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Le Magnifiche 7 non saranno gli unici titoli ad influenzare i mercati
di Arun Sai, Senior Multi Asset Strategist di Pictet Asset Management

Nella storia della straordinaria corsa del mercato azionario, le Magnifiche 7 hanno ricoperto un ruolo da protagoniste. Insieme, Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla, hanno rappresentato quasi il 50% dei guadagni totali dell'indice S&P 500 negli ultimi tre anni. Ad un esame più attento, però, non è chiaro se i migliori di sempre della Silicon Valley siano stati, o saranno, gli unici protagonisti di spicco.
Ci sono infatti altri due gruppi di titoli che hanno avuto, e che promettono di continuare ad avere, un'influenza significativa sui rendimenti dei mercati azionari. Si tratta dei Terrific 20, un gruppo di mega cap il cui andamento dei prezzi delle azioni ha eguagliato quello delle Magnifiche 7 negli ultimi cinque anni, e dei Forgotten 50 che, come suggerisce il nome, è un gruppo di aziende altamente redditizie che, curiosamente, sono cadute in disgrazia. Entrambi meritano l’attenzione degli investitori, anche se per ragioni diverse.
Terrific 20: valutazioni elevate nell’attesa di un miglioramento dei fondamentali che ancora non c’è
I rendimenti azionari generati da queste mega cap, che operano in un'ampia gamma di settori da quello dei beni di consumo e finanziario a quello industriale ed energetico, quest’anno hanno superato quelli delle Magnifiche 7 di circa il 12%.
Il loro continuo rally è la ragione principale per cui le valutazioni dell'S&P 500 hanno complessivamente raggiunto il massimo ciclico di 23 volte gli utili dopo la vendita massiccia del 2022 causata dall'inflazione. A prima vista, sembrerebbe uno sviluppo positivo, in quanto suggerirebbe che il rialzo del mercato statunitense abbia ora basi molto più solide, estendendosi oltre i sette colossi tecnologici. Tuttavia, approfondendo la questione, emerge un quadro meno rassicurante.
Dietro l’eccezionale andamento di questi titoli si nasconde un ostacolo preoccupante: l’aumento dei prezzi azionari non è stato accompagnato da un corrispondente miglioramento degli utili. Sebbene le aziende statunitensi siano significativamente più redditizie rispetto al passato (il ROE dell'S&P 500 è attualmente del 19%, contro la media a lungo termine del 15%), le valutazioni elevate tendono a riflettere le aspettative di una ripresa della crescita degli utili o di una redditività sostenuta con aumenti sempre maggiori dei ricavi. Su questi fronti, i Terrific 20 non hanno ancora mantenuto le promesse, a differenza delle Magnifiche 7, i cui aumenti dei prezzi delle azioni sono stati accompagnati da una straordinaria crescita dei profitti.
Negli ultimi due anni, le valutazioni azionarie dei Terrific 20 sono aumentate di circa il 60%, ma il loro contributo agli utili complessivi dell’indice S&P 500 è diminuito, passando dal quasi 20% di dieci anni fa all’attuale 15%. Le stime di consenso degli analisti per gli utili di questo gruppo sono cresciute del 15% annuo dal 2020, un ritmo lievemente superiore a quello dell’intero mercato ma ben al di sotto del 26% delle Magnifiche 7.
Questa dinamica ha implicazioni significative per gli investitori. L'impennata dei Terrific 20 indica che una parte considerevole dell'S&P 500 viene scambiata a livelli che non corrispondono agli utili effettivamente realizzati dalle società. Secondo i nostri calcoli, le aziende responsabili dei due terzi della capitalizzazione di mercato dell'indice sono ora scambiate a multipli P/E pari a 25x, rispetto a meno di un terzo solo due anni fa. In altre parole, c'è un numero crescente di titoli che registrano valutazioni elevate nell’attesa di un miglioramento sostenuto dei fondamentali aziendali che deve ancora concretizzarsi. Ciò rende le azioni statunitensi molto più vulnerabili in caso di rallentamento dell'economia.
Questo non significa necessariamente che gli investitori azionari debbano ritirarsi completamente dagli Stati Uniti. È possibile che sia in atto una rotazione, un processo attraverso il quale un gruppo di titoli con valutazioni elevate cede il testimone della leadership di mercato ad un altro gruppo ingiustificatamente sottovalutato. Infatti, per ogni titolo dei Terrific 20 che ha visto la propria valutazione salire alle stelle, ci sono almeno due società quotate che hanno vissuto l'esatto contrario.
