Quando in tempi non sospetti profetizzai (ma nemo propheta in patria) che daje e daje - è il caso di dirlo - l’insistenza dei media sulle meraviglie delle piattaforme per adulti combinata con la decisione voluta là dove si puote ciò che si vuole di tenere gli italici stipendi al palo europeo avrebbe sfornato un paese dove il meretricio, virtuale o meno, tanto la differenza con il tempo si assottiglia sempre di più, sarebbe rimasto l’unico modo per tenersi a galla, è mancato poco che qualcuno mi allungasse con una mano una tazza di locuste e con l’altra il miele selvatico (citazione che non ho nessuna intenzione di chiarire: leggete, una buona volta). Ora ci siamo e le cronache recenti ci spiattellano davanti agli occhi una scenetta che diventerà sempre più frequente onde evitare che gli insegnanti si buttino dalla finestra a causa della miseria di stipendio che viene loro elargito a fronte di insulti, genitori più maneschi e mascalzoni dei figli, scuole pericolanti e prestigio sociale rasoterra, mentre il ministro dell’Istruzione Valditara e le scuole aderenti alla Fism si precipitano ad aggiornare i Codici, secondo cui i dipendenti pubblici devono "evitare dichiarazioni, immagini o commenti che possano danneggiare il prestigio o l’immagine dell'amministrazione".
I fatti: la maestra di una scuola cattolica per l’infanzia in provincia di Treviso, assunta con un contratto a tempo indeterminato, è stata licenziata quando qualcuno ha scoperto il suo lavoro parallelo su OnlyFans. Durante un’assemblea che si è tenuta nell’Istituto, alla 29enne è stata contestata una condotta non in linea con la struttura, nonostante il sostegno di alcuni genitori, per i quali l’attività sui social non aveva importanza. La diretta interessata intanto dichiara alla stampa locale di sentirsi libera di esibire il proprio corpo ed essendo giovane e carina, bene fa costei a non rovinare il suo patrimonio genetico andando a lavare le scale per poi trasformarsi nel giro di sei mesi in un cesso senza più speranze. Manco a dirlo, grazie alla bagarre, il profilo IG di Elena Maraga è passato da seimila a sedicimila followers, mentre il link ai contenuti per adulti è diventato privato. Probabilmente non avrà bisogno di tornare ad insegnare, almeno per qualche tempo, anche se lei dichiara: «Non lascerò mai io la scuola, non mi licenzierò mai io per prima, per principio: sono ancora in attesa di capire come si concluderà questa vicenda per la quale comunque sono molto amareggiata».
Non si capisce bene per cosa, dato che difficilmente un Istituto cattolico avrebbe potuto applaudirla (e non parliamo nemmeno di altre religioni, Islam in testa). Intanto, la riattivazione del profilo privato su IG al grido di «Ele è qui per voi», quello su cui, a suo dire, accetta solo uomini («Non ho mai accettato le mamme dei miei alunni e tantomeno donne in generale», ha dichiarato) e che la responsabile delle insegnanti dell’Istituto le aveva chiesto di cancellare, è tornato accessibile solo su richiesta e previa approvazione, fruttando già 3.800 followers. E lei, pazientemente, spiega: «Ho aperto OnlyFans da un po’ più di un mese ma ho già visto che il guadagno orario non era paragonabile con quello della scuola, economicamente insostenibile: con 1.200 euro una giovane donna che vive da sola come me non può fare nulla». Come darle torto. A breve ci ritroveremo tutti lì: altro che Roxy Bar, qui ormai possiamo aspettarci soltanto Only Fans.
Foto dal profilo: instagram.com/ele.emmee/