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Mercati globali: prospettive per USA, Europa e UK nel 2025

A cura di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments
 

USA: più domande che risposte, ma la forza dell'economia è confortante

L'unica cosa di cui sono certo è che l'economia statunitense è ben impostata ed evidenzia uno scenario ideale di disinflazione senza una significativa recessione o un calo dell'occupazione. Questo successo si evince dalle previsioni di inflazione per la fine del 2025, che cominciano a risalire negli Stati Uniti sotto la spinta dalla forza dell'economia, mentre l'Europa rimane ferma sul livello target per via dei suoi affanni economici. Nel Regno Unito, invece, i segnali si muovono nella direzione sbagliata: l'inflazione è in aumento nonostante la crescita sia in calo.


Tuttavia, uno dei propulsori dell'economia statunitense è stato il deficit del bilancio federale, che attualmente si aggira intorno al 7% del PIL, un livello molto alto per un'economia che non è né in recessione né in guerra. Non bisogna però dimenticare i bond vigilantes: se le autorità competenti non terranno sotto controllo i deficit di bilancio e l'inflazione, lo faranno loro, spingendo i rendimenti obbligazionari in alto fino a innescare, se necessario, una recessione correttiva. Ne stiamo già vedendo i primi effetti sul mercato immobiliare statunitense attraverso l'aumento dei mutui. I vigilantes obbligazionari sono la più grande barriera macroeconomica all'agenda di Trump – in assenza di barriere politiche – sufficienti a contenere almeno quelle politiche che pesano di più sulle finanze pubbliche e che farebbero incrementare il deficit federale. Al momento, alla luce del contesto economico positivo, con tassi d'interesse in calo e deregolamentazione in arrivo, restiamo sovraesposti alle azioni statunitensi, anche se i prezzi attuali inglobano già gran parte dei fattori di cui sopra.

Europa: svolta economica possibile malgrado gli ostacoli strutturali e politici

I problemi strutturali della Germania e dell'industria manifatturiera europea, dovuti alla perdita del gas russo a basso costo e al passaggio ai veicoli elettrici, freneranno l'economia per anni. Queste tensioni sono evidenti anche nel sistema politico, come dimostra la caduta dei governi di Francia e Germania dovuta al malcontento degli elettori. Ma non mancano i motivi di ottimismo. Le economie dell'Europa meridionale, duramente colpite dalla crisi dell'euro, hanno completato la fase di risanamento e sono in espansione. Inoltre, l'enorme accumulo di risparmio dei consumatori fa sì che una rinnovata fiducia possa dare nuovo impulso alla spesa, trasformandola in un motore di crescita. In Europa prevediamo un'accelerazione congiunturale ma non un vero e proprio boom. Un altro fattore di supporto per l'Europa è la possibilità che quest'anno anche l'economia cinese inverta la rotta. Ciò darà impulso alle esportazioni e, in particolare, al settore manifatturiero, che sta attraversando un periodo di contrazione.

Regno Unito alle prese con un grave dilemma fiscale

L'aumento dei rendimenti dei Gilt ha seguito in larga misura l'aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi dato il ruolo svolto dai bond vigilantes. Questo sviluppo ha riportato l'attenzione sui problemi strutturali dell'economia britannica. L'aumento dei rendimenti dei Gilt ha di fatto azzerato il margine di manovra nella legge di bilancio. Sebbene esista la possibilità che il governo riesca a evitare di imporre ulteriori aumenti delle tasse, appare probabile un intervento tempestivo sulle imposte, volto se non altro a scongiurare i rischi e ribadire l'impegno della Cancelliera dello Scacchiere al rigore fiscale. La mancanza di certezze su eventuali ulteriori aumenti delle tasse e sul futuro in generale induce i consumatori a continuare ad accumulare risparmi in via precauzionale. A nostro avviso, per generare crescita servirà risolvere i problemi fiscali piuttosto che aumentare ulteriormente le tasse. Ciò è fattibile, ma a costo di decisioni difficili e con il rischio di causare un ulteriore aumento del deficit, dato che i problemi irrisolti pregiudicano il funzionamento dell'intero sistema.

 

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