La crescita globale potrebbe risentire pesantemente dell'adozione, da parte dell'Amministrazione statunitense, di nuovi dazi che, il bollettino economica della Banca d'Italia, definisce "una netta cesura rispetto alle politiche adottate finora". L'espansione del PIL mondiale, per Bankitalia, "potrà risentire significativamente degli effetti diretti e indiretti dei nuovi dazi e dell'incertezza connessa con le politiche commerciali restrittive".
Bankitalia: "I dazi peggiorano le prospettive per la crescita globale"
Nel bollettino, pubblicato oggi, si sottolinea come l'annuncio di un nuovo regime di tariffe "ha causato una rapida e decisa correzione dei mercati finanziari internazionali: i corsi azionari hanno registrato cali consistenti, soprattutto nei settori più esposti al commercio mondiale. Il marcato aumento della volatilità ha indotto gli investitori a riallocare i propri portafogli a favore di attività più sicure".
"Secondo le informazioni disponibili, il PIL dell'area dell'euro - si legge nel bollettino - ha continuato a crescere moderatamente nei primi mesi dell'anno. Il prodotto ha ulteriormente beneficiato dell'espansione dei servizi e di un recupero dell'attività nella manifattura, su cui tuttavia inciderà negativamente l'incertezza indotta dalle politiche commerciali statunitensi. L'inflazione è scesa, collocandosi poco al di sopra del 2 per cento".
Secondo le nostre valutazioni dell'istituto centrale , il PIL dell'Italia "è aumentato in misura moderata nei primi mesi dell'anno. L'attività economica è stata sospinta dalla dinamica dei consumi. Resta comunque debole l'andamento degli investimenti in beni strumentali, anche a causa del basso grado di utilizzo della capacità produttiva e di condizioni di finanziamento ancora restrittive. L'attività è stata sostenuta dai servizi; la manifattura ha segnato un lieve miglioramento, ma in prospettiva potrà subire le ripercussioni dei nuovi dazi e, più in generale, dell'instabilità del contesto internazionale. Nelle costruzioni, lo stimolo fornito dalla progressiva realizzazione delle opere del PNRR ha compensato la riduzione nel comparto abitativo".
"Dopo aver ristagnato nello scorcio del 2024 - sottolinea Bankitalia -, l'occupazione ha segnato un nuovo rialzo nei primi mesi dell'anno. Il tasso di disoccupazione è nuovamente diminuito, soprattutto fra i più giovani. La dinamica delle retribuzioni rimarrebbe sostenuta nel corso del 2025, concorrendo al recupero ancora parziale del potere d'acquisto delle famiglie. In prospettiva tuttavia le pressioni salariali si attenuerebbero".
Nel 2024 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche si è più che dimezzato rispetto al 2023, grazie al forte miglioramento del saldo primario, tornato positivo per la prima volta dal 2019. Vi ha contribuito soprattutto il venire meno del Superbonus. Per contro, il rapporto tra il debito e il PIL, fortemente influenzato dagli effetti di cassa di questa agevolazione concessa in passato, è aumentato leggermente, al 135,3 per cento.
Per quanto riguarda il Pil, il bollettino fa una precisazione importante, rispetto alle proiezioni rese note una settimana fa, prima della tempesta provocata dal "dossier dazi".
Quelle proiezioni, dice Banca d'Italia, "prefigurano che in Italia il prodotto aumenterà dello 0,6 per cento nell'anno in corso, dello 0,8 nel prossimo e dello 0,7 nel 2027. Lo scenario include una prima e necessariamente parziale valutazione degli effetti dei dazi annunciati il 2 aprile dagli Stati Uniti, ma non tiene conto degli impatti di eventuali misure ritorsive, delle possibili conseguenze sui mercati internazionali, della temporanea e parziale sospensione annunciata il 9 aprile. Il PIL sarà frenato dalla domanda estera per effetto dei dazi; sarà invece sostenuto dei consumi, favorita dal buon andamento dei redditi reali. Si valuta che l'inflazione al consumo si manterrà su valori intorno all'1,5 per cento sia nel 2025 sia nel 2026, per salire al 2,0 nel 2027. Su queste prospettive grava la possibilità di ricadute più accentuate dell'inasprimento delle politiche commerciali".