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La mobilità urbana tra comportamenti individuali e analisi dei dati

Si è svolto oggi, presso Palazzo Wedekind, il convegno “La mobilità urbana tra comportamenti individuali e analisi dei dati” del Think “The Urban Mobility Council”, lanciato nel 2022 da Unipol per promuovere una piattaforma permanente di discussione, condivisione di idee, ricerche e case studies tra stakeholders istituzionali, università e aziende impegnate ogni giorno per costruire la mobilità sostenibile del futuro.
Il convegno ha riunito e ospitato il confronto tra rappresentanti istituzionali, parlamentari e amministratori locali, sui risultati del sondaggio svolto da YouTrend “La mobilità urbana nelle grandi città”[1], e presentati da Lorenzo Pregliasco. Nel sondaggio si rilevano le scelte quotidiane, i bisogni e le criticità raccontate dai cittadini residenti nelle 14 principali città italiane. L’Italia si conferma un paese ancora fortemente orientato al trasporto privato, con il 55% di residenti delle grandi città che afferma di recarsi al posto di lavoro o di studio con la propria auto, e il 13% con la moto o lo scooter. La scelte di mobilità urbana risultano condizionate da priorità e criteri di efficienza su base personale: il 51% afferma che la scelta del mezzo di trasporto dipende dal tempo di percorrenza, il 31% dalla convenienza economica e il 30% dalla flessibilità nella scelta di orari e destinazioni. Solo il 15% considera prioritario l’impatto ambientale.
In media gli italiani delle città campione impiegano più di 30 minuti per raggiungere il luogo di lavoro (o di studio), nel complesso dedicano quindi oltre un’ora della propria giornata per andare e tornare dal lavoro (o studio) a casa.
Quanto alla disponibilità attuale e futura di mezzi di trasporto, l’86% degli intervistati ha a disposizione un’automobile di proprietà (sua e delle persone con cui vive). Il 58% non ha intenzione di acquistare un’auto nel prossimo anno, il 18% sì. Di questi, il 53% valuterebbe di acquistare un’auto ibrida, il 40% a benzina, il 29% un veicolo full electric.
La maggioranza degli intervistati (58%) continua a ritenere che le auto migliori siano quelle a combustione (Diesel, benzina, GPL, Metano), il 20% invece preferisce le auto elettriche. Il 37% del campione ritiene che il principale vantaggio dell’auto elettrica sia il minor impatto ambientale e il maggior svantaggio sia il costo d’acquisto (27%) seguito dalla scarsa autonomia delle batterie (26%).
Sulle politiche di accesso ai centri urbani si registrano posizioni ancora polarizzate: il 48% degli intervistati si dichiara contrario a permettere l’accesso al centro della città (ZTL) solo a chi possiede un’auto più nuova, mentre il 42% si è espresso a favore. Interpellati sulla possibilità di installare dispositivi elettronici sulle proprie auto per monitorare le emissioni inquinanti, dai cittadini delle 14 città più grandi d’Italia arriva un “sì” dal 51% di loro se questo permettesse di ottenere maggiori accessi nelle zone a traffico limitato.
Proprio sulle potenzialità di questi dispositivi elettronici cosiddetti “Green Box”[2] si è concentrata la ricerca del Politecnico di Milano in collaborazione con UnipolTech, recentemente pubblicata sulla rivista scientifica Nature, che ha fornito un contributo alle analisi sulla mobilità urbana grazie all’elaborazione dai dati comportamentali degli automobilisti. Attraverso una semplice scatola telematica, dotata di GNSS e IMU, è possibile calcolare con precisione le emissioni reali di ogni singolo veicolo basandosi su stile di guida, chilometraggio, velocità. La ricerca si basa su un dataset imponente: oltre 11.000 veicoli e 25 milioni di viaggi effettuati in Italia tra gennaio e settembre 2022.
