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Manovra, l'audizione del Presidente del Cnel Renato Brunetta alle Camere

 
Manovra, l'audizione del Presidente del Cnel Renato Brunetta alle Camere
Si è svolta oggi l’audizione del presidente del CNEL Renato Brunetta presso le Commissioni bilancio congiunte del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati sul disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2026 e bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028. Di seguito i principali punti dell’intervento.

CONTESTO INTERNAZIONALE CARATTERIZZATO DA VINCOLI, TENSIONI E INCERTEZZA

“Il contesto internazionale in cui si colloca il disegno della manovra di finanza pubblica rimane complesso, caratterizzato da vincoli europei stringenti, tensioni geopolitiche e un’elevata incertezza economica. Nell’area dell’euro la crescita resta debole, frenata dall’elevata propensione al risparmio delle famiglie, segno di incertezza diffusa, e da una capacità ancora insufficiente di generare e diffondere innovazione, come sottolineato dal Rapporto Draghi”. Ha così esordito il presidente del CNEL.

SOSTENERE DOMANDA INTERNA CON INVESTIMENTI PUBBLICI, INNOVAZIONE E REDDITI DA LAVORO ADEGUATI

“Dopo due decenni – ha aggiunto Brunetta – in cui l’economia europea ha fatto leva sul modello export-led, basato su moderazione salariale e ampi surplus commerciali, oggi lo scenario globale è radicalmente mutato. Le tensioni geopolitiche, la guerra in Ucraina, la frammentazione delle catene globali del valore, le guerre commerciali, e il ritorno di politiche industriali nazionali impongono un cambio di paradigma. Lo stesso modello tedesco, fondato sull’export e sul rigore dei conti, è stato superato: Berlino ha avviato un programma di investimenti pubblici e spesa per la sicurezza e difesa, puntando sulla domanda interna e sulla ricostruzione della propria base industriale. In questo quadro, anche l’Italia è chiamata a riequilibrare il proprio modello di crescita, sostenendo la domanda interna attraverso investimenti pubblici mirati, innovazione e redditi da lavoro adeguati”.

CONIUGARE STABILITÀ DEI CONTI PUBBLICI CON CRESCITA DEL POTENZIALE PRODUTTIVO

“È necessaria – ha sottolineato il presidente del CNEL – una visione strategica di medio periodo, capace di coniugare la stabilità dei conti pubblici con la crescita del potenziale produttivo. La crescita non può essere considerata, infatti, un obiettivo accessorio ma la condizione stessa della sostenibilità del debito pubblico: senza un aumento stabile del PIL reale e della produttività, anche politiche di bilancio prudenti rischiano di produrre un deterioramento del rapporto debito/PIL. Il disegno di legge di bilancio per il 2026 si muove in questa direzione”.

LEGGE DI BILANCIO ORIENTATA A UN RIENTRO ANTICIPATO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE

“La legge di bilancio – ha proseguito Brunetta – è incentrata sull’obiettivo strategico di consentire all’Italia un rientro anticipato dalla procedura di infrazione per debito eccessivo, nella convinzione che la solidità delle finanze pubbliche rappresenti un fattore essenziale di stabilità, credibilità e reputazione internazionale. Un bilancio coerente con gli impegni europei rafforza la fiducia dei mercati, migliora le condizioni di finanziamento e consolida la posizione dell’Italia all’interno del nuovo quadro di governance economica europea”.

L’ITALIA POTRÀ CONTARE SU CIRCA 12 MILIARDI DI EURO DA DESTINARE A DIFESA E SICUREZZA

“Il rientro anticipato dalla procedura di infrazione apre la strada a una maggiore flessibilità nel futuro. In particolare, la chiusura della procedura consentirà di attivare la ‘national escape clause’ (NEC), uno strumento previsto dalle nuove regole europee che permette di destinare risorse aggiuntive a investimenti di carattere strategico. Per l’Italia, ciò significa poter contare su circa 12 miliardi di euro da destinare a difesa e sicurezza, rafforzando la base industriale nazionale in settori duali ad alto contenuto tecnologico e a elevata rilevanza strategica”, ha affermato.

