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Cinque idee per l'obbligazionario per il 2025

A cura di Marco Giordano, Investment Director di Wellington Management
 

Nonostante il carry elevato e il continuo restringimento degli spread, nel 2024 i mercati obbligazionari hanno generalmente prodotto rendimenti totali modesti, messi alla prova dal persistere dell'inflazione e dalle preoccupazioni per la sostenibilità fiscale. Con le banche centrali che mantengono una politica monetaria accomodante e il sussistere di rendimenti elevati, siamo convinti che i mercati obbligazionari offrano molteplici opportunità interessanti. Elementi quali politiche monetarie divergenti, incertezza geopolitica, dazi e una volatilità potenzialmente in aumento potrebbero creare importanti opportunità per la rotazione dei settori e la selezione dei titoli. Siamo lieti di condividere le nostre cinque idee migliori per l'obbligazionario per il 2025.

 

Reddito fisso senza vincoli – A nostro parere, le strategie obbligazionarie total return meno vincolate dai benchmark potrebbero essere meglio posizionate per attraversare questa fase finale del ciclo economico/creditizio, che prevediamo coinciderà con un aumento della volatilità.

Viste le diverse direzioni di politica monetaria che le banche centrali potrebbero intraprendere, prevediamo una continua dispersione in termini di crescita economica e inflazione, con conseguenti dislocazioni del mercato. In un contesto di mercato e politico incerto, è inoltre importante che gli investitori mantengano un approccio agile alle allocazioni di portafoglio, detenendo posizioni significative in liquidità e titoli di Stato dei paesi sviluppati per poter sfruttare al meglio le opportunità di mercato man mano che emergeranno.

 

Euro High Yield – I rendimenti all-in continuano a rappresentare un'opportunità interessante per gli investitori alla ricerca di un elevato potenziale di rendimento totale. Su base regionale, vediamo un valore relativo in Europa rispetto agli Stati Uniti, soprattutto se si considerano le differenze a livello di settore e di rating. Prevediamo che gli utili societari degli emittenti rimarranno relativamente solidi e non vediamo all'orizzonte un ciclo di default su larga scala per il 2025. Riteniamo invece che i tassi di default rimarranno probabilmente bassi nei prossimi 12 mesi. Esiste tuttavia il rischio di una maggiore dispersione tra i settori e gli emittenti, per cui riteniamo fondamentale una gestione attiva e un'attenzione particolare all'analisi fondamentale per distinguere i vincitori dai perdenti.

 

Credito Investment-Grade - Nonostante la compressione degli spread del credito nel 2024, i rendimenti dei titoli di Stato ancora elevati fanno sì che il credito IG offra livelli di carry e di reddito interessanti. L'elemento della duration dovrebbe fungere da contrappeso al rischio di credito in caso di improvviso deterioramento dei fondamentali del credito o se le banche centrali cercassero di tagliare aggressivamente i tassi di interesse a fronte di un aumento delle tariffe. I fondamentali degli emittenti di qualità superiore restano interessanti, la domanda di obbligazioni societarie investment grade rimane forte e continuiamo a ritenere che il ciclo del credito europeo rimanga solido. Prevediamo che la dispersione tra regioni, settori ed emittenti continuerà ad aumentare, poiché la crescita globale si stabilizza e le società sono sempre più disposte a valutare le possibilità di espansione oltre la crescita organica, comprese le operazioni di fusione e acquisizione finanziate dal debito. Prevediamo un potenziale interessante per la generazione di alpha attraverso la selezione dei titoli e l'allocazione settoriale nell'universo del credito investment-grade. Per i clienti che cercano di generare rendimenti attraverso il reddito, gli approcci a breve duration consentono un aumento dello spread rispetto alla liquidità e beneficiano di tassi interessanti sulla parte più breve della curva con una volatilità attesa inferiore.

 

Strumenti rappresentativi di capitale – Gli strumenti rappresentativi di capitale sono una asset class articolata e sottovalutata che potrebbe offrire un'interessante integrazione a un portafoglio obbligazionario più ampio. Dal momento che gli strumenti rappresentativi di capitale costituiscono una asset class ibrida che può assumere le caratteristiche sia delle obbligazioni che delle azioni, essi presentano elementi strutturali che forniscono alle società un trattamento del capitale regolamentare o da parte di agenzie di rating senza diluire gli azionisti ordinari. Sebbene storicamente gli emittenti sottostanti siano stati principalmente istituzioni finanziarie, negli ultimi anni si è assistito a un ventaglio più ampio e diversificato di emittenti, tra cui aziende di servizi di pubblica utilità e industrie.

Diversamente da quanto accade con la maggior parte dei settori del credito, le valutazioni degli strumenti rappresentativi di capitale permangono ben al di sopra dei livelli mediani storici e presentano correlazioni solo moderate con gli altri mercati. Crediamo che per cogliere questo alfa potenziale sia essenziale comprendere la complessità strutturale piuttosto che assumere il rischio sostanziale di mancato pagamento. Anche se non pertinente a tutte le strategie, molti strumenti rappresentativi di capitale possono offrire benefici fiscali alle persone fisiche attraverso il reddito da dividendi qualificati e alle società attraverso la deduzione dei dividendi percepiti.

Prestiti bancari – Gli spread dei prestiti bancari continuano ad essere molto più ampi rispetto a molti altri settori del credito a rendimento più elevato e, a nostro parere, offrono un interessante carry e il potenziale di aumento dei prezzi. Gli utili della maggior parte degli emittenti di prestiti bancari permangono relativamente robusti; preferiamo tuttavia emittenti con profili di credito stabili o in via di miglioramento poiché rileviamo alcuni segnali di debolezza tra le coorti con rating più basso. Gli emittenti con strutture di capitale a tasso variabile prive di copertura potrebbero subire pressioni sul free cash flow se la Federal Reserve statunitense rallentasse il proprio ciclo di taglio dei tassi. Questi emittenti potranno tuttavia beneficiare di una minore pressione sugli utili visti i costi di finanziamento inferiori non appena la Fed passerà a una politica più accomodante. Ci aspettiamo che i tassi di insolvenza rimangano attorno al 3-4%, l'attuale media a lungo termine, e non intravediamo all'orizzonte un ciclo di default su larga scala. Siamo tuttavia prudenti nella selezione degli emittenti, in quanto prevediamo un aumento dell'attività di declassamento visto l'indebolimento dei fondamentali.

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