Economia statunitense – Forza Continua
I dati sul lavoro di venerdì hanno sorpreso fortemente al rialzo, con l’aggiunta di 256k nuovi posti di lavoro rispetto alle previsioni di 165k. Il tasso di disoccupazione è sceso dello 0,1% al 4,1% e la retribuzione oraria media è aumentata del 3,9% su base annua, lo 0,1% in meno rispetto al mese scorso. In generale, i dati sul mercato del lavoro della scorsa settimana suggeriscono un mercato del lavoro stabile, con un sentiment solido. Il rapporto JOLTS ha mostrato un tasso di dimissioni in calo dell’1,9%, al di sotto dei livelli pre-Covid, suggerendo un mercato del lavoro in via di allentamento e con una crescita salariale più debole. Il sondaggio sulle aspettative dei consumatori dell’Università del Michigan di venerdì scorso ha mostrato un aumento delle aspettative di inflazione del 3,3% per il periodo a 5-10 anni, un livello visto l’ultima volta solo nel 2008. In presenza di un’economia resistente, questo dato è molto preoccupante per la Fed, in quanto suggerisce un potenziale disancoraggio delle aspettative di inflazione. I discorsi della Fed sono stati contrastanti: il governatore Waller ha suggerito che ulteriori tagli sono sul tavolo, mentre il governatore Bowman ha indicato che il taglio di dicembre potrebbe essere stato l’ultimo di questo ciclo. Mercoledì prossimo saranno resi noti i dati cruciali dell’IPC statunitense, per il quale si prevede un aumento del tasso d’interesse nominale dal 2,7% al 2,9%, mentre il tasso d’interesse core dovrebbe rimanere invariato al 3,3%.
Trump – Riscaldamento
La scorsa settimana ci ha dato un’anticipazione di quella che sarà la linea politica di Trump. I comunicati del Washington Post che prevedevano tariffe più limitate sono stati prontamente smentiti, mentre Trump ha suggerito di rinominare il Golfo del Messico in Golfo d’America e di acquistare la Groenlandia per motivi geo-strategici. Con l’avvicinarsi del giorno dell’insediamento, il 20 gennaio, i primi ordini esecutivi includeranno probabilmente il controllo delle frontiere, le task force sul DOGE e la geopolitica, i negoziati commerciali/tariffe e la politica energetica. Le opinioni sulle tariffe variano ampiamente, ma la probabilità di grandi tariffe nei primi sei mesi è quotata solo al 36% nei mercati delle scommesse.
Regno Unito – Non un fiasco fiscale 2.0 (per ora)
I Treasury del Regno Unito hanno registrato una flessione significativa dall’inizio di dicembre, guidata da un riprezzamento dei Treasury USA da parte dei “falchi” in seguito all’elezione di Donald Trump. La scorsa settimana il tasso UKT 10Y ha chiuso al 4,8% e il tasso UKT 30Y al 5,4%. Gli elevati tassi d’interesse nel Regno Unito hanno ridotto il margine di manovra fiscale del Cancelliere Reeves, che nel suo recente bilancio di ottobre aveva ricavato 9,9 miliardi di sterline. La combinazione tra l’aumento dei costi di servizio del debito e le stime di crescita del PIL più basse stanno riducendo lo spazio di manovra verso lo zero. Questo ha cambiato il tono dei mercati britannici la scorsa settimana e, a differenza degli ultimi mesi, la valuta si è indebolita insieme ai Gilt, indicando una possibile tendenza alla svendita degli asset britannici.