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Confesercenti, Natale dà una spinta a vendite di dicembre, ma negozi continuano a perdere quote mercato

 
Confesercenti, Natale dà una spinta a vendite di dicembre, ma negozi continuano a perdere quote mercato
Il Natale dà una spinta al commercio a dicembre, ma la ripresa di fine anno ‘esclude’ le piccole superfici. E l’ultimo mese dell’anno consegna ai negozi l’ennesimo dato negativo, con un calo delle vendite in valore nel mese del -1,5% rispetto a dicembre 2023, e del -0,4% nell’intero 2024. Un andamento asfittico che, secondo le nostre stime, corrisponde a un vero e proprio tracrollo del -1,5% delle vendite in volume.

Così Confesercenti in una nota commenta i dati Istat sulle vendite di dicembre.

La conseguenza non può che essere quella di una ulteriore spinta al processo di desertificazione commerciale che da anni investe i nostri centri urbani: un avanzamento confermato anche nel 2024 dai dati di natimortalità delle imprese del commercio, che registrano in media nell’anno una sola apertura per ogni tre negozi che cessano definitivamente l’attività.

Un fenomeno in costante crescita che rappresenta un allarme sempre più forte per la vivibilità e sicurezza delle nostre città: i negozi non solo garantiscono importanti servizi, ma favoriscono la socializzazione, presidiano il territorio, lo arricchiscono. Sono circa 26 milioni gli italiani che, soprattutto nei piccoli e piccolissimi centri, hanno ormai perso l’accesso a una o più attività commerciali di base, dagli alimentari ai bar, dai negozi di abbigliamento ai servizi alla persona.

Servono dunque politiche mirate al sostegno delle imprese di vicinato e a favorire politiche di rigenerazione, a partire da un regime fiscale di vantaggio per i servizi di base nei comuni che più stanno sperimentando il morso della desertificazione. Per sostenere queste misure, proponiamo l’istituzione di un Fondo per la rigenerazione urbana, alimentato in parte dai contributi che i commercianti già versano per la rottamazione delle licenze, in parte da una nuova addizionale web: un’imposta nazionale da applicare sulle vendite concluse dai grandi operatori internazionali del commercio elettronico. Il fondo servirà ai comuni per finanziare progetti di rigenerazione del commercio locale e iniziative di sostegno al commercio di prossimità. Secondo nostre stime, con un’aliquota dell’1% applicata alla parte di fatturato realizzato dalle grandi imprese straniere dell’eCommerce, si potrebbero ottenere circa 400 milioni di euro.
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