La Banca d'Inghilterra taglia i tassi di interesse

Redazione

La Banca d’Inghilterra ha annunciato oggi il taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, rispettando le precisioni della vigilia. A maggioranza (otto consiglieri a favore, uno solo contrario) , il comitato di politica monetaria dell'istituto centrale del Regno Unito ha portato il tasso chiave della banca al 4,75%, per il secondo taglio di quest'anno, dopo quello di agosto che aveva segnato una inversione di rotta della Banca.

La Banca d'Inghilterra taglia i tassi di interesse

La decisione trova una sua ragione nel netto rallentamento del fenomeno inflattivo, lasciando pensare che la BoE potrebbe decidere altri tagli se la situazione dell'andamento dei prezzi dovesse stabilizzarsi.
La Banca d'Inghilterra, comunque, ha confermato la previsione che la curva inflattiva tornerà a salire l'anno prossimo, per toccare il 2,75% circa, per poi stabilizzarsi intorno al 2%, che è l'obiettivo dell'Istituto.

Subito dopo l'ufficializzazione del taglio il governatore della Banca, Andrew Bailey, ha detto, nel corso di una conferenza stampa, che ''sulla base delle prove in evoluzione, un approccio graduale per rimuovere la restrizione politica resta appropriato'', aggiungendo, quindi, che ''la politica monetaria dovrà rimanere restrittiva per un tempo sufficientemente lungo, finché i rischi di un ritorno sostenibile dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine non si saranno ulteriormente dissipati''.

Nelle valutazioni del comitato di politica monetaria della BoE ha certamente pesato l'aumento delle tasse, per un ammontare di 40 miliardi di sterline, annunciato dal ministro delle Finanze, Rachel Reeves, così come una modifica alle norme sul debito del Regno Unito, che, secondo l’Office for Budget Responsibility, potrebbero far aumentare la crescita e l’inflazione nel breve termine.
Bailey ha anche sottolineato l’aumento dell’incertezza interna dovuto al bilancio del Regno Unito, affermando che la banca monitorerà attentamente il modo in cui le misure si trasmetteranno all’economia e, in particolare, al mercato del lavoro.