Ultime notizie

Pharus: Recessione o Reset? Cosa Fare in un 2025 incerto

 
Pharus: Recessione o Reset? Cosa Fare in un 2025 incerto
Come risposta il presidente Trump attacca verbalmente Powel ed incita ancora una volta la FED ad abbassare preventivamente i tassi, arrivando a definire Powel addirittura un perdente e mettendo ancora una volta in discussione il suo operato, definendolo come responsabile di un rallentamento economico. Il risultato è stato un calo generalizzato degli asset rischiosi, con il dollaro e i principali indici azionari in flessione.

Nel frattempo la Banca centrale europea ha ridotto i tassi di 25 punti base per la settima volta da giugno portando il costo del denaro al 2,25%, in una decisione unanime. La presidente Lagarde ha spiegato che l’impatto dei dazi sull’inflazione sarà chiaro solo nel tempo e che L’incertezza sarà dunque molto elevata, con la Banca centrale europea che continuerà a seguire il suo approccio: ovvero deciderà i suoi prossimi passi riunione dopo riunione.

Torniamo in USA dove dal punto di vista macro i dati continuano a sorprendere in positivo. Le vendite al dettaglio sono salite dell’1,4% a marzo, al massimo storico, ed anche la produzione industriale mostra segnali di resilienza, con la manifattura e il settore minerario in lieve espansione. Tuttavia, i dati "soft" – come i sondaggi sulla fiducia dei consumatori e delle imprese – raccontano un’altra storia: aumentano le attese di disoccupazione, l’inflazione percepita risale, e la fiducia nei mercati azionari cala.

Il quadro che emerge è quello di un'economia in bilico: ancora resiliente nei numeri, ma sappiamo che i dati macro sono sempre in ritardo, così il mercato guarda avanti e vede un’economia molto sotto pressione. 

Questo scetticismo e negatività generalizzata emerge chiaramente dall’ultima fund management survey, ovvero il tradizionale sondaggio mensile realizzato da Bank of America tra i gestori, che evidenzia Il quinto sondaggio più ribassista realizzato negli ultimi 25 anni (dopo il 2001, 2009, 2019 e 2022), con ben l’82% dei gestori che si aspetta un indebolimento dell’economia globale ed il 49% che si attende una recessione. 
 
Per renderci conto del veloce deterioramento del sentiment ci basta evidenziare come questi ultimi due indicatori erano il mese scorso rispettivamente al 44% ed all`11%, con le aspettative di recessione salite al quarto più elevato livello degli ultimi 20 anni insieme ad una risalita delle aspettative di inflazione attesa in crescita per il 57% degli intervistati. 
 
Questo, sempre secondo i partecipanti al sondaggio, porterà ad un calo dei profitti aziendali (per il 28% degli intervistati) e per il 61% continuerà il deprezzamento del dollaro. Salgono di conseguenza le aspettative di tagli dei tassi da parte della FED e si vede per la prima volta chi inizia a scontare 4 tagli dei tassi nel 2025. 
 
Per il 73% dei gestori l’eccezionalismo americano ha raggiunto il suo picco e la guerra commerciale che innesca una recessione globale è considerata il maggiore rischio di coda secondo l'80% degli investitori, la maggiore concentrazione di rischio di coda negli ultimi 15 anni. 

Nel frattempo, è partita la reporting season, iniziata senza disastri con risultati delle banche che sono stati solidi, e i colossi della sanità come JNJ e Abbot hanno battuto le attese. Il vero test sarà però nelle prossime settimane, con le trimestrali dei grandi nomi.

Le attese di consenso ci parlano di una crescita utili del +10% per fine anno per l’S&P500, che ricordiamo essere già scese rispetto al +15% atteso ad inizio anno, ed oggi più in linea alla crescita media storica compresa tra l`8% ed il 10%. 

