Cultura

Chi ha rovinato Biancaneve questa volta? Sugli schermi il remake Disney più divisivo del 2025

Barbara Bizzarri
 
Chi ha rovinato Biancaneve questa volta? Sugli schermi il remake Disney più divisivo del 2025

Disney ha deciso di sovvertire le regole e farci strappare i capelli, a noi puristi, esegeti di zio Walt, che si starà rivoltando nella tomba perché i suoi (poco degni) successori hanno deciso, essendo evidentemente a corto di idee, di rifare Biancaneve.
E come, poi?

Chi ha rovinato Biancaneve questa volta? Sugli schermi il remake Disney più divisivo del 2025

Con una strega decisamente più bella di Biancaneve, nani non pervenuti e protagonista latina.
Ma perché, perché allora non ingaggiare Selena Gomez che, ai SAG Awards 2025, è apparsa come Biancaneve incarnata?? Vi farei inseguire da JR con la frusta di Indiana Jones visto che avete deciso di far calare le azioni aziendali a picco: come si fa a non sentirsi della famiglia essendo cresciuti a pane e Disney, dal cinema a Topolino, inteso come giornaletto prima delle varie acquisizioni.

In attesa che questo capolavoro di wokismo, scarsa fantasia e attitudine alla Tafazzi arrivi sugli schermi il 20 marzo, la BBC riporta le (feroci) critiche al live action che ha deciso di fare piazza pulita di un classico in nome di un non meglio specificato "modernismo".

Come se si definisse l’Iliade superata a favore di un qualsiasi piagnisteo in vetta alla classifica attuale dei bestseller, citando le parole del regista, Marc Webb, riferite dalle note ufficiali Disney che, e non potrebbe essere altrimenti, tira acqua al suo mulino: "Penso che tutte le belle storie si evolvano nel tempo. Diventano riflessi del mondo in cui viviamo", fa sapere esprimendo un’idea alquanto opinabile, mentre un recente articolo dell'Hollywood Reporter chiedeva: "Alcuni passi falsi di pubbliche relazioni hanno trasformato il marketing del film in una mela avvelenata?" e il comitato editoriale del New York Post , di proprietà di Rupert Murdoch, intervenuto questa settimana, ha dichiarato il film un disastro finanziario prima della sua uscita.

Secondo Rachel Zegler, interprete della Biancaneve attuale, il principe azzurro si trasforma in una sorta di stalker, evidenziando l’incapacità di parte delle nuove, e pure delle vecchie generazioni, di sapere contestualizzare una favola scritta presumibilmente nel Seicento e trasformata in film d’animazione negli anni Cinquanta. Ovvero quando la massima aspirazione concessa a una donna era un matrimonio più o meno felice (e c’è da dire che, al di là delle apparenze, è una mira che va alla grande anche oggi, seppur con implicazioni diverse. Insomma, l’idea di "attaccare il cappello" non è tramontata affatto, al di là di tutto il vario blablabla modernista).

La scelta di non seguire le linee narrative principali della fiaba ha ovviamente scatenato polemiche sul film e sulle sue interpreti: Zegler è stata contestata sui social in una reazione simile a quella sperimentata dall'attrice di colore Halle Bailey quando è stata scelta per il ruolo di Ariel in The Little Mermaid del 2023.

Tuttavia anche qui la confusione regna sovrana: infatti, se ora per interpretare un nativo americano, per dire, si deve scegliere un attore che sia effettivamente tale, non si capisce perché una sirena, diventata poi umana e descritta "bianca come la spuma del mare" debba diventare nera in ossequio alla stessa follia che nega la storia producendo addirittura samurai di colore (eventualità che in chiunque conosca la storia giapponese, e generale, suscita mal di pancia o risa folli, a seconda della flessibilità mentale).

Altre critiche sono arrivate a Gal Gadot, ovvero la matrigna: dopo aver pubblicato il suo sostegno a Israele sui social media e, soprattutto dopo gli attacchi del 7 ottobre di Hamas, si è espressa apertamente in difesa del suo Paese e contro l'antisemitismo. Ciò ha portato ad alcuni appelli da parte degli utenti dei social media pro-palestinesi a boicottare il film semplicemente perché lei vi è presente.

Le ricadute sul film si sono intensificate dopo le elezioni presidenziali statunitensi del 2024: Zegler ha scritto su Instagram di essere "affranta e spaventata", e che sperava che "gli elettori di Trump e Trump stesso non conoscessero mai la pace".

In risposta, Megyn Kelly, ex personalità di Fox News, ha attaccato l’attrice, dicendo nel suo programma radiofonico, "Questa donna è un maiale", e che la Disney avrebbe dovuto riassegnare il ruolo. A quel punto Zegler si è scusata con gli elettori di Trump, dicendo: "Ho lasciato che le mie emozioni prendessero il sopravvento".

Di polemica in polemica si arriva poi alla vexata quaestio dei sette nani: l’incomprensibile rielaborazione disneyana in creature magiche ha suscitato lo scontento di alcune persone affette da nanismo, che hanno accusato la Disney di averli privati di ruoli da attori, tanto da dichiarare questa settimana al Daily Mail : "Disney si sta sforzando troppo di essere politicamente corretta: così facendo sta danneggiando le nostre carriere e opportunità".

Forse proprio per questo turbinio di controversie, Disney ha scelto la Spagna per la première di un film così importante mentre quella prevista a Los Angeles si è svolta in un orario insolito e i giornalisti abituali del red carpet non sono stati invitati, anche se non sono noti per porre domande incisive.

Ma cercare di evitare altre discordie politiche e sociali non è l'unico problema del live action disneyano. Ci sono molte speculazioni online sul fatto che il film potrebbe essere realmente pessimo: il primo trailer è stato accolto con un'ondata di lamentele e The Guardian lo ha lapidariamente definito "la cosa più brutta mai proiettata".

Nonostante il monitoraggio del botteghino preveda un weekend di apertura di circa 50 milioni di dollari, il risultato sarebbe comunque mediocre per un potenziale blockbuster che, a quanto si dice, è costato oltre 200 milioni: se così fosse, si spera che il colpo possa indurre Disney a riconsiderare il rifacimento di storie considerate ormai dei classici e che il pubblico aspetta di vedere, o rivedere, trattate come tali.

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