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Giorgetti: "Il timone lo manovro io". Tra Copenaghen e Milano, la rotta è "usare il tesoretto" per uscire dal deficit

di Redazione
 
Giorgetti: 'Il timone lo manovro io'. Tra Copenaghen e Milano, la rotta è 'usare il tesoretto' per uscire dal deficit
Due appuntamenti cruciali in meno di 24 ore: prima l'Ecofin informale a Copenaghen e poi il Festival di Open a Milano. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, si destreggia tra le sfide europee e le necessità interne, inviando messaggi chiari e diretti. Il leitmotiv è uno solo: l'Italia ha un'opportunità "storica" per uscire dalla procedura di deficit eccessivo e intende coglierla.

Il ministro non usa giri di parole. "Il timone lo so manovrare e la rotta ce l'ho precisa", ha dichiarato dal palco milanese, quasi a voler rassicurare il pubblico sulla fermezza della sua linea. Ma la vera novità è l'annuncio di un "tesoretto" che, seppur non vasto, consente di agire con maggiore libertà rispetto a quando lo spread era ben più alto. Questo margine di manovra, ha spiegato, aprirà la strada a interventi che altrimenti sarebbero stati impossibili.

Il tema centrale del suo intervento a Copenaghen è stato il deficit. Sulla scia delle stime di Fitch, che prevedono un deficit italiano al 3,1% per il 2025 (invece del 3,3% previsto), Giorgetti si è mostrato ottimista. "L'opportunità di uscire dalla procedura per deficit eccessivo è reale ed è interesse del Paese coglierla", ha ribadito, non escludendo la possibilità di chiudere l'anno in corso, il 2025, con il disavanzo al di sotto della soglia del 3%. Un traguardo ambizioso ma, a suo dire, raggiungibile, sebbene il quadro globale resti incerto e le turbolenze non abbiano aiutato la crescita.

"Manovreremo tenendo il sentiero in sicurezza", ha assicurato il ministro, rispondendo indirettamente a chi chiede un taglio all'Irpef. L'intenzione è quella di "fare le cose" con cautela, sfruttando ogni possibile miglioramento del quadro finanziario per alleggerire la pressione fiscale, senza però mettere a rischio gli equilibri di bilancio.

La giornata a Copenaghen ha fornito anche l'occasione per un interessante confronto con la presidente della BCE, Christine Lagarde. "Abbiamo missioni e interessi diversi", ha ammesso Giorgetti, sottolineando il divario tra la politica monetaria e quella fiscale. Nonostante il rispetto per il ruolo della BCE, il ministro non ha nascosto il desiderio di un allentamento della stretta monetaria. Un taglio dei tassi, ha detto, "sarebbe benvenuto" per sostenere le imprese italiane, già alle prese con un euro forte e nuove tariffe. Un messaggio chiaro, seppur cortese, che sottolinea le aspettative del governo italiano in un momento di incertezza economica.

Infine, un rapido accenno all'operazione Mps-Mediobanca, definita "positiva" e un successo "al di là di ogni aspettativa" dal mercato stesso. Si è discusso anche degli asset russi congelati, su cui l'Italia ha sollevato alcuni dubbi, in particolare sulle garanzie finanziarie che dovrebbero sostenere il meccanismo. Si attendono progressi dalla Commissione in vista del prossimo G7 dei ministri finanziari.

Insomma, un ministro in piena attività, che tra Europa e Italia traccia la sua rotta con l'obiettivo di navigare verso una stabilità che consenta al Paese di cogliere le opportunità di crescita, senza però sacrificare la sicurezza dei conti. Il ministro dell'Economia riuscirà a mantenere la rotta e a centrare l'obiettivo del deficit sotto il 3% entro la fine dell'anno?
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