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Commercio: allarmante l’ennesima flessione delle vendite nel settore alimentare

 
Le vendite nel 2024 segnano una preoccupante battuta di arresto nel settore alimentare. A fotografarlo è oggi l’Istat, che rileva una variazione in volume del -0,4%, mentre in valore aumentano del +0,7%. Segno, questo, che le famiglie, a fronte di continui rialzi dei prezzi, continuano ad operare sacrifici e rinunce anche in un settore che tradizionalmente non conosce flessioni, salvo che in situazioni di crisi.

Si tratta di un segnale che deve rappresentare un importante campanello di allarme per il Governo, che non può continuare ad ignorare la crescita delle disuguaglianze delle famiglie, che da tempo hanno iniziato a manifestarsi seriamente persino in settori vitali come quello dei consumi alimentari o energetici.

L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha rilevato, in tal senso, una progressiva e sempre più grave riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); un taglio dei consumi di frutta e verdura (-2,4%); una ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 51% dei cittadini); un aumento degli acquisti presso i discount (+12,1%).

Tutto ciò in un contesto di forti tensioni su prezzi e tariffe: il nostro Osservatorio ha stimato per il 2025 una stangata di +914,04 euro annui a famiglia, che rischiano di aumentare a causa di rincari in campo energetico.

Per questo è indispensabile che il Governo si decida ad adottare misure serie, incisive, ma soprattutto immediate, per fare fronte a questa situazione e sostenere le domanda interna la cui flessione può avere effetti deleteri per l’intero sistema economico, attuando:

- la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia);

- la promessa e mai realizzata riforma e degli oneri di sistema su beni energetici (eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale);

- la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare;

- lo stanziamento di maggiori risorse per la sanità pubblica;

- l’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, prima di tutto attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi.
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