Economia

Risiko bancario, MPS in prima linea: scontro tra fondi sull’OPS a Mediobanca, si tratta a Londra

di Luca Andrea
 
Risiko bancario, MPS in prima linea: scontro tra fondi sull’OPS a Mediobanca, si tratta a Londra
L’offerta pubblica di scambio lanciata da MPS su Mediobanca spacca il fronte dei grandi azionisti. BlackRock, Fidelity e Goldman dicono no, Vanguard, Norges e Pimco appoggiano. Lovaglio e Nagel in missione a Londra per convincere i fondi. Intanto Enasarco si rafforza in Piazzetta Cuccia. Il risiko bancario continua a scuotere il sistema finanziario italiano, con Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) in prima linea nel tentativo di ridisegnare gli equilibri del credito nazionale. L’offerta pubblica di scambio (OPS) lanciata da MPS su Mediobanca si è trasformata in un braccio di ferro tra colossi finanziari globali, evidenziando profonde divisioni tra gli azionisti istituzionali delle due banche. Secondo quanto filtrato da fonti vicine all’operazione, la proposta di MPS avrebbe trovato l’opposizione di un nutrito fronte di big internazionali: BlackRock, che detiene il 3,5% di Mediobanca, ha espresso un chiaro “no”, spalleggiato da Goldman Sachs, Fidelity, Morgan Stanley e Lazard, UBS. Una coalizione che da sola rappresenta una fetta significativa dell’azionariato e che rende ancora più arduo il percorso dell’aggregazione.

Dall’altro lato della barricata, si è formato un fronte favorevole, capitanato da Vanguard, Pimco, Norges Bank, Amundi e dai comparti gestiti da Eurizon (gruppo Intesa Sanpaolo) e Mediolanum. Questi ultimi vedrebbero nell’operazione un’occasione strategica per rafforzare il polo bancario attorno a MPS, con potenziali sinergie anche sul fronte del wealth management e dell’accesso ai mercati. Di fronte alla spaccatura tra investitori istituzionali, i vertici delle due banche hanno avviato un tour diplomatico e finanziario: Luigi Lovaglio (nella foto), AD di MPS, ha incontrato ieri a Londra diversi gestori internazionali, illustrando i benefici dell’operazione e rassicurando sul piano industriale e patrimoniale della banca senese. Oggi sarà il turno di Alberto Nagel, CEO di Mediobanca, che proverà a raffreddare gli animi e difendere l’indipendenza dell’istituto milanese. Il mercato però resta scettico: lo sconto implicito nell’offerta si è ulteriormente allargato e, secondo analisti di settore, mancherebbero ancora all’appello circa 2,6 miliardi di euro in valore di adesioni per rendere concretamente efficace il progetto. Nel frattempo, un nuovo attore istituzionale ha fatto il suo ingresso nella partita: l’ente previdenziale Enasarco (Ente Nazionale di Assistenza per gli Agenti e i Rappresentanti di Commercio) avrebbe costruito una posizione attorno al 2% del capitale di Mediobanca, con l’intento – secondo fonti vicine al dossier – di sostenere l’iniziativa promossa da MPS. Un movimento che potrebbe rivelarsi cruciale, considerata l’attuale frammentazione dell’azionariato e il peso che anche singole posizioni strategiche possono avere in sede assembleare. L’operazione MPS-Mediobanca è oggi al centro di un risiko che va ben oltre i confini dell’ordinaria finanza aziendale: è il simbolo di una nuova fase di concentrazione e riposizionamento nel settore bancario italiano, con Siena che – da banca “salvata” – tenta ora di dettare l’agenda. Le prossime settimane saranno decisive, tra roadshow internazionali, partite assembleari e un mercato che osserva, valuta e… scommette.
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