Migliaia di lavoratori sono scesi in piazza, a Buenos Aires, per protestare contro la riforma del lavoro presentata al Congresso, il parlamento del Paes, dal governo di Javier Milei. Una protesta che potrebbe portare, secondo i leader sindacali, ad uno sciopero generale nei prossimi mesi.
Argentina: proteste di piazza contro la riforma del lavoro presentata da Milei
La manifestazione è stata indetta dalla Confederazione Generale del Lavoro (CGT), la più grande federazione sindacale argentina, e sostenuta da altre organismi di rappresentanze dei lavoratori, movimenti sociali e partiti politici.
I dimostranti hanno espresso la loro condanna del progetto di riforma del lavoro promosso dall'Esecutivo, che propone cambiamenti nelle condizioni di assunzione, modifiche al sistema di retribuzione, riduzioni dei contributi a carico dei datori di lavoro e nuove norme per l'attività sindacale.
Su un palco allestito nell'iconica Plaza de Mayo, ai piedi della Casa Rosada (sede del Governo), la CGT ha tenuto un evento in cui i suoi principali leader hanno avvertito che combatteranno nelle strade e al Congresso.
"Stiamo vivendo nel nostro Paese un processo economico e politico che va contro gli interessi dei lavoratori. È un modello che genera un'apertura indiscriminata delle importazioni, disgrega la nostra struttura produttiva, chiude le nostre aziende e ogni giorno si perdono migliaia di posti di lavoro", ha affermato Cristian Jerónimo, uno dei tre segretari generali della CGT.
Dopo la mobilitazione, la senatrice Patricia Bullrich, del partito di Milei, ha assicurato che il disegno di legge sulla riforma del lavoro verrà discusso al Congresso a partire dal 10 febbraio 2026.
"Firmeremo un rapporto per lasciarlo aperto a modifiche e proponiamo di posticipare il dibattito al 10 febbraio", ha dichiarato Bullrich durante la sessione plenaria della Commissione Lavoro e Bilancio del Senato, dove si stanno discutendo i dettagli del disegno di legge.
Jorge Sola, uno dei segretari generali del sindacato, ha descritto la riforma del lavoro come "un attacco alla libertà che questo Governo difende tanto, all'unico patrimonio che hanno gli esseri umani, che è il lavoro".
Il leader ha assicurato che la CGT si opporrà "a ogni singolo punto" del disegno di legge del governo e ha previsto: "Ci ritroveremo con uno sciopero nazionale".
Alla protesta hanno partecipato membri del parlamento, senatori e leader politici dell'opposizione, tra cui il governatore della provincia di Buenos Aires, Axel Kicillof, che ha dichiarato ai media locali che "questa riforma del lavoro non contiene alcun elemento che avvantaggi i lavoratori".
La giornata di protesta è stata accompagnata da una serie di azioni da parte di vari sindacati, tra cui l'Associazione dei lavoratori statali (ATE), e da manifestazioni simultanee in città di diverse province del Paese.
Eduardo Belliboni, leader dell'organizzazione sociale Polo Obrero, ha partecipato alla marcia e ha dichiarato che l'iniziativa del governo nazionale è "una riforma schiavistica che cerca di eliminare i diritti dei lavoratori e non crea alcuna opportunità per coloro che non hanno accordi di contrattazione collettiva", riferendosi alle persone che fanno parte del mercato del lavoro informale.
Secondo lui si tratta di una "misura super regressiva per l'intero Paese, perché saranno maggiormente sfruttati mentre aumenta il numero di ore lavorative".