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Ofi Invest AM: Il rallentamento degli Usa può segnare la ripresa dell’Europa

di Ombretta Signori, Head of Macroeconomic Research and Strategy di Ofi Invest AM
 
Ofi Invest AM: Il rallentamento degli Usa può segnare la ripresa dell’Europa
Gli Stati Uniti hanno chiuso il 2024 con risultati ottimi, ma, nonostante i fondamentali restino solidi, l’incertezza portata dai primi mesi dell’amministrazione Trump sta iniziando a emergere, sia tra i maggiori player di mercato, sia dai sondaggi condotti con famiglie e imprese. Infatti, dopo un’annata molto positiva, a gennaio si è iniziato a osservare come queste abbiano iniziato a spendere meno e a risparmiare di più. Questo è un indicatore molto importante in quanto, considerando che anche il mercato del lavoro non si trova più in uno status di eccesso di domanda, farebbe emergere un quadro preoccupante, legato a un’inflazione che, nonostante gli ultimi dati, resta ancora molto alta e ai primi dazi che stanno venendo applicati contro vari mercati.

L’inflazione in particolare potrebbe rivelarsi una vera spina nel fianco per gli Usa. È vero che il dato di febbraio mostrava un calo a 2,8%, ma dopo una crescita dello 0,1% a gennaio e una componente core in salita da 3,2% a 3,3%. Ma anche il segmento connesso ai servizi resta particolarmente alto, soprattutto nel comparto del leisure, ovvero quello maggiormente correlato alla forza generale della domanda. In realtà, bisogna dire che è ancora presto per dire se ci troviamo in presenza di un trend consolidato e i dati dei prossimi mesi potrebbero smentire le previsioni più funeste, ma con la prossima riunione ormai imminente la Fed non ha alcuna fretta di procedere con un taglio dei tassi d’interesse.

Da un mercato in cui si iniziano a osservare dei primi segnali di rallentamento, si passa a uno, quello europeo, in cui le proiezioni si stanno facendo più ottimistiche. I risultati delle elezioni in Germania sono stati quelli ampiamente preventivati e tutto fa pensare a una grande coalizione governativa guidata da Friedrich Merz e dalla sua CDU assieme alla SPD. È vero che i seggi che hanno ottenuto AfD e Die Linke fanno presumere che operare delle riforme costituzionali sarà molto difficile in futuro, ma l’esito positivo dei negoziati con socialdemocratici e Verdi ha portato grande ottimismo sull’istituzione di un fondo decennale di 500 miliardi per spese in infrastrutture e sull’aumento a tempo indeterminato dell’1% degli investimenti in difesa. Oltre a ciò, i 16 lander tedeschi riceveranno una speciale esenzione dal vincolo dello 0,35% del Pil.

Oltre a quanto sta succedendo a Berlino e all’approvazione del RearmEU da parte dell’Unione Europea, nel Vecchio Continente si osserva che le imprese stanno ancora faticando a raggiungere una fase di espansione ben avviata, con la Francia che è ancora in sofferenza. Inoltre, i dati di febbraio hanno mostrato che non ci sono segnali di ripresa significativa in questo primo trimestre. L’inflazione però a gennaio è scesa al 2,4% annuo e ciò rende quasi certo un ulteriore taglio di 25 punti base dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea.
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