Migliorano le prospettive per l'economia mondiale ma permangono rischi
L'economia globale ha continuato a migliorare in primavera, ancora trainata dai servizi, ma con segnali di rafforzamento anche nella manifattura. Negli Stati Uniti prosegue la crescita dei consumi; in Cina si espande l'attività nell'industria mentre resta debole la domanda interna, alimentando gli squilibri commerciali con i paesi avanzati. Secondo le stime più recenti dell'OCSE, nel 2024 l'incremento del PIL globale si collocherà al 3,1 per cento; sulla base di nostre valutazioni il commercio mondiale si espanderà del 2,2 per cento. L'eventuale aggravamento dei conflitti in corso rappresenta ancora il principale rischio al ribasso per la crescita globale.
Le politiche monetarie restano restrittive
In primavera l'inflazione ha ripreso a diminuire negli Stati Uniti, dopo un incremento nel primo trimestre, e ha continuato a ridursi nel Regno Unito. In giugno la Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi di riferimento per la settima riunione consecutiva, ribadendo la necessità che il processo di disinflazione si consolidi prima di avviare un allentamento delle condizioni monetarie. Anche la Bank of England e la Banca del Giappone hanno mantenuto invariati i tassi. Le condizioni dei mercati finanziari sono rimaste nel complesso stabili ma nell'area dell'euro hanno risentito dell'incertezza politica in Francia. Dopo le elezioni europee, il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali e i corrispondenti titoli tedeschi è salito in Francia mentre in Italia, dopo un temporaneo aumento, è tornato al di sotto dei livelli di aprile.
Nell'area dell'euro l'attività economica cresce moderatamente, mentre la disinflazione si attenua
Secondo nostre valutazioni, in primavera il PIL dell'area dell'euro si è espanso in misura contenuta, sospinto dal settore terziario. La disinflazione si è attenuata, soprattutto a causa della dinamica ancora sostenuta dei prezzi dei servizi. Prosegue tuttavia la discesa degli indicatori di fondo dell'inflazione, che depurano il segnale dalle fluttuazioni più erratiche. In base alle proiezioni di giugno degli esperti dell'Eurosistema, quest'anno l'inflazione diminuirà al 2,5 per cento, raggiungendo il 2,2 nel 2025 e l'1,9 nel 2026.
La BCE ha ridotto i tassi di interesse ufficiali
In giugno il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha ridotto di 25 punti base i tassi di riferimento. Ha inoltre ribadito di essere determinato a far sì che l'inflazione torni tempestivamente al suo obiettivo di medio termine, mantenendo i tassi su un livello sufficientemente restrittivo fino a quando sarà ritenuto necessario. Il Consiglio continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione monetaria, senza vincolarsi a uno specifico sentiero dei tassi ufficiali.
In Italia la crescita rimane contenuta
Dopo la moderata espansione del primo trimestre di quest'anno, secondo nostre stime il PIL in Italia ha continuato a crescere in misura contenuta in primavera; è stato sostenuto ancora dai servizi, in particolare del turismo, che beneficia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri. Per contro l'attività si è ridotta nelle costruzioni e nella manifattura. Dal lato della domanda, all'ulteriore espansione delle esportazioni e alle indicazioni positive sui consumi si associa un quadro meno favorevole per gli investimenti. Nelle nostre più recenti proiezioni macroeconomiche, elaborate nell'ambito dell'esercizio coordinato dell'Eurosistema, il prodotto aumenterà dello 0,6 per cento nel 2024 (dello 0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative), dello 0,9 nel 2025 e dell'1,1 nel 2026.
Si consolida l'avanzo del conto corrente
Nel primo trimestre del 2024 il surplus di conto corrente si è ampliato, risentendo positivamente del miglioramento del saldo dei beni. Gli investitori non residenti hanno effettuato elevati acquisti netti di titoli italiani, soprattutto del settore pubblico; nei primi sei mesi dell'anno è diminuito il saldo debitorio TARGET. La posizione creditoria netta sull'estero si è rafforzata.
Prosegue l'espansione dell'occupazione e la dinamica salariale rimane robusta
L'occupazione ha continuato ad aumentare nei mesi primaverili: a fronte di una partecipazione al mercato del lavoro stabile su livelli superiori a quelli osservati prima della pandemia, il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso, avvicinandosi a quello medio dell'area. La crescita del costo del lavoro nel settore privato non agricolo si è rafforzata nei mesi recenti, sospinta dai rinnovi contrattuali nel comparto dei servizi e dai pagamenti previsti dagli accordi già in vigore.
L'inflazione resta bassa
Negli ultimi mesi l'inflazione complessiva è rimasta su valori bassi e la componente di fondo si è ridotta lievemente. La disinflazione si è confermata più lenta per i servizi, per effetto sia delle componenti i cui listini si adeguano con ritardo all'andamento dell'indice generale, sia delle voci connesse con il turismo, per le quali la domanda resta elevata. Secondo le imprese l'inflazione al consumo si manterrebbe al di sotto del 2 per cento nel breve e nel medio termine. Nelle nostre proiezioni l'inflazione al consumo si collocherà su valori contenuti, all'1,1 per cento quest'anno e a poco più dell'1,5 nella media del biennio 2025-26.
Il costo del credito frena la domanda di prestiti
La stretta monetaria continua a incidere sul costo del credito. La flessione dei prestiti alle imprese prosegue, seppure attenuandosi; vi contribuiscono non solo una domanda di finanziamento modesta, per via degli alti tassi di interesse e della debolezza degli investimenti, ma anche criteri di offerta restrittivi a causa della diffusa percezione del rischio.
La Commissione europea raccomanderà per l'Italia l'apertura di una procedura per i disavanzi eccessivi
Commissione europea ha annunciato che raccomanderà l'apertura di procedure per i disavanzi eccessivi nei confronti di cinque paesi dell'area dell'euro, tra cui l'Italia. Per il nostro paese la Commissione stima infatti che il rapporto tra disavanzo e PIL, sebbene in forte contrazione rispetto al 7,4 per cento del 2023, resterà al di sopra della soglia del 3 per cento sia nell'anno in corso sia nel prossimo. In merito al Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla fine di giugno il Governo ha richiesto il pagamento della sesta rata a seguito del conseguimento dei 37 obiettivi previsti. All'inizio di luglio la Commissione ha inoltre approvato in via preliminare la domanda di pagamento della quinta rata.