La metodologia proposta adotta un processo di misurazione delle emissioni "veicolo-centrico", che consente di classificare ciascun veicolo combinando i valori medi derivanti dal modello Classe euro, con informazioni specifiche sul comportamento di guida. In questo modo, il calcolo delle emissioni effettive delle auto – misurate dell’algoritmo sviluppato dalla ricerca, certificato da Dekra[3] e brevettato da UnipolTech – può contribuire al raggiungimento degli obiettivi di emissioni stabiliti per il risanamento della qualità dell’aria.
La ricerca del PoliMi definisce 3 KPI ambientali per ogni veicolo: consumo carburante (Pcons), emissioni di CO₂ (PCO₂), emissioni di NOx (PNOx) e dimostra che un’auto Euro 4 guidata in modo consapevole può inquinare meno di una Euro 6 guidata male; le emissioni dipendono sia dal comportamento che dalla tecnologia. Il modello introduce un sistema meritocratico, che premia i comportamenti virtuosi e consente politiche personalizzate, ad esempio l’accesso alle ZTL non in base all’età dell’auto ma alle emissioni effettive, riducendo così l’onere economico per chi non può permettersi un veicolo nuovo.
Le implicazioni politiche di questo contributo sono molteplici: si apre la strada a politiche ambientali basate sulla neutralità tecnologica e sul merito comportamentale, non solo su standard omologativi.
Sergio Savaresi, Direttore Dipartimento Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council, ha dichiarato: “L’attuale e-Mobility index (compatibilità funzionale ed economica del passaggio all’elettrico delle auto private) calcolato su tre città italiane, ci conferma che una transizione sostenibile verso la mobilità elettrica non potrà essere rapida, in quanto dovrà passare attraverso un cambio dei modelli di mobilità, e non semplicemente essere una sostituzione di auto a combustibile fossile. Questo lungo periodo di transizione dovrà essere accompagnato in modo graduale, attraverso la quantificazione dell’impatto ambientale di ogni vettura, a prescindere dalla classe euro, in funzione di quanto e di come viene usata. Ciò garantirebbe neutralità tecnologica evitando tagli e divieti non lineari. Questa misura dell’impatto individuale di ogni vettura può oggi essere fatta attraverso dispositivi telematici (“green-box”)”.
Stefano Genovese (nella foto), Head of Institutional & Public Affairs, Unipol Assicurazioni e Coordinatore del The Urban Mobility Council, ha dichiarato: “Unipol, compagnia leader nell’assicurazione auto, da oltre 20 anni è anche leader nella telematica di bordo ed ha quindi accumulato una notevole esperienza nella lettura e nell’analisi dei dati della mobilità. Tali dati sono stati oggetto dello studio del Politecnico di Milano, pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Nature. Gli esiti dello studio hanno consentito di brevettare un algoritmo e proporre, nell’ambito delle attività del Think Tank The Urban Mobility Council, un cambio di paradigma rispetto all’utilizzo delle cd. scatole nere - tecnologia nata per ricostruire le dinamiche dei sinistri - che evolvono in vere e proprie green box. Questo strumento, utile per rendere più graduali e sostenibili a livello sociale gli obiettivi della transizione ambientale, permette il monitoraggio delle emissioni sulla base dei comportamenti di guida e fornisce dati preziosi per la pianificazione e la gestione dei flussi di traffico”.
[1] Nota metodologica:
Metodo campionario: C.A.W.I. (Computer Assisted Web Interview)
Interviste totali realizzate: 1501 casi
Interviste realizzate tra: l'11 aprile e il 16 aprile 2025
Campione di riferimento: popolazione maggiorenne residente a Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Palermo, Catania, Messina, Bologna, Firenze, Bari, Verona, Venezia, Padova, indagata per quote di sesso ed età, stratificate per quote di titolo di studio e per città di residenza.
Errore campionario: +/- 2,5%, intervallo di confidenza 95%
[2] Scatola telematica dotata di GNSS (Global Navigation Satellite System) e IMU (Unità di Misura Inerziale) in grado di calcolare con precisione le emissioni reali di ogni singolo veicolo basandosi su stile di guida, chilometraggio e velocità.
[3] Dekra è una società tedesca che si occupa di testing, ispezione e certificazione. In particolare, effettua i test necessari ai car makers per ottenere il certificato di omologazione europeo.