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Intermonte – considerazioni post elezioni tedesche
di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte
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Il risultato elettorale tedesco si è rivelato in linea con quanto previsto dai sondaggi, che prefiguravano la vittoria dell'unione Cdu-Csu, guidata da Friedrich Merz, e il crollo dell’SPD capitanato dal cancelliere Olaf Scholz, il quale ha già dichiarato che non sarà lui l’esponente socialdemocratico ad accordarsi con il centrodestra per il prossimo governo.
L'ultradestra dell'Afd è il secondo partito con il 20,8% delle preferenze, un margine leggermente superiore (ma determinante) rispetto a quanto stimato dai sondaggi, mentre i liberali di FDP e il partito di sinistra BSW non hanno superato la soglia di sbarramento per l’ingresso in Parlamento.
Data la presenza di un partito con una maggioranza nettamente prevalente (Cdu) e l’assenza di un terzo partito che avrebbe potuto ostacolare le trattative, la conseguenza più semplice dovrebbe essere la formazione di una coalizione di due sole parti (Cdu/Csu e Spd), con importanti vantaggi in termini operativi. Da valutare anche l’assenza, almeno sulla carta, della maggioranza dei 2/3 necessaria per l’approvazione di riforme costituzionali, come quella relativa alla modifica dei limiti sul tetto al debito pubblico, rispetto all’attuale 0,35% del rapporto deficit/Pil. Rispetto a questo punto, un’alternativa percorribile, anche se foriera di un possibile contenzioso con la Corte Costituzionale, sarebbe la sospensione del limite del cd “debt brake” (ossia deficit di bilancio non superiore allo 0,35% del Pil) per motivi di emergenza, ad esempio l’evoluzione della questione Ucraina. Più praticabile, al momento, sarebbe però la strada della modifica della Costituzione votata dai 2/3 del Parlamento, grazie a un accordo con il partito di sinistra Die Linke, che potrebbe accettare un aumento della spesa per la difesa, a fronte di un aumento di quella per infrastrutture.
I punti cardine del programma di Merz sono l’introduzione del divieto d’ingresso in Germania per i migranti sprovvisti di documenti, la riduzione della pressione fiscale e l’aumento degli investimenti per la difesa, con l’obiettivo di instaurare una difesa europea indipendente dagli Stati Uniti e di approdare a un accordo con Francia e Regno Unito affinché l’”ombrello nucleare” possa essere esteso anche alla Germania in chiave di deterrenza. Parlando di “difesa europea”, Merz lascia intendere il potenziale supporto a forme di spesa comune, da alimentare anche mediante piani di finanziamento congiunti. In questo caso, però, lo schema del Next Gen Eu potrebbe non essere praticabile, dal momento che è piuttosto inverosimile ipotizzare un piano congiunto unanime su temi tipicamente divisivi come la difesa. Più verosimile potrebbe essere lo schema indicato dalle indiscrezioni del FT a dicembre: i governi europei (e anche UK) potrebbero fornire garanzie ad un veicolo affinché possa finanziarsi sul mercato a costi relativamente contenuti per alimentare la spesa per la difesa. In sostanza, si tratterebbe di uno schema ad adesione libera e accesso riservato agli aderenti, senza la necessità del voto unanime dei 27 Paesi membri, con la direzione tecnica della Banca Europea per gli Investimenti - BEI. In questo caso per Merz potrebbe essere più agevole ottenere il via libera politico, soprattutto se l'operazione fosse inquadrata come manovra straordinaria sovranazionale sul tema Ucraina o nel caso di accordo senza il coinvolgimento dell’Unione Europea.
In sintesi, le elezioni tedesche hanno aperto la prospettiva di una coalizione più snella ed operativa, per quanto il percorso per arrivare all’approvazione del superamento del tetto sul debito pubblico sia ancora complesso. Un passo avanti in tal senso potrebbe venire, paradossalmente, da un accordo sulla guerra in Ucraina senza la partecipazione della Ue. Nonostante i risvolti negativi sul piano della coesione tra gli attori che a vario titolo hanno partecipato alla vicenda Ucraina, questo potrebbe essere lo stimolo per l’approvazione di un nuovo piano per la difesa a livello europeo.