UNA LINEA DI RESPONSABILITÀ E CREDIBILITÀ

“La condizione per il ricorso alla NEC – ha detto il presidente del CNEL – è chiara: non compromettere la sostenibilità del bilancio pubblico nel medio periodo. Ispirandosi a questo principio di prudenza, il Governo ha scelto di attendere l’uscita formale dalla procedura per deficit eccessivo, che dovrebbe avvenire con i dati disponibili nel marzo 2026, prima di attivare la clausola. Ciò consentirà di mantenere il deficit sotto la soglia del 3% del PIL, anche includendo la maggiore spesa per la difesa, pur in assenza di un obbligo esplicito da parte della Commissione europea. Si tratta di una scelta che riflette una linea di responsabilità e credibilità, fondata sulla consapevolezza che la stabilità finanziaria è condizione per esercitare sovranità economica”.

SCONGIURATA BRUSCA CONTRAZIONE SPESA IN CONTO CAPITALE AL TERMINE DEL PNRR

“Fino all’attivazione della NEC il sostegno agli investimenti sarà assicurato dalla parte residua delle risorse del PNRR, da utilizzare entro agosto 2026, e dai Fondi Strutturali europei 2021-2027 nell’ambito dell’attuale revisione intermedia. Il posticipo di alcune spese e la programmazione di un flusso significativo di investimenti nazionali ‘no-PNRR’ hanno evitato che, al termine del Piano, si verificasse una brusca contrazione della spesa in conto capitale, con effetti negativi sulla domanda e sul completamento delle opere pubbliche”.

LA RIMODULAZIONE DEL PNRR HA UN RUOLO CRUCIALE

“Un ruolo cruciale – ha sottolineato Brunetta – è svolto dalla rimodulazione del PNRR, trasmessa alle autorità europee a fine settembre 2025 e attualmente in attesa di approvazione. L’obiettivo è duplice: garantire il conseguimento dei nuovi obiettivi e traguardi previsti dalla proposta di revisione entro la scadenza del 31 agosto 2026 ed evitare la perdita di risorse, ma anche liberare risorse nazionali da destinare alla copertura della manovra. La rimodulazione consentirebbe infatti di recuperare oltre 5 miliardi di euro nel 2026, 718 milioni nel 2027 e 440 milioni nel 2028, assicurando continuità agli investimenti e contribuendo a un deterioramento molto contenuto del saldo”.

UN BUON EQUILIBRIO TRA RIGORE E CRESCITA

“Il bilancio per il 2026 – ha aggiunto – persegue un duplice obiettivo: da un lato, consolidare la stabilità macroeconomica e finanziaria; dall’altro, rafforzare la competitività e l’autonomia industriale del Paese, in linea con le priorità europee di sicurezza economica, innovazione tecnologica e difesa comune. Tale equilibrio tra rigore e crescita riflette una visione che interpreta la solidità dei conti pubblici non come vincolo, ma come condizione abilitante per lo sviluppo, per l’attrazione di investimenti e per la piena partecipazione dell’Italia ai grandi programmi europei”.

ESSENZIALE PUNTARE SU CAPITALE UMANO, INNOVAZIONE E INCLUSIONE LAVORATIVA

“La transizione verso un modello di crescita maggiormente trainato dalla domanda interna, attraverso l’aumento dei redditi di lavoro e la qualità dell’occupazione, passa, però, anche attraverso la valorizzazione del capitale umano. Il rafforzamento delle competenze tecniche e scientifiche, l’ammodernamento dei sistemi di formazione continua e la piena partecipazione femminile e giovanile al mercato del lavoro sono leve decisive per ampliare la base produttiva, stimolare l’innovazione e rafforzare la coesione sociale. In un Paese che soffre ancora del paradosso di un basso numero di laureati e di una domanda insufficiente di lavoro qualificato, la crescita della produttività richiede una più stretta integrazione tra scuola, università, formazione, ricerca e impresa. In questo contesto è cruciale il contrasto alla ‘glaciazione demografica’ con misure che favoriscano occupazione femminile, formazione e conciliazione tra lavoro e vita familiare, sostenendo così natalità ed equilibrio generazionale. In sintesi, la crescita potrà essere duratura solo se innovazione, capitale umano e inclusione lavorativa agiranno insieme come fattori strutturali di produttività”, ha dichiarato Brunetta.

