti strategiche.

Biazzo ha richiamato l’urgenza di un nuovo impulso sugli investimenti produttivi, denunciando i limiti della complessità normativa e chiedendo «incentivi certi e veloci» per favorire innovazione, digitalizzazione e transizione energetica. Ha quindi proposto un rafforzamento delle politiche industriali europee, ribadendo la necessità di una neutralità tecnologica nella transizione ecologica e di una maggiore integrazione delle filiere continentali.

Un passaggio importante della relazione è stato dedicato alla formazione e al lavoro: «Nel 2024 oltre due terzi delle imprese italiane hanno segnalato difficoltà nel trovare personale qualificato. È urgente rafforzare le competenze tecniche e favorire l’occupazione femminile».

Il presidente ha poi delineato una vera e propria “mappa industriale” del Lazio, sottolineando le vocazioni produttive dei territori: Latina come città della farmaceutica, Frosinone per la buona produzione, Cassino per la mobilità sostenibile, Aprilia per la logistica e l’economia circolare, Civitavecchia per la blue economy, Viterbo per il made in Italy, Rieti per l’acqua e le competenze, e Roma come “gate per il futuro”, dall’audiovisivo alle telecomunicazioni, dal turismo al digitale.

«Vogliamo promuovere il Lazio come destinazione ideale per investire, creare impresa e dare risposte concrete a chi nel Lazio ha creduto - ha concluso Biazzo -. Insieme, come parti sociali e istituzioni, possiamo fare del Lazio una delle migliori regioni d’impresa d’Europa».
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