Ci vorranno ora un po' di mesi per capire se questo +10% sarà realizzato oppure se queste stime dovranno scendere ancora, e tutto dipenderà dall’evoluzione delle politiche commerciali e dalle relazioni geopolitiche. Sicuramente il focus degli investitori a questo punto sarà più sulle guidance fornite dalle società, piuttosto che sul numero riportato, e non ci sorprenderemmo se Molte aziende sfrutteranno l’instabilità attuale tra dazi ed il contesto di volatilità per trasmettere al mercato cautela ed incertezza. Magari sarà solo Una mossa tattica per Abbassare l’asticella delle aspettative in un momento di comune difficoltà, per poi batterle più avanti quando avranno maggiore visibilità, sarebbe una tecnica già altre volte ampiamente utilizzata dalle società, ma il contesto di incertezza è ancora troppo elevato ed è quindi ancora troppo presto per capire come evolveranno gli utili aziendali. 

I mercati dovranno quindi navigare senza la loro bussola principale, avvero gli utili aziendali, nei prossimi mesi, ma per l’investitore consapevole e razionale, la bussola resta quella della qualità e della selettività, cercando le aree di mercato dove le aspettative sono già molto basse ed è inferiore il rischio che vengano ulteriormente ridotte.

Le valutazioni stanno rientrando in territori interessanti anche sul mercato americano, mentre continuano ad essere molto supportive sia in Europa che in Cina, ma servirà tempo al mercato per ri-normalizzarsi e continuerà la volatilità, un contesto dove è richiesta una delle virtù più importanti negli investimenti, ma anche più difficile per l’investitore, ovvero molta pazienza.

Come risposta il presidente Trump attacca verbalmente Powel ed incita ancora una volta la FED ad abbassare preventivamente i tassi, arrivando a definire Powel addirittura un perdente e mettendo ancora una volta in discussione il suo operato, definendolo come responsabile di un rallentamento economico. Il risultato è stato un calo generalizzato degli asset rischiosi, con il dollaro e i principali indici azionari in flessione.

Nel frattempo la Banca centrale europea ha ridotto i tassi di 25 punti base per la settima volta da giugno portando il costo del denaro al 2,25%, in una decisione unanime. La presidente Lagarde ha spiegato che l’impatto dei dazi sull’inflazione sarà chiaro solo nel tempo e che L’incertezza sarà dunque molto elevata, con la Banca centrale europea che continuerà a seguire il suo approccio: ovvero deciderà i suoi prossimi passi riunione dopo riunione.

Torniamo in USA dove dal punto di vista macro i dati continuano a sorprendere in positivo. Le vendite al dettaglio sono salite dell’1,4% a marzo, al massimo storico, ed anche la produzione industriale mostra segnali di resilienza, con la manifattura e il settore minerario in lieve espansione. Tuttavia, i dati "soft" – come i sondaggi sulla fiducia dei consumatori e delle imprese – raccontano un’altra storia: aumentano le attese di disoccupazione, l’inflazione percepita risale, e la fiducia nei mercati azionari cala.

Il quadro che emerge è quello di un'economia in bilico: ancora resiliente nei numeri, ma sappiamo che i dati macro sono sempre in ritardo, così il mercato guarda avanti e vede un’economia molto sotto pressione. 

Questo scetticismo e negatività generalizzata emerge chiaramente dall’ultima fund management survey, ovvero il tradizionale sondaggio mensile realizzato da Bank of America tra i gestori, che evidenzia Il quinto sondaggio più ribassista realizzato negli ultimi 25 anni (dopo il 2001, 2009, 2019 e 2022), con ben l’82% dei gestori che si aspetta un indebolimento dell’economia globale ed il 49% che si attende una recessione. 

Per renderci conto del veloce deterioramento del sentiment ci basta evidenziare come questi ultimi due indicatori erano il mese scorso rispettivamente al 44% ed all`11%, con le aspettative di recessione salite al quarto più elevato livello degli ultimi 20 anni insieme ad una risalita delle aspettative di inflazione attesa in crescita per il 57% degli intervistati. 

