È ormai polemica politica quella scatenata, in Spagna, dalla notizia delle accuse di violenza sessuale che una donna, minorenne negli anni '80, ha formulato contro Adolfo Suarez, icona della transizione dalla dittatura alla democrazia, morto nel 2014, dopo essere stato colpito dalla malattia di Alzheimer.
Spagna: Adolfo Suárez, icona della transizione dalla dittatura e morto nel 2014, accusato di abusi sessuali
A seguito delle accuse, il partito Podemos, con la sua leader, Ione Belarra, ha chiesto, ufficialmente, al governo e al parlamento spagnolo che Adolfo Suárez venga privato di ogni onorificenza che gli è stata, nel tempo, attribuita.
In una conferenza stampa al Congresso, Belarra ha chiesto innanzitutto la rimozione del nome di Adolfo Suárez dall'aeroporto di Madrid-Barajas (il principale della Spagna) e anche la rimozione di tutti i busti e i dipinti dell'ex uomo politico, che per cinque anni (dal 1976 al 1981) fu anche capo del governo.
Belarra ha ringraziato la vittima per il suo "coraggio nel farsi avanti" e denunciare un uomo che ha ricevuto le più alte onorificenze politiche del Paese e ha messo in discussione il modo in cui il potere è stato costruito nel Paese per anni.
"Quanti padri della democrazia, quanti statisti che sono saliti su un piedistallo, che ci hanno detto che dovremmo ammirarli, che dovremmo riconoscerli, che dovremmo citarli, erano in realtà abusatori sessuali e pedofili che hanno costruito il loro potere su quel gentlemen's agreement e su un'enorme quantità di privilegi", ha sottolineato la leader di Podemos.
Dopo aver accusato il PP, il PSOE e Vox di aver "protetto l'impunità" di potenti aggressori, ha ringraziato il movimento femminista e le leggi che proteggono le donne e le aiutano a identificare e denunciare le violenze.
Il 9 dicembre una donna ha denunciato alla Polizia nazionale di essere stata vittima di "continui abusi e aggressioni sessuali con abuso di potere e intimidazione" da parte dell'ex Primo Ministro Adolfo Suárez tra il 1983, quando aveva 17 anni, e il 1985.
Nella denuncia, la donna afferma di aver incontrato Suárez il 23 novembre 1982 (quando questi aveva già cessato di essere presidente del Governo e aveva 51 anni).
Da quel momento in poi, afferma che si sono svolti diversi incontri nell'ufficio del politico, ai quali è sempre stata convocata e ricevuta da una segretaria, di cui ha anche indicato i nomi.
Secondo la denuncia, il 4 marzo 1983, Suárez l'avrebbe aggredita su un divano, l'avrebbe baciata, le avrebbe toccato il seno senza il suo consenso e l'avrebbe costretta a praticargli sesso orale. La donna ha raccontato altri episodi di violenza sessuale tra il 1983 e il 1985, uno dei quali a casa del politico.
"Da quel momento in poi, la mia vita è cambiata, e io con lei. (...) Non sapevo come gestire la situazione; non osavo dire nulla a casa. Erano così entusiasti della mia amicizia con quell'uomo; pensavano che avessi già deciso il mio futuro. Non potevo semplicemente interrompere quella relazione da un giorno all'altro. Ero anche terrorizzata; pensavo che fosse un uomo molto potente e che se avessi rifiutato ciò che voleva, avrebbe potuto rovinarmi la vita ancora di più", si legge nella dichiarazione.
La donna spiega che ha preso la decisione di denunciare, nonostante Suárez sia morto e i crimini siano estinti, perché "nonostante il tempo trascorso" ha sofferto per tutta la vita le conseguenze degli eventi che sta denunciando e la costante rivittimizzazione di fronte alla narrazione pubblica che glorifica la figura del politico, nei media e nelle serie televisive.
La Polizia Nazionale, dopo aver ricevuto la denuncia, l'ha trasmessa al tribunale di Plaza de Castilla a Madrid, dove è in attesa dell'assegnazione a un tribunale specifico.