Politica
Scrivi "campo largo", leggi Pd. Vittoria in Emilia-Romagna. Incertezza per l'Umbria
di Demetrio Rodinò
Anche se, come da consuetudine, i dati ufficiali arriveranno in tarda serata, il voto per l'elezione dei presidenti delle Regioni Emilia-Romagna e Umbria segnala, nella prima, una schiacciante vittoria della Sinistra, nella seconda una situazione in cui l'esito finale potrebbe essere deciso dalla classica manciata di schede. E in entrambe le regioni il Pd ha una posizione dominante nella coalizione vincente.
Michele de Pascale (nella foto) sarà il prossimo presidente dell'Emilia-Romagna, succedendo a Stefano Bonaccini in quella che è stata una competizione elettorale dall'esito scontato. Sino a che punto lo diranno i voti e le percentuali finali, che dovrebbero comunque confermare che per il centro-destra quello di espugnare il bastione della sinistra resta un sogno lontano. Il distacco alle 18.00 tra de Pascale e la candidata di centro-destra, Elena Ugolini, è talmente ampio (56,22 contro 40,71) da assumere i contorni di una dura sconfitta per la coalizione di centro-destra, anche se, ricordando le percentuali di un tempo, avere scollinato quota 40 non è un cattivo risultato in termini assoluti, come invece lo è in quelli politici.
Come sempre, quando si parla di elezioni regionali, i toni della contesa sono stati molto aspri, alimentati soprattutto dal distacco del corpo elettorale dall'esercizio del diritto di voto che, in Emilia-Romagna, ha determinato una percentuale del 46,42% quando appena quattro anni fa era stata del 67,67%. Un dato che, inequivocabilmente, traccia un'ulteriore cesura tra la gente ''normale'' e il voto, a conferma che il disamore verso la politica praticata rischia di essere un processo irreversibile.
D'altra parte, in Umbria ha votato il 52,3% degli aventi diritto che potrebbe significare una maggiore partecipazione emotiva alla competizione elettorale per l'incertezza nel testa a testa tra le due candidate maggiori (l'uscente Donatella Tesei, per il centro-destra; Stefania Proietti, per la sinistra) che ha forse motivato di più a recarsi alle urne. Occorrerà anche guardare alla composizione dei voti della coalizione, per capire il peso di ciascun partito - Tesei è espressione della Lega - e quale, ad esempio, sia stato il contributo di Stefano Bandecchi, sindaco di Terni, dove peraltro le prime proiezioni danno avanti il centro-sinistra.
Tra le tante incertezze, c'è una evidenza: in Emilia-Romagna la Lega ha visto i propri consensi crollare. Anche se occorre fare qualche precisazione. Le rilevazioni delle 18.00 danno la Lega ad un ''misero'' 5,5%, quando, quattro anno fa, aveva raccolto quasi il 32%, trainata dal fatto che candidata nell'impari lotta con Bonaccini c'era Lucia Borgonzoni, attuale sottosegretaria alla cultura.
Sempre che sia confermato, il voto di oggi manda in orbita Fratelli d'Italia, che dovrebbe essere intorno al 24%, quando nel 2020 era all'8,59, mettendo ancora più distanza tra sé e la Lega e certo creando qualche problema a Matteo Salvini che ha fatto della consultazione elettorale in Emilia-Romagna quasi un fatto personale, usando toni a dire poco accesi.
E in tema di risultati non lusinghieri, i Cinque Stelle sarebbero sotto l'ennesima soglia psicologica del 4%, continuando nella serie di arretramenti che è ormai una costante per il movimento.
Comunque, considerando il doppio appuntamento e se le ultime proiezioni (quella SWG, per La7, in Umbria dà avanti Stefania Proietti, con il 50,2%, mentre Donatella Tesei sarebbe al 46,8%, con il Pd al 30,4% e FdI al 19%) dovessero essere confermate, nel centro-destra qualche riflessione si dovrà pure fare.
Non tanto per la tenuta della coalizione, quanto per come essa si è avvicinata alle elezioni e per come ha condotto la campagna elettorale.
In Emilia-Romagna a impattare forse in modo non positivo al centro-destra sono state le polemiche, anche troppo vivaci, sulla risposta dello Stato e anche della Regione alle emergenze climatiche. Tanto che, pure se aspetta l'ufficialità, Michele de Pascale, sicuro vincitore, dopo avere ringraziato chi lo ha votato ed espressa preoccupazione per la bassa affluenza, ha detto di volere lavorare da subito per mettere in sicurezza il territorio, sfregiato dalle alluvioni, chiedendo che finisca sull'emergenza climatica la ''speculazione politica''.