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Nuovi dazi dal 2 aprile: “Giornata della Ricalibrazione”

di Jennifer Bender, Global Chief Investment Strategist di State Street Global Advisors
 
Nuovi dazi dal 2 aprile: “Giornata della Ricalibrazione”
Mentre ci avviciniamo al 2 aprile, giorno che il presidente Trump ha definito “Giornata della Liberazione”, quando verranno imposti una serie di dazi a diversi paesi, analizziamo le ragioni per cui gli investitori devono essere pronti a ricalibrarsi.

Gli investitori si stanno preparando a quella che potrebbe essere una significativa fonte di movimenti di mercato in vista del 2 aprile. Dazi più severi del previsto potrebbero pesare sui rendimenti degli asset, mentre dazi più leggeri del previsto potrebbero generare un rally del mercato. Una reazione di mercato contenuta sarebbe in effetti una sorpresa. Qualunque cosa accada, il 2 aprile segnerà la fine di un ciclo frenetico di notizie e informazioni durato dieci settimane, durante il quale i mercati hanno dovuto elaborare in tempo reale decisioni di politica economica in continuo cambiamento e il loro impatto sui flussi di cassa economici e fondamentali. Di conseguenza, dall’inizio del mandato del presidente Trump, abbiamo assistito a numerosi annunci relativi ai dazi che hanno innescato una maggiore volatilità nei mercati azionari e obbligazionari.

I mercati statunitensi sono stati i più colpiti da questo vortice di incertezza macroeconomica derivante dalle mutevoli posizioni dei policymakers statunitensi. I mercati azionari statunitensi hanno iniziato l'anno con slancio, raggiungendo un picco a metà febbraio, per poi scendere in territorio di correzione a metà marzo, prima di rimbalzare nelle ultime settimane. Da inizio anno, l’indice S&P 500 è sceso solo del 3%, un dato che, a questo punto, sembra quasi sorprendente. Mentre gli Stati Uniti hanno oscillato tra guadagni e perdite, i mercati internazionali hanno registrato prevalentemente guadagni quest'anno. Le azioni dell’Eurozona e della Cina sono state tra le più brillanti, nonostante siano state il target principale degli annunci sui dazi.

“Giornata della Liberazione” significa Ricalibrazione

Come un GPS che cerca di ricalcolare il percorso dopo alcune svolte inaspettate, il sentiment continua a riaggiustarsi ad ogni svolta legata alle notizie sui dazi. In questo contesto, nei nostri modelli tattici abbiamo alternato l’acquisto e la vendita di azioni statunitensi nelle ultime settimane, sfruttando opportunisticamente questi cambiamenti nel sentiment.

In particolare, abbiamo considerato la differenza tra revisioni al rialzo e al ribasso da parte degli analisti sulle vendite e sugli utili. Negli ultimi mesi, abbiamo assistito ad un peggioramento dei dati relativi agli Stati Uniti, mentre quelli non statunitensi (in particolare quelli europei) sono migliorati – un fattore che ha influenzato la nostra scelta di sovrappesare l’Europa in vista della “Giornata della Liberazione”.

Nonostante l’appellativo attribuito dall’amministrazione, questo evento dovrebbe piuttosto essere un segnale per gli investitori per ricalibrare le aspettative sulla vulnerabilità degli asset a fronte di politiche economiche non definite. Senza contare la necessità di ricalibrarsi o riorientarsi rispetto al fatto che, sebbene il 2 aprile possa rappresentare il culmine di dieci settimane di notizie frenetiche, ciò non significa che l’incertezza cesserà o che il mercato tornerà rapidamente alla normalità.

L’Indice di Incertezza delle Politiche Economiche Statunitensi per il Commercio è del 1.604% superiore alla sua media storica di lungo periodo. L’unica altra volta in cui l’indice ha raggiunto un livello così elevato è stato nel 2018, durante il primo mandato di Trump e il primo ciclo di dazi di ritorsione. Il punto è che, sebbene il 2 aprile possa offrire un breve periodo di chiarezza, è improbabile che sia l’ultima svolta improvvisa delle politiche commerciali alla quale il “GPS” del mercato dovrà adattarsi. Di conseguenza, “Giornata della Ricalibrazione” potrebbe essere un nome più appropriato per caratterizzare questa data sul calendario.

Gli investitori devono iniziare a ricalibrare le loro aspettative rispetto ad una minore cooperazione globale e a ciò che significherebbe se i singoli paesi diventassero ugualmente restrittivi – vale a dire, se le aziende statunitensi non fossero più in grado di generare il 40% dei loro profitti all’estero. Gli investitori devono anche prepararsi ad una potenziale inflazione transitoria, nonché alla reazione dei policymaker (e degli asset) delle banche centrali ad un aumento dell’inflazione in questo nuovo equilibrio economico fatto di arresti e ripartenze.

 
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