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Intermonte: report mensile sulle Mid-Small Cap italiane
di Andrea Randone, Head of Mid Small Cap Research di Intermonte
Performance (-). Il mercato azionario italiano (prezzi al 15 novembre 2024) ha registrato una performance negativa dell'1,1% nell'ultimo mese ed è in rialzo dell'11,8% su base annua. Nell’ultimo mese, l'indice FTSE Italy Mid-Cap (-0,8%) ha leggermente sovraperformato l'indice principale dello 0,3% (-6,7% su base annua), mentre l'indice FTSE Italy Small Caps (-3,7%) ha registrato una performance del 2,6% inferiore rispetto al mercato e del -15,9% su base relativa dall'inizio del 2024. Guardando alle performance delle mid/small cap in Europa, l'indice MSCI Europe Small Caps è sceso del 3,4% nell'ultimo mese, sottoperformando le mid-cap italiane.
· Stime (=). Dall'inizio del 2024, abbiamo attuato una revisione del -9,9%/-11,4% delle nostre stime sugli EPS per il 2024/2025; in particolare, nell'ultimo mese, le revisioni delle stime sono state molto significative per le large cap (-6,7%/-8,9% sugli EPS 2024/2025), a causa del taglio delle previsioni per Stellantis, mentre, in media, sarebbero state leggermente positive per il resto della nostra copertura FTSE MIB. Concentrandoci sulla nostra copertura delle mid/small cap, invece, abbiamo modificato gli EPS per il 2024/2025 del +0,8%/-1,1% su base annua, mentre nell’ultimo mese non abbiamo apportato significative revisioni delle stime (+0,3%/+0,5%).
· Valutazioni (+). Se confrontiamo la performance YtD con la variazione delle stime per l'esercizio ‘24 nello stesso periodo, vediamo che i titoli del FTSE MIB hanno registrato un re-rating YtD del 23,3% (lo stesso parametro era +18,1% un mese fa); le mid-cap si sono rivalutate del 2,5%, mentre le small cap del 16,3%. Su base P/E, il nostro panel è scambiato con un premio del 25% rispetto alle large cap, al di sopra del premio medio storico (17%), ma leggermente al di sotto del livello di un mese fa (26%).
· Liquidità (+). Osservando l'andamento degli indici ufficiali italiani, notiamo che la liquidità delle large cap nell'ultimo mese (misurata moltiplicando i volumi medi per i prezzi medi in un determinato periodo) è superiore del 17,1% rispetto allo stesso periodo di un anno fa ed è in aumento del 17,6% su base annua. Il quadro è simile per le mid/small cap: nello specifico, la liquidità per le mid-cap è aumentata del 25,2% su base annua, mentre per le small cap è in aumento del 40,4% su base annua. In particolare, la liquidità delle mid-cap è aumentata nell'ultimo mese.
· Strategia d’investimento. Il risultato delle elezioni presidenziali statunitensi ha portato all’aumento dei tassi Usa, al rafforzamento del dollaro e alla riduzione del numero di tagli attesi da parte della Federal Reserve da qui al 2025 (passati da cinque a tre). In Italia, le mid-cap hanno registrato crescenti livelli di volatilità e performance molto diversificate a seguito delle elezioni Usa e dei risultati trimestrali: alcuni titoli industriali, come cemento e difesa, sono stati nettamente vincenti, ma altri, ad esempio quelli esposti alla transizione ecologica, hanno ritracciato. Il segmento dei digital enabler ha mantenuto un andamento mediamente debole, per quanto, a nostro avviso, rimanga un comparto interessante grazie alle prospettive resilienti, così come accade per nomi di "qualità" in altri settori, come beni di consumo e industriali (che si confermano solidi all’indomani delle trimestrali). Riteniamo che, in generale, le mid/small cap rappresentino un’asset class interessante per il 2025, alla luce della debolezza della loro performance negli ultimi due anni e della possibile parziale rotazione da settori come quello finanziario. Ci aspettiamo che il lancio del Fondo Strategico Nazionale nel primo semestre 2025 raccolga oltre 1 miliardo di euro di nuove risorse da parte di investitori pubblici (CDP) e privati (istituzionali), risorse destinate principalmente al segmento mid/small cap, che potrebbero rappresentare una boccata d'ossigeno per la liquidità del settore. Un'iniziativa simile è stata lanciata di recente dalla Caisse des Dépots francese (CDC Croissance), con un finanziamento di mezzo miliardo di euro da parte del fondo sovrano francese, obiettivi simili per quanto riguarda il coinvolgimento degli investitori privati e un target di investimento del 60-80% in PMI quotate francesi ed europee.