Economia
Piazza Affari chiude in calo.Tensioni in Medio Oriente affondano i listini. Persi 185 miliardi in Europa

L’ultima seduta della settimana si chiude in profondo rosso per Piazza Affari, travolta dalle crescenti tensioni geopolitiche tra Israele e Iran. A pagare il prezzo dell’instabilità internazionale sono stati tutti i principali listini europei, che in una sola giornata hanno bruciato 185 miliardi di euro di capitalizzazione, passando da 19.891 a 19.706 miliardi.
L’indice FTSE Mib ha perso l’1,28%, scendendo a 39.439 punti, con oscillazioni comprese tra 39.200 e 39.584 punti. Il bilancio settimanale è ancora più pesante, con un calo complessivo del 2,86%, che riflette un clima di crescente incertezza tra gli investitori.
Il calo di Milano è in linea con quello delle altre principali piazze finanziarie europee: Francoforte ha lasciato sul terreno l’1,07%, Madrid l’1,23%, Parigi l’1,04%, mentre Londra ha contenuto le perdite allo 0,39%. Sui mercati ha pesato l’attacco israeliano a Teheran, che ha innescato un nuovo balzo del petrolio (oltre +8%) e alimentato i timori di un rischio sistemico per l’energia globale.
Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, avverte: “Le prossime ore saranno cruciali. Ogni segnale di de-escalation potrebbe calmare i mercati, ma un ulteriore deterioramento rischia di innescare uno shock energetico e finanziario globale”. Tra gli asset da monitorare: petrolio, gas naturale, oro, valute rifugio (USD, CHF, JPY) e titoli dei settori energia e difesa.
Il crollo ha colpito duramente il comparto bancario. In particolare, Banca Popolare di Sondrio ha perso il 2,45% a 11,55 euro dopo il giudizio critico del CdA sull’OPS di BPER Banca (-1,28% a 7,55 euro), ritenuta non congrua nel valorizzare adeguatamente l’istituto valtellinese.
In sofferenza anche Generali (-1,47% a 30,82 euro), al centro dell’operazione lanciata da Mediobanca (-1,67%), con un’offerta su Banca Generali (-1,21%), ancora in fase di valutazione da parte della compagnia assicurativa.
Pesante il calo di Stellantis (-3,39%) e di Nexi, che scivola di quasi il 5% a 4,837 euro, segnalando una crescente sfiducia sul comparto tech-finance.
Controcorrente ENI, che guadagna l’1,04% a 14,002 euro grazie al balzo del prezzo del greggio (future luglio sotto i 72,5 dollari al barile, dopo un picco intraday di 77,6). Bene anche Tenaris (+0,16%) e Leonardo, che si rafforza dello 0,43% a 48,61 euro, spinta dalle attese su maggiori spese militari a livello globale.
Tra i pochi titoli in forte crescita, brilla Class Editori, che prosegue il rally delle ultime sedute salendo dell’8,33% a 0,195 euro, sostenuto da volumi elevati e interesse speculativo.
Sul fronte obbligazionario, lo spread Btp-Bund è salito a 95 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,5%. Sul valutario, l’euro ha superato quota 1,155 dollari, mentre il bitcoin ha recuperato terreno attestandosi sopra i 105.500 dollari (circa 91.500 euro).
Gli operatori restano in attesa di sviluppi sulla crisi mediorientale. Una de-escalation potrebbe riportare fiducia sui mercati, ma al momento la prudenza domina. L’attenzione si concentra sui mercati energetici e sulle eventuali risposte diplomatiche o militari, che potrebbero condizionare pesantemente le prossime sedute di Piazza Affari e non solo.