I Forgotten 50 e il potenziale di rinascita dell’azionario “di qualità”
Qui entrano in scena i Forgotten 50, il gruppo con il potenziale per diventare i prossimi leader di mercato. Equivalenti a circa il 5% della capitalizzazione di mercato dell’S&P 500, queste aziende hanno visto i propri moltiplicatori degli utili scendere a soli due terzi della loro media decennale. Tale correzione è iniziata come risposta a previsioni di crescita eccessivamente ottimistiche, ma ora sembra essersi spinta troppo oltre, soprattutto se misurata rispetto all'aumento di quasi il 200% degli utili registrati da queste società negli ultimi cinque anni.
Il gruppo non è certo sconosciuto. È composto da aziende di grande successo, la maggior parte delle quali sono titoli azionari “di qualità”, tra cui figurano il gruppo di e-commerce Mercado Libre, il fornitore di software per le relazioni con i clienti HubSpot, e il gigante farmaceutico Eli Lilly. Questi titoli di alta qualità hanno registrato livelli di sottoperformance quasi senza precedenti rispetto al mercato in generale, in parte perché l'economia ha finora smentito le aspettative di un rallentamento, nonostante i notevoli sconvolgimenti geopolitici e le perturbazioni commerciali. È interessante notare che la stessa tendenza si è verificata anche in Europa.
Con i mercati che hanno fatto un atto di fede, sulla crescita, sull'inflazione e sulla continua credibilità delle istituzioni statunitensi, il margine di sicurezza per gli investitori azionari è basso. Allo stesso modo, però, si tratta anche di un contesto favorevole per i titoli di qualità (quelli con un track record di utili costanti, elevata redditività e basso indebitamento) come quelli che fanno parte dei Forgotten 50. Inoltre, la “qualità” tende ad essere uno stile azionario a basso beta che mantiene il suo valore in caso di una vendita massiccia sul mercato, pur conservando l'esposizione ai trend strutturali positivi di lungo termine.
A nostro avviso, ci sono diversi motivi per cui gli investitori possono aspettarsi che questi titoli registrino una performance superiore alla media nel medio periodo. Innanzitutto, il quadro macroeconomico è estremamente favorevole. In più, sono titoli che tendono ad avere un andamento particolarmente positivo quando la crescita economica è moderata. Secondo le nostre previsioni, la crescita del PIL statunitense rallenterà fino a raggiungere un tasso leggermente inferiore al suo potenziale a lungo termine, pari all'1,3% per il prossimo anno e ben al di sotto della stima di consenso dell'1,8%. Inoltre, i nostri modelli indicano che l'inflazione potrebbe superare i livelli attualmente scontati dai mercati obbligazionari.
A questo si aggiungono valutazioni favorevoli. Poiché negli ultimi anni la performance dei titoli azionari di qualità è rimasta indietro rispetto a quella delle mega-cap con un margine insolitamente ampio, il premio di valutazione richiesto per una generazione di utili affidabile è ora in linea con la media a lungo termine.
Tutto ciò non significa che le Magnifiche 7 siano destinate a scomparire dai radar degli investitori: al contrario, la loro posizione dominante nei rispettivi settori e il ruolo centrale nella costruzione dell’infrastruttura dell’IA continuano a garantire loro una rilevanza strategica di lungo periodo. Inoltre, il premio di valutazione a cui vengono oggi scambiate rispetto al resto del mercato si colloca nella fascia più bassa dell’era dell’IA, suggerendo che queste società dovrebbero continuare ad offrire rendimenti positivi, seppur più moderati rispetto al recente passato.
La nostra analisi evidenzia alcune considerazioni pratiche per gli investitori che cercano di comprendere le prospettive per il mercato azionario statunitense. Guardando oltre il ristretto gruppo delle mega cap tecnologiche che catalizzano l’attenzione generale, emergono movimenti di prezzo significativi in altri segmenti del mercato che potrebbero offrire opportunità interessanti per chi adotta un approccio selettivo. Molte delle società che hanno sostenuto il rally degli ultimi trimestri sono ora estremamente costose.
Sebbene questo discorso non riguardi ancora pienamente le Magnifiche 7, gli altri venti titoli che hanno progressivamente scalato le classifiche dell’S&P 500 negli ultimi mesi meritano attenzione, poiché stanno assumendo un ruolo crescente nella dinamica di mercato. Gli investitori con orizzonti temporali più lunghi dovrebbero considerare una graduale diversificazione delle esposizioni, riducendo la concentrazione sulle mega cap statunitensi, una strategia che offrirebbe una protezione contro una eventuale correzione del mercato, ma anche contro l'emergere di una nuova serie di leader.
Le informazioni, opinioni e stime contenute nel presente documento riflettono un’opinione espressa alla data originale di pubblicazione e sono soggette a rischi e incertezze che potrebbero far sì che i risultati reali differiscano in maniera sostanziale da quelli qui presentati.