BENE MISURE PER LA PROMOZIONE DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA

“La manovra si distingue anche per l’attenzione ai temi della produttività, del potere d’acquisto e della contrattazione collettiva, con l’obiettivo di sostenere una crescita più inclusiva e di valorizzare il lavoro come fattore di competitività. La misura recante la detassazione degli incrementi retributivi derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro – ha affermato il presidente del CNEL – si colloca nella corretta direzione della promozione della contrattazione collettiva di primo livello, riconoscendole il ruolo di strumento fondamentale per la tutela e la difesa del potere di acquisto dei lavoratori. Tale intervento dovrà essere circoscritto ai contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni datoriali e sindacali che dovranno essere quelle comparativamente più rappresentative, al fine di contrastare i fenomeni di dumping contrattuale e di sostenere una crescita salariale adeguata e coerente con gli incrementi di produttività, innovazione ed efficienza”.

FAVORIRE UNA PIÙ STRETTA CORRELAZIONE TRA MERITO, PRODUTTIVITÀ E RETRIBUZIONE

“Per quanto riguarda la riduzione dell’aliquota sostitutiva applicata ai premi di produttività, si evidenzia l’esigenza di un intervento normativo più ampio volto a rivedere l’attuale meccanismo degli indicatori variabili e incrementali, che restringe l’applicabilità concreta degli incentivi alla produttività, in modo da favorire una più stretta correlazione tra merito, produttività e retribuzione. Solo attraverso strumenti semplici, chiari e coerenti con le dinamiche contrattuali, accompagnati da sistemi efficaci di monitoraggio e verifica degli accordi di produttività, sarà possibile promuovere crescita, innovazione e sviluppo delle competenze, in linea con l’obiettivo di un’economia del lavoro basata sulla qualità, sull’efficienza e sulla partecipazione”.

IL RAFFORZAMENTO DELLA PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI ALLA GESTIONE DELL’IMPRESA È UN ELEMENTO STRATEGICO

“Il rafforzamento della partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa è considerato un elemento strategico per la diffusione di una nuova cultura del lavoro e per la modernizzazione del sistema delle relazioni industriali. In tale prospettiva, si sottolinea la necessità – ha detto Brunetta – di assicurare un rifinanziamento con cadenza annuale del Fondo dedicato e, in un’ottica di medio periodo, di garantirne la stabilità mediante una programmazione triennale delle risorse disponibili”.

LA VALUTAZIONE DI IMPATTO GENERAZIONALE PASSAGGIO DI GRANDE RILEVANZA

“L’Italia - ha aggiunto il presidente del CNEL - deve affrontare la sfida dell’invecchiamento demografico, che incide profondamente sulla sostenibilità economica e sociale del Paese. In questa prospettiva, il principio della sostenibilità, anche generazionale, deve guidare le scelte di bilancio e di politica economica. La recente approvazione della legge sulla Valutazione di Impatto Generazionale rappresenta un primo passo importante: introdurre sistematicamente la valutazione degli effetti delle politiche sulle generazioni presenti e future consentirà di orientare la spesa pubblica in modo più equo, trasparente e coerente con gli obiettivi di lungo periodo. Applicare la VIG in un prossimo futuro alle misure contenute nella Legge di bilancio significherebbe rafforzare il ruolo del Parlamento nella valutazione degli effetti economici, sociali e ambientali delle politiche, contribuendo a una gestione più responsabile delle risorse pubbliche e a una più chiara definizione delle priorità strategiche”.

LA MANOVRA È UN ESERCIZIO DI EQUILIBRIO, MA ANCHE UN ATTO DI FIDUCIA NELLA CAPACITÀ DEL PAESE

“La manovra per il 2026 – ha concluso Brunetta – si propone di coniugare stabilità e sviluppo, responsabilità e visione, rigore e crescita. È un esercizio di equilibrio, ma anche un atto di fiducia: fiducia nella capacità del Paese di rafforzare i propri fondamentali economici, di investire in innovazione, capitale umano e sicurezza, e di costruire una crescita sostenibile e inclusiva nel tempo. Solo un Paese che investe con disciplina e lungimiranza, pensando alle generazioni future, può trasformare la stabilità dei conti in progresso economico, coesione sociale e benessere duraturo”.
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