Attualità
La spesa diventa sempre più single, in Italia oltre 235 miliardi di euro nel 2024
di Redazione

La spesa degli italiani è sempre più orientata verso i consumatori soli. Nel 2024 gli acquisti delle famiglie composte da una sola persona hanno superato i 235 miliardi di euro, pari al 26,2% della spesa complessiva nazionale. Rispetto al 2012, quando il totale si fermava a 166 miliardi, l’incremento è stato di 69 miliardi. A rilevarlo è Confesercenti, sulla base di dati Istat e di un sondaggio realizzato con IPSOS.
La tendenza è destinata a rafforzarsi: secondo le proiezioni, entro il 2040 la spesa dei consumatori soli raggiungerà i 287 miliardi di euro, circa il 30% del totale. Un aumento che rispecchia la trasformazione demografica, sempre più nuclei composti da una sola persona, saliti da 7,6 milioni nel 2012 (29,4%) a 9,7 milioni nel 2024 (36,2%), e che entro il 2040 arriveranno a 10,7 milioni, sfiorando il 40%.
Le abitudini di consumo dei single si distinguono nettamente da quelle delle famiglie. Mangiano più spesso fuori casa (27% contro il 21%), ricorrono più al delivery (13% ordina 2–3 volte a settimana, più del doppio rispetto alle famiglie senza figli) e scelgono con maggiore frequenza piatti pronti e confezioni monoporzione. Inoltre, sono più digitalizzati, il 9% fa la spesa alimentare online, tre volte la media nazionale, e il 30% utilizza l’e-commerce per abbigliamento, tecnologia e beni non alimentari.
La crescita delle micro-famiglie sta ridisegnando anche l’offerta del retail: formati ridotti, packaging dedicati e servizi di consegna stanno diventando parte integrante della distribuzione. A questo si aggiunge il peso crescente della spesa per gli animali domestici, stimata tra i 6,5 e i 7 miliardi l’anno, superiore a quella per i neonati nel primo anno di vita, che ammonta a circa 4,5 miliardi.
Tuttavia, la condizione dei consumatori soli presenta anche criticità. L’assenza di economie di scala li rende più vulnerabili, il 41% del budget complessivo è assorbito dalle spese abitative, lasciando meno spazio per i consumi discrezionali. Un elemento che, secondo Confesercenti, richiede una risposta coordinata da parte di imprese e istituzioni. Da un lato, il sistema distributivo dovrà continuare ad adattarsi a una domanda frammentata e personalizzata; dall’altro, le politiche pubbliche dovranno sostenere il potere d’acquisto dei nuclei più fragili, collegando incentivi economici, politiche demografiche e innovazione dei servizi.