Nel corso dello scorso anno 2,8 milioni di italiani hanno subito una truffa o un tentativo di frode nell'ambito del commercio elettronico (acquisto online di beni fisici) per un danno economico totale stimato in più di 500 milioni di euro.
Allarme truffe online: 2,8 milioni di italiani coinvolti, danno da mezzo miliardo di euro
Questi i dati emersi dall’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat. Altro dato allarmante è che rispetto alla rilevazione relativa al 2023, il numero di vittime di truffa o tentativi di frode in questo ambito è aumentato del 9%.
Ma quali sono gli strumenti più utilizzati dai malfattori? Quali le fasce di popolazione più colpite? E cosa fanno i truffati dopo essere caduti in trappola? Secondo l’indagine, al primo posto ci sono i finti siti web, canale utilizzato nel 39,4% dei casi di truffa o tentativo di frode, seguito dalla falsa email (30,3%).
Non mancano, fra le armi dei truffatori, i metodi di comunicazione più moderni; più di 1 frode su 4 (25,8%) ha viaggiato attraverso i social network, mentre nel 15,9% dei casi attraverso App di messaggistica istantanea. Per quanto riguarda l’identikit dei truffati, contrariamente a quanto si possa pensare, dall’indagine è emerso come a subire più frequentemente una truffa o un tentativo di frode non siano gli anziani, bensì i consumatori più giovani.
A fronte di una media nazionale del 6,7%, la percentuale sale sopra l’8% sia nella fascia 25 - 34 anni sia in quella 45 - 54 anni. Altro dato interessante emerge analizzando il grado di istruzione delle vittime di truffa o tentativo di frode; i più colpiti sono risultati essere i rispondenti con un titolo di studio universitario, con un'incidenza pari a più del doppio rispetto alla media. Infine, suddividendo il campione su base geografica si scopre come l’area più colpita da truffe o tentativi di frode ai danni dei consumatori sia il Nord Ovest (7,5%).
Dall’indagine emerge, infine, che purtroppo quasi uno su due (49,2%) sceglie di non denunciare l’accaduto. Le ragioni dietro questo comportamento sono in alcuni casi economiche, in altri psicologiche. Quasi 4 rispondenti su 10 (38,5%) hanno dichiarato di aver scelto di non sporgere denuncia alle autorità poiché era certo che non avrebbe recuperato quanto perso, mentre quasi 1 su 4 (24,6%) perché il danno economico era basso. Il 16,9%, invece, ha ammesso di non aver denunciato perché si sentiva ingenuo ad essere caduto nella trappola, il 9,2% perché non voleva che i familiari venissero a conoscenza dell’accaduto.