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Stati Uniti - Cina: e se stringessero un accordo?

Wei Yang, Head of Active Quant Solutions (AQS) di L&G
 
Stati Uniti - Cina: e se stringessero un accordo?
Da quando è stato eletto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato al centro di numerosi episodi eclatanti e a volte controversi. Tuttavia, c’è un ambito in cui i provvedimenti presi sono stati molto più contenuti rispetto a quelli annunciati, ovvero le relazioni con la Cina.

Non solo l’aumento dei dazi al 60% non si è ancora verificato, fermandosi molto prima, ma Pechino stessa non ha avuto reazioni particolarmente dure contro le nuove tariffe. Questo, assieme con la posizione assunta da alcune delle personalità più vicine al presidente Trump, ha fatto nascere un interrogativo che potrebbe avere un impatto significativo su tutta l’economia mondiale: “E se Usa e Cina fossero in procinto di firmare un accordo commerciale?”

Prima di procedere oltre, è bene specificare che, al momento in cui si scrive, questa è solo una supposizione, che potrebbe non trovare mai riscontro. Dall’altro lato, in qualità di investitori responsabili, è sempre bene essere preparati a tutte le evenienze e iniziare a studiare le implicazioni sui vari mercati azionari, se un evento simile si concretizzasse, soprattutto sul fronte orientale.

L’equity cinese, infatti, da anni si ritrova a combattere contro trend negativi, alcuni ciclici ma alcuni anche strutturali, come un mercato immobiliare che fatica a ripartire, una forte repressione normativa sui settori privati e tensioni geopolitiche elevate. Tutto ciò ha ridotto a livelli minimi la fiducia degli investitori. Tuttavia, ci sono segnali che indicano che un punto di svolta potrebbe non essere lontano:

Allocazioni ridotte. Nonostante il recente rally del comparto tech, la scarsa fiducia appena menzionata fa sì che ancora oggi l’esposizione degli investitori verso la Cina a livello globale sia piuttosto ridotta. Ciò significa che anche una minima variazione, in positivo, del sentiment basterebbe a generare grandi afflussi di capitale
 

Sostegni fiscali e politici. Da quando il governo centrale ha rivisto la sua politica nel settembre dello scorso anno, ha sempre mantenuto il suo focus sul rilancio della crescita del paese. Ciò è emerso molto chiaramente nelle ultime due sessioni, in cui le autorità si sono impegnate in misure di stimolo per contrastare la fase calante del ciclo economico, tra cui un ampliamento del deficit, una maggiore emissione di bond governativi e provvedimenti mirati per sostenere i consumi e stabilizzare sia il mercato immobiliare che quello azionario
 

Primi segnali di stabilizzazione del mercato immobiliare. L’ammontare di case vuote che si sta stabilizzando – in particolare nelle grandi città, i prezzi dei terreni che stanno aumentando e la stabilizzazione degli annunci per abitazioni non di prima fascia sono tutti segnali che il crollo del mercato immobiliare potrebbe essere in procinto di arrestarsi. La sua flessione, durata ben quattro anni, è stata una delle maggiori zavorre per l’economia cinese e un miglioramento delle condizioni potrebbe innescare quell’aumento della fiducia visto prima. Anche sul fronte dei consumi si osservano dati incoraggianti, con numerose aziende che affermano di vedere una propensione maggiore e trend incoraggianti per il 2025.
 

Potenziale ripresa dei guadagni. Dopo 10 anni di rendimenti azionari piatti (in larga parte dovuti al declino delle società immobiliari) e dopo le recenti preoccupazioni per una possibile deflazione, le aspettative sui guadagni sono tornate a salire. In particolare, gli sforzi per contrastare la sovraproduzione e per limitare il protezionismo locale potrebbero contribuire a migliorare la redditività, mentre una tendenza crescente ad attrarre l'attenzione degli azionisti potrebbe favorire una ripresa nei parametri come il ROE.
 

Se si considera poi che il mondo sembra aver preso le misure dei nuovi Stati Uniti guidati da Trump, tutti i paesi, inclusa la Cina, potrebbero trarre vantaggio da una rivoluzione sui di mercati, con gli investitori potenzialmente alla ricerca di un'esposizione ad asset scarsamente correlati. Inoltre, anche a seguito della recente correzione, il differenziale tra S&P 500 e azioni non statunitensi è ancora molto alto. L’indice MSCI All World ex US negli ultimi 10 anni ha subito numerosi declassamenti, arrivando ad avere un “prezzo scontato” del 40% rispetto alla controparte americana (almeno fino a poco tempo fa), quando nel 2015 il tasso di sconto era solo del 10% (dati Bloomberg aggiornati a marzo 2025). Tuttavia, questa finestra di opportunità potrebbe chiudersi presto, visto che la perdita di forza del dollaro andrebbe certamente a ridurre questo spread.

Alla luce di tutto quanto appena visto, un accordo commerciale tra Usa e Cina appare come un evento remoto, ma non impossibile, con il presidente statunitense che potrebbe inserire l’investimento nel suo paese come parte di un patto mirato a stabilizzare le relazioni tra Washington e Pechino. Per di più, sembra che un incontro tra Trump e Xi Jinping sia in programma presto e i punti all’ordine del giorno riguardano proprio il commercio, gli investimenti e la cooperazione sulla sicurezza. Pertanto, da questa occasione sarà possibile avere maggiori dettagli sulla possibilità che questo scenario si materializzi.

In conclusione, potremmo trovarci di fronte a un’opportunità contrarian sulle azioni cinesi, le quali potrebbero trarre beneficio da un eventuale accordo, ma anche qualora questo scenario non si verificasse, il Dragone non solo può contare sui fondamentali descritti prima, ma anche sui progressi fatti nel campo dell’intelligenza artificiale con il lancio di DeepSeek e su alcune caratteristiche interne che lo rendono particolarmente resiliente ai dazi commerciali.
 
Noi di L&G riteniamo che ad oggi i mercati non stiano ancora scontando un eventuale miglioramento del quadro geopolitico e un qualsiasi progresso in questo senso potrebbe riaccendere l’interesse verso il gigante asiatico, il quale, dopo anni di scarse allocazioni, sembra trovarsi in una posizione ideale per ottenere performance superiori alle aspettative, dando maggiori margini di guadagno a chi vi si esporrà per primo.

In conclusione, sebbene il rischio legato a questo segmento sia ancora elevato, le possibilità di un rimbalzo sono abbastanza alte da non poter essere ignorate.
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