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Il commento di James Knightley, Chief International Economist, US di ING, sui dati dell’inflazione americana

 
Dopo quattro dati consecutivi dello 0,3% m/m, l'inflazione core di dicembre negli USA ha registrato un miglioramento risultando pari allo 0,2%. Tuttavia, il trend rimane troppo caldo per essere rassicurante e la Fed probabilmente estenderà la pausa dei tagli dei tassi, già annunciata, oltre marzo. L'aumento dei rendimenti dei Treasury e il rafforzamento del dollaro ostacoleranno la crescita. Prevediamo ancora tre tagli dei tassi di 25 pb nel 2025.

Inflazione core meglio delle attese

L'inflazione dei prezzi al consumo negli Stati Uniti si è attestata a dicembre allo 0,4% su base mensile e al 2,9% su base annuale per il dato principale e allo 0,2%/3,2% per il dato core (che esclude cibo ed energia). Il dato principale è stato in linea con le aspettative, ma il tasso core è stato leggermente migliore rispetto allo 0,3% mensile previsto - il tasso core, a quanto pare, è risultato pari allo 0,225% se allarghiamo lo sguardo a 3 decimali.

I dettagli mostrano che i prezzi dei generi alimentari sono aumentati dello 0,3% m/m, dato che ci aspettavamo più alto visti i movimenti dei prezzi delle uova e delle verdure nel PPI dell'ultimo mese, mentre i prezzi dell'energia sono aumentati del 2,6%. Per quanto riguarda il tasso core, i prezzi dei veicoli sono stati elevati: i nuovi veicoli hanno registrato un aumento dei prezzi dello 0,5% mensile, mentre i prezzi dei veicoli usati sono aumentati dell'1,2%. Anche le tariffe aeree hanno registrato un forte aumento, come evidenziato nel rapporto PPI di ieri (14 gennaio). Tuttavia, a controbilanciare il tutto, si sono registrati aumenti più contenuti dei costi legati alle cure mediche (0,2% mensile anziché lo 0,4% degli ultimi mesi), mentre le componenti più importanti degli affitti delle abitazioni hanno registrato un aumento dello 0,3% mensile, più in linea con le tendenze di lungo periodo e che suggerisce una normalizzazione in corso. Si tratta di una notizia importante, dato il loro peso elevato nel paniere dell'inflazione. Anche le tariffe alberghiere sono state molto più contenute di quanto si pensasse.

Nel 2025 ci aspettiamo tre tagli, ma potrebbero arrivare più tardi del previsto

Le aspettative di mercato sul taglio dei tassi della Federal Reserve si sono mosse in modo moderatamente dovish (accomodante), prevedendo circa 40 pb di tagli quest'anno, ma i rendimenti dei Treasury a 10 anni sono scesi di 10 pb. Abbiamo previsto tre tagli dei tassi di 25 pb per l'anno e per il momento ci atteniamo a questa visione. Tuttavia, è possibile che, anziché tagliare a marzo come avevamo suggerito, la prima mossa della Fed per il 2025 avvenga a giugno, considerando i dati attuali. Il grafico sottostante mostra l'inflazione core secondo diverse metriche. Concentratevi sulle barre blu, che rappresentano i dati mensili. Dobbiamo vedere una media dello 0,17% al mese (la linea nera) per essere sicuri che il tasso annuo di inflazione core sia sulla strada dell'obiettivo del 2%. Siamo ancora su livelli troppo elevati per essere rassicurati - da qui la probabilità che la pausa della Fed si prolunghi ben oltre gennaio, a meno che non si vedano rapidamente le barre blu scendere al di sotto della linea nera.

Tuttavia, il balzo di quasi il 10% del valore del dollaro ponderato su base commerciale da settembre e l'impennata dei rendimenti dei Treasury (ancora in rialzo di oltre 100 pb da settembre nonostante i movimenti odierni) costituiranno un freno alla crescita - si noti che i tassi dei mutui sono tornati al di sopra del 7% e i costi di indebitamento delle carte di credito restano vicini ai massimi storici - e contribuiranno a smorzare anche le pressioni inflazionistiche. Ciò dovrebbe consentire alla Fed di reagire con tassi più bassi nella seconda metà del 2025.
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