Questo, sempre secondo i partecipanti al sondaggio, porterà ad un calo dei profitti aziendali (per il 28% degli intervistati) e per il 61% continuerà il deprezzamento del dollaro. Salgono di conseguenza le aspettative di tagli dei tassi da parte della FED e si vede per la prima volta chi inizia a scontare 4 tagli dei tassi nel 2025. 

Per il 73% dei gestori l’eccezionalismo americano ha raggiunto il suo picco e la guerra commerciale che innesca una recessione globale è considerata il maggiore rischio di coda secondo l'80% degli investitori, la maggiore concentrazione di rischio di coda negli ultimi 15 anni. 

Nel frattempo, è partita la reporting season, iniziata senza disastri con risultati delle banche che sono stati solidi, e i colossi della sanità come JNJ e Abbot hanno battuto le attese. Il vero test sarà però nelle prossime settimane, con le trimestrali dei grandi nomi.

Le attese di consenso ci parlano di una crescita utili del +10% per fine anno per l’S&P500, che ricordiamo essere già scese rispetto al +15% atteso ad inizio anno, ed oggi più in linea alla crescita media storica compresa tra l`8% ed il 10%. 

Ci vorranno ora un po' di mesi per capire se questo +10% sarà realizzato oppure se queste stime dovranno scendere ancora, e tutto dipenderà dall’evoluzione delle politiche commerciali e dalle relazioni geopolitiche. Sicuramente il focus degli investitori a questo punto sarà più sulle guidance fornite dalle società, piuttosto che sul numero riportato, e non ci sorprenderemmo se Molte aziende sfrutteranno l’instabilità attuale tra dazi ed il contesto di volatilità per trasmettere al mercato cautela ed incertezza. Magari sarà solo Una mossa tattica per Abbassare l’asticella delle aspettative in un momento di comune difficoltà, per poi batterle più avanti quando avranno maggiore visibilità, sarebbe una tecnica già altre volte ampiamente utilizzata dalle società, ma il contesto di incertezza è ancora troppo elevato ed è quindi ancora troppo presto per capire come evolveranno gli utili aziendali. 

I mercati dovranno quindi navigare senza la loro bussola principale, avvero gli utili aziendali, nei prossimi mesi, ma per l’investitore consapevole e razionale, la bussola resta quella della qualità e della selettività, cercando le aree di mercato dove le aspettative sono già molto basse ed è inferiore il rischio che vengano ulteriormente ridotte.

Le valutazioni stanno rientrando in territori interessanti anche sul mercato americano, mentre continuano ad essere molto supportive sia in Europa che in Cina, ma servirà tempo al mercato per ri-normalizzarsi e continuerà la volatilità, un contesto dove è richiesta una delle virtù più importanti negli investimenti, ma anche più difficile per l’investitore, ovvero molta pazienza.
  • villa mafalda 300x600
  • PP evolution boost estivo giugno 2024
Rimani sempre aggiornato sulle notizie di tuo interesse iscrivendoti alla nostra Newsletter
Notizie dello stesso argomento
Energy partecipa a Intersolar Europe per presentare soluzioni di accumulo dedicate al mercato europeo
23/04/2025
Energy partecipa a Intersolar Europe per presentare soluzioni di accumulo dedicate al merc...
Urso approva Accordo di sviluppo da 94 mln con Lift Truck Equipment e Toyota Material Handling
23/04/2025
Urso approva Accordo di sviluppo da 94 mln con Lift Truck Equipment e Toyota Material Hand...
Valsoia lancia la prima linea di alternative vegetali allo yogurt probiotico
23/04/2025
Valsoia lancia la prima linea di alternative vegetali allo yogurt probiotico
21Shares - Un alleato di Trump alla SEC riaccende le speranze per un’agenda pro-cripto
23/04/2025
di Adrian Fritz, Head of Research di 21Shares
21Shares - Un alleato di Trump alla SEC riaccende le speranze per un’agenda pro-cripto