Esteri

Medio Oriente - L'analisi: "Leone Nascente": una operazione senza precedenti per portata ed efficacia

di Diego Minuti
 
Medio Oriente - L'analisi: 'Leone Nascente': una operazione senza precedenti per portata ed efficacia

Gli analisti di intelligence che in queste ore stanno seguendo l'evoluzione del conflitto tra Israele e Iran concordano sul fatto che l'operazione, lanciata dal primo ministro Netanyahu, nella notte tra giovedì e venerdì, sia stata senza precedenti nella storia della regione mediorientale per come è stata preparata e per i risultati che ha ottenuto, dei quali la stessa Teheran non ha potuto celare gli effetti, ammettendo sin da subito di avere subito la perdita dei  suoi vertici militari. 

Lo stesso nome dato all'operazione, ''Leone Nascente", sembra essere un appello al popolo iraniano, la cui stragrande maggioranza non sostiene il regime al potere, alle prese, peraltro, con una grave crisi economica, conseguenza anche delle sanzioni inflitte dall'Occidente per i suoi programmi mirati a dotarsi dell'arma atomica.

Il nome dato all'operazione appare, infatti, come un chiaro riferimento al simbolo nazionale iraniano (un leone e un sole) prima della rivoluzione del 1979, poi cancellato con l'avvento della repubblica teocratica. 

Ma, al di là dei nomi, l'operazione è stata condotta su più piani concreti, con attacchi aerei, sabotaggi, agenti operativi all'interno dell'Iran e con obiettivi in tutto il Paese, a conferma della meticolosità della sua preparazione.

Quindi la messa a punto della macchina organizzativa di ''Leone Nascente'', visti gli obiettivi ambiziosi che si era dati, era cominciata da molto tempo, combinando gli sforzi della macchina militare israeliana e dell'intelligence.

Se uno degli obiettivi era quello di azzoppare la macchina militare di Teheran, il risultato è stato soddisfacente per Israele, con la rapida decapitazione dei vertici della Difesa iraniana, ''neutralizzando'' il suo comandante in capo e quello del settore missilistico e dei droni, il responsabile del supporto esterno dell'Iran per i suoi alleati in Medio Oriente e molti altri di cui probabilmente non si conosceva l'identità. Questo perché tra i target di Israele c'erano anche i bunker nei quali i comandi si riunivano, lasciando quindi pensare che gli attacchi abbiamo decimato, oltre ai capi, anche i loro più stretti collaboratori.

''Leone Nascente'' ha anche confermato la netta superiorità dell'intelligence israeliana su quella dell'Iran, probabilmente infiltrata e resa quindi un bersaglio facile.

Eliminando un'intera struttura di comando nel giro di poche ore, Israele ha dimostrato di avere una penetrazione totale dell'intelligence iraniana e di aver raggiunto anche il dominio aereo. Circostanze che, una volta esaurite le scorte di missili balistici e droni, limiterà la capacità dell'Iran di organizzare una risposta coerente e coordinata. Né si può sottovalutare l'opera degli agenti segreti israeliani che hanno operato in territorio iraniano, agendo, probabilmente, oltre che per sabotare la vitale rete di comunicazioni del ''nemico'', anche da ''puntatori'', come si chiamano nel gergo dell'intelligence coloro che, sul terreno, raccolgono le informazioni necessarie per rendere efficaci gli attacchi mirati, siano i loro bersagli strutture o uomini.

D'altra parte, i vertici militari che avrebbero dovuto programmare la risposta di Teheran al primo attacco di fatto sono stati spazzati da operazioni mirate, Circostanza che ora rende difficile per l'Iran approntare una strategia di breve periodo, tenendo anche conto che gli attacchi di Israele ne hanno drasticamente ridotto la capacità offensiva, colpendo depositi e hangar della difesa aerea, che già di per sé, per la vetustà dei suoi jet da combattimento, non poteva reggere il confronto con Israele.

La Guida Suprema dell'Iran Khamenei ha già nominato i sostituti per alcuni dei comandanti deceduti, ma ad oggi non se ne conoscono le capacità, né, peraltro, come si proteggeranno, essendo diventati anch'essi possibili bersagli di Israele.

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