Economia
Prestiti in calo in Italia, persi oltre 55 miliardi in tre anni. Frena il credito a imprese e famiglie
di Demetrio Rodinò

Il credito bancario in Italia registra una flessione preoccupante: tra dicembre 2022 e maggio 2025, i finanziamenti concessi a imprese e famiglie sono diminuiti di oltre 55 miliardi di euro, passando da 1.327,6 miliardi a 1.272,5 miliardi, segnando un calo del 4,15%. È quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, che lancia un allarme sul ruolo delle banche nel sostenere l’economia reale.
Il comparto imprese è il più colpito, con una contrazione complessiva di 47,9 miliardi di euro (-7,4%) rispetto al 2022. In particolare, i prestiti di lungo termine (oltre 5 anni), fondamentali per gli investimenti produttivi, sono crollati del 16,17%, passando da 347,1 miliardi a 291,0 miliardi. Crescono invece i finanziamenti tra 1 e 5 anni (+7,2%), segnale di una preferenza per strumenti più flessibili e meno impegnativi sul lungo periodo.
Il credito alle famiglie mostra una tenuta leggermente migliore, attestandosi a 673,3 miliardi a maggio 2025, in calo dell’1,06% rispetto ai 680,6 miliardi del 2022. All’interno di questo segmento, spicca la crescita del credito al consumo (+12,5%), passato da 114,9 miliardi a 129,2 miliardi, spinto anche dal boom delle vendite a rate e delle piattaforme digitali. In aumento anche i mutui (+0,95%), mentre crollano i prestiti personali, scesi del 18,5% a 113,1 miliardi.
Nel solo ultimo anno, il calo dei prestiti bancari è stato pari a quasi 3 miliardi di euro, confermando una dinamica di rallentamento progressivo legata sia alla minore domanda, sia alla maggiore prudenza da parte delle banche, in un contesto segnato da tassi di interesse ancora elevati e da un clima di incertezza economica.
Il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, ha sottolineato la gravità del quadro: "Le banche devono tornare a fare il loro mestiere, ovvero finanziare l’economia reale. I dati confermano un progressivo ritiro del credito che rischia di soffocare la crescita, in particolare per le piccole e medie imprese". Spadafora richiama la necessità di semplificare la burocrazia, ridurre la rigidità nell’erogazione del credito e supportare il tessuto produttivo nazionale.
Secondo il report, i prestiti alle imprese sono passati da 647 miliardi del 2022 a 599,2 miliardi del 2025, con una riduzione di 47,9 miliardi. I finanziamenti a breve termine (fino a un anno) hanno mostrato una lieve crescita su base annua (+1,3%), ma restano inferiori ai livelli pre-crisi. I prestiti tra 1 e 5 anni hanno registrato un incremento del 6,38% rispetto al 2024 e del 7,2% rispetto al 2022.
Sul fronte delle famiglie, il credito al consumo ha sostenuto i consumi, ma la contrazione dei prestiti personali indica una maggiore cautela delle famiglie italiane, che scelgono strumenti più controllabili e compatibili con la loro capacità reddituale.
La contrazione del credito bancario in Italia, pari a oltre 55 miliardi di euro in tre anni, rappresenta un segnale d’allarme per la politica economica e monetaria. Un sistema produttivo che riduce l’accesso al credito di lungo termine e famiglie che ridimensionano il ricorso al debito non finalizzato mettono in evidenza la necessità di un sostegno strutturale per stimolare investimenti e consumi.