Dall’inizio del 2025, l’azionario europeo ha sovraperformato quello statunitense, uno slancio ricondicibile anzitutto alle valutazioni iniziali storicamente più contenute, con il rapporto Prezzo/Utili prospettico dei titoli europei che si è mantenuto in linea con la media degli ultimi dieci anni.
Oggi l’azionario europeo continua a trattare con uno sconto significativo rispetto al mercato statunitense, per quanto il divario si sia sensibilmente ridotto negli ultimi mesi; guardando alle attese, invece, le revisioni degli utili dipingono un quadro in chiaroscuro: le stime per le aziende europee sono recentemente migliorate, mentre quelle statunitensi hanno registrato un lieve calo.
Il contesto macroeconomico risulta decisivo, con la debolezza della crescita europea che ha influito sul sentiment degli investitori. In particolare, la Germania, considerata per decenni il motore dell’economia europea, si trova a fare i conti con una produzione industriale in costante declino dal 2017, un dato che, ancora prima delle recenti tensioni geopolitiche, aveva già spinto il Bundestag a valutare una riforma costituzionale per l’ampliamento della spesa pubblica. Segnali di cauto ottimismo provengono dai numeri sui prestiti in Area Euro che, sebbene ancora al di sotto della soglia del 2%, si mostrano in lenta ripresa, con la conseguente accelerazione del più ampio aggregato monetario.
Si tratta, senza dubbio, di passi avanti nella giusta direzione, anche se i tempi non sono ancora maturi per una vera e propria svolta strutturale: il livello di fiducia delle imprese europee vacilla ancora, le politiche commerciali contribuiscono a creare un clima di incertezza e, nel lungo termine, restano aperte sfide complesse legate alla competitività e all’invecchiamento demografico. Detto ciò, le valutazioni rimangono interessanti, le revisioni degli utili sono stabili e iniziano ad emergere segnali incoraggianti sul fronte macroeconomico, anche se non scontano ancora il potenziale impatto dell’aumento della spesa fiscale tedesca. Un insieme di fattori che è in grado di alimentare il rinnovato interesse da parte degli investitori e che ci ha portato a rafforzare le posizioni sull’azionario europeo nei portafogli più dinamici nel corso del primo trimestre di